Spesso inseguendo un sogno… incontriamo l’essenza della vita…
Nel momento in cui siamo diventati adulti abbiamo appreso l’importanza di un approccio pratico e pragmatico alla vita e nei confronti degli obiettivi che abbiamo deciso di raggiungere, dando spesso la priorità a ciò che poteva essere più facilmente raggiungibile e realizzabile, anche se a discapito degli ideali che avevamo anni prima, quando il realismo non aveva ancora completamente preso il sopravvento, quelli che in qualche parte in fondo a noi stessi continuano a sopravvivere pur restando inascoltati. Il percorso di maturazione ci ha indotti a dare la precedenza agli aspetti contingenti, alla necessità di raggiungere le certezze fondamentali e imprescindibili per la costruzione e la programmazione di un percorso di vita, un sentiero solido su cui edificare il nostro futuro. La società spesso conduce a credere che la parte idealista, quella che vorrebbe inseguire quello o quei sogni che hanno accompagnato la prima parte dell’esistenza, non possa sopravvivere all’incontro con l’oggettività, con una realtà che inevitabilmente induce ad avere i piedi per terra e perseguire obiettivi più accessibili accantonando il progetto originario di quando eravamo convinti di poter ottenere qualunque cosa fossimo in grado di desiderare.
Tutto procede esattamente allineato con i passi che abbiamo compiuto, le certezze sono state raggiunte e sentiamo di aver costruito ciò per cui ci siamo tanto dati da fare e dunque la sensazione dovrebbe essere di appagamento così come delineata dovrebbe essere l’intenzione proseguire sulla medesima strada per compiere ulteriori passi avanti. In realtà sentiamo emergere invece un sottile senso di insoddisfazione, o forse più di inadeguatezza, perché sentiamo di non essere dove vorremmo, perché comincia a emergere una parte di noi che, nonostante i risultati, non si sente davvero realizzata, c’è qualcosa che manca, un’inquietudine generata dal lato sognatore che avevamo deciso tempo prima di mettere a tacere. Quell’insoddisfazione è la medesima che ci induce a guardarci intorno e a scoprire che esistono persone che hanno creduto in quell’ideale, non l’hanno accantonato e, magari con fatica ma con grande resilienza, hanno scelto di combattere affinché si realizzasse e divenisse parte della loro realtà.
Cos’è che ci spinge a credere a chi dice che i sogni sono irrealizzabili?
Sulla base di quale certezza decidiamo che non possa essere proprio quel desiderio che abbiamo relegato in un angolo remoto della nostra interiorità a diventare il modo migliore per raggiungere quei risultati, quel consolidamento che abbiamo cercato, e ottenuto, intraprendendo altre strade?
È paura di fallire la nostra oppure semplicemente ci siamo accomodati dentro il luogo comune generalizzato che non si può vivere dei propri sogni?
Al termine di queste riflessioni, e continuando a sentire in maniera sempre più incisiva l’irrequitezza che non ci permette di sentirci davvero realizzati, soddisfatti e appagati da ciò che abbiamo, prendiamo la coraggiosa decisione ci compiere un salto nel buio, di rinunciare alle certezze per riprendere in mano quel sogno abbandonato e trasformarlo nella realtà a cui in precedenza avevamo avuto paura di credere. Così cominciamo ad affrontare un nuovo cammino, con l’incoscienza dell’idealismo e il coraggio di chi ha cullato a lungo quel desiderio nascosto senza mai lasciarlo affiorare e per cui ora sente di essere pronto a lottare; affrontiamo momenti difficili, frangenti in cui sarebbe molto più facile abbandonare tutto e tornare sui nostri passi, quelli che però ricordiamo non ci avevano resi felici e perciò decidiamo di resistere, perché in fondo tutte le difficoltà non riescono a velare la gioia di essere sul cammino giusto, l’entusiasmo di dar vita giorno dopo giorno una realtà tutta nostra, inedita e costruita intorno al nostro sogno. Cadiamo, anche più volte, ma decidiamo sempre di rialzarci perché la nostra determinazione non si lascia sopraffare dalla stanchezza e dai piccoli fallimenti a cui andiamo incontro sulla strada verso il raggiungimento del risultato finale, quello che assume una forma sempre più consistente man mano che ci avviciniamo.
Ed è proprio in quel cammino faticoso che scopriamo l’essenza reale della vita, quella gioia sottile derivante dalla consapevolezza di essere esattamente dove dovremmo, di combattere tenacemente per ciò a cui davvero teniamo, di sapere che dipende solo e unicamente da noi la possibilità di realizzarlo, contro tutto e contro tutti, con la risolutezza di credere che l’improbabile, ciò a cui molti altri rinunciano, può invece diventare possibile e costituire la nostra solidità, la certezza che avevamo cercato altrove senza mai sentircene appagati. E dando forma a quel sogno edifichiamo la realtà più bella che mai avremmo immaginato di poter ottenere.
Marta Lock