Un pensiero rimane tale finché non continua a girarci in testa… prende lentamente vita… e si trasforma nella realtà che abbiamo scelto seguendolo…
Quante volte ci è passato per la testa un pensiero che poi però abbiamo ricacciato indietro?
In quante occasioni a dispetto della nostra ferma scelta di ignorarlo, lo abbiamo sentito riaffiorare nel momento più impensato?
Perché quella vaga idea continua imperterrita a fluttuare nella nostra mente confusa come se cercasse la via per manifestarsi in modo più chiaro?
E ancora, per quale motivo la nostra parte razionale spesso è così lenta rispetto a quella intuitiva, al punto di rifiutare inizialmente ciò che non è ancora pronta ad accogliere?
Molto spesso nel corso della quotidianità, presi dalle tante cose da fare a cui abbiamo dato la priorità rispetto a tutto il resto, ci imbattiamo in una difficoltà, in un ostacolo, in una deviazione momentanea che cattura per un solo istante la nostra attenzione. Anche se il secondo successivo siamo già rientrati mani e piedi nella realtà precedente, quell’attimo irrazionale vissuto distrattamente, ha aperto delle piccole e inconsapevoli finestre dentro l’edificio della razionalità. Poi ce ne dimentichiamo e andiamo avanti tranquilli, dimenticando quella parentesi e rientrando nel nostro abituale binario; chissà perché però, iniziano a capitarci episodi diversi dal primo ma che fanno riapparire quel collegamento di pensieri che ci riconducono all’idea avuta per caso, come se una di quelle finestre si aprisse per indurci a guardare al suo interno.
La cosa più strana è che sempre più circostanze ci riconducono a quell’idea, dandoci la sensazione che tutta la realtà sia composta di tasselli che si incastrano proprio per suggerirci di non dimenticare quel pensiero iniziale; pensiero che lentamente si concretizza fino a diventare un’opzione, una possibilità, una scappatoia, una scelta. In ogni caso una svolta rispetto alla precedente situazione in cui ci trovavamo, o riguardo a una decisione che stavamo per prendere, o ancora in merito a un progetto che distrattamente avevamo preso in considerazione ma che poi avevamo messo da parte tra le cose meno urgenti. Dunque, davanti a tanta energia, a tanti segnali che sembrano puntare il faro di luce proprio su quel pensiero regalandogli via via più spessore e concretezza, non possiamo fare a meno di osservarlo meglio, portarlo a un livello più razionale analizzandolo, scrutandolo, provando a immaginare come realizzarlo e, infine, accettandolo come non più qualcosa di astratto bensì come un progetto che, perché no?, potremmo provare ad attuare.
Perciò guardiamo quell’idea crescere, aspettiamo che, giorno dopo giorno, diventi sempre più forte, ci abituiamo alla sua presenza nella nostra mente e nel nostro lato irrazionale, così che entrambi si adattino alla sua impalpabile consistenza e la credano possibile. Per una volta sembrano essere d’accordo i nostri due emisferi, quello emotivo e quello logico, tanto quell’intuizione iniziale sembra aver preso corpo, realtà, forma, al punto di essere diventata l’opzione migliore, quella che, scartate tutte le altre, rimane lì, solida, davanti al nostro sguardo, alle nostre obiezioni, ai nostri dubbi e si trasforma nel nostro futuro. Un futuro a cui fino a poco tempo prima non avevamo pensato eppure ora è lì davanti a noi e sembra essere già pronto per essere scelto.
E pensare che tutto era cominciato con un pensiero rifiutato, allontanato, che però è stato così determinato a far sentire la sua voce da essersi fatto spuntare delle deboli ali grazie alle quali ha continuato a girarci in testa, testardo, risoluto, resiliente, non ha smesso di sbatterle quelle ali finché non le abbiamo sentite suggerirci una strada e, a quel punto, non abbiamo più potuto fare a meno di afferrare quell’idea e volare insieme a lei verso un nuovo capitolo della nostra vita.
Marta Lock