Incoerenti ma forti

Non importa ciò che volevamo o chi eravamo prima… ciò che importa è essere arrivati alla consapevolezza… di chi siamo e cosa vogliamo adesso…

Ognuno di noi prima o poi si ritrova in situazioni o periodi effettivamente strani, di quelli in cui tutto è vero ma lo è anche il contrario di tutto, in cui gli eventi si susseguono in modo talmente particolare da convincerci a seguire l’onda di ciò che sta accadendo. E, in effetti, le cose che ci arrivano sono quelle che in quel momento ci appagano e ci rendono davvero sereni, o felici, o semplicemente soddisfatti. In quelle fasi ci viene naturale circondarci di persone che condividono la nostra più o meno momentanea visione e che ci affiancano in quel sentiero di vita di cui, effettivamente, abbiamo davvero bisogno. Certo, a volte facciamo fatica a riconoscerci perché ciò che stiamo facendo, il percorso che stiamo effettuando, può sembrare discostante, se non opposto, da ciò che abbiamo pensato fino a poco prima o alle idee che abbiamo sempre affermato con convinzione; però noi sappiamo perfettamente che c’è un perché, c’è un motivo che a volte facciamo fatica a confessare anche a noi stessi. Può essere stata una delusione, una disillusione, una sofferenza provocata da noi o da qualcun altro, insomma un punto di rottura che ha provocato una brusca inversione di rotta.

Questo non significa necessariamente che abbiamo perso di vista chi siamo e cosa vogliamo, semplicemente abbiamo bisogno di un periodo di decompressione, la necessità di distaccarci per provare a vivere un qualcosa di diverso, o semplicemente sperimentare ascoltando ciò che la nostra interiorità ci suggerisce, un modo per non pensare, per oltrepassare un momento delicato, per andare avanti camminando prima di ricominciare a correre. I compagni di questi momenti condividono con noi lo stesso punto di vista, forse lo stesso momento di transizione, alcuni invece lo prendono come stile di vita, comunque ci fanno sentire meno soli e ci aiutano a trascorrere dei bei momenti da ricordare.

Arriva poi, a volte più lentamente altre più repentinamente, la nuova fase, quella che segna un’ulteriore inversione di tendenza che non possiamo fare a meno di ascoltare, tanto quanto prima non avevamo potuto non assecondare l’altra, e ci ritroviamo a dover ricostruire tutte le certezze di cui non sentivamo più il bisogno ormai da tanto e da cui in alcuni casi ne eravamo addirittura fuggiti, trovandoci però a questo punto circondati da chi avevamo scelto nella fase precedente e che non siamo sicuri potrà far parte del nuovo cammino. Non che siamo noi a escludere la possibilità che ciò accada, questo no, spesso sono proprio gli altri a farci notare la nostra incoerenza rimanendo lì, completamente incapaci di comprendere una semplice evoluzione e incapaci di adattarsi a essa per prendere in considerazione la possibilità di farne parte.
 
Perché a volte le persone di calcificano sul come qualcosa sia iniziato senza vedere la possibilità di un’evoluzione, di un cambiamento della situazione?

Come mai l’elasticità è vista ormai quasi come un difetto anziché un sinonimo di capacità di ascoltarsi e seguire la voce interiore, ovunque ci guidi?

Per quale motivo ci sentiamo accusare di aver cambiato idea, dimostrando incoerenza rispetto a poco tempo prima, quando noi, semplicemente e candidamente, abbiamo solo seguito il flusso emozionale manifestando un’esigenza modificata?

La staticità di alcune persone le porta a sfuggire altre possibilità che potrebbero costituire invece un passo avanti sia per la propria crescita interiore che nei rapporti con gli altri, a volte ne sono addirittura spaventate al punto di ostinarsi a sottolineare che ciò che è stato detto o fatto inizialmente era ben diverso da ciò con cui poi si trovano davanti. E così puntano i piedi, forti della loro coerenza, scambiando la nostra incoerenza per debolezza o peggio, inganno, mentre noi sorridiamo della loro staticità e guardiamo altrove sicuri che, prima o poi anche loro dovranno fare i conti con esigenze diverse da quelle che si dicono certi di avere oggi.

E così coscientemente incoerenti ma consapevolmente forti, ricominciamo a correre verso la direzione dalla quale avevamo deviato.

Marta Lock