La luce dell’ombra

Chi ci osserva in silenzio spesso… è molto più interessato a noi di chi dice di esserlo… ma poi volge lo sguardo quando ha la possibilità di andare più a fondo…

Quante volte abbiamo avuto l’impressione di raccontare qualcosa senza riscuotere grande interesse da parte dell’ascoltatore?

In quanti momenti ci siamo sentiti a disagio a causa della spiacevole sensazione di non ricevere la giusta attenzione dalla persona che ci aspettavamo partecipasse con maggiore entusiasmo?

Perché ci sembrava di togliergli del tempo prezioso che avrebbe voluto utilizzare per fare altro, impressione resa evidente da risposte frettolose e sorrisi di circostanza?

Cos’è che, nonostante questa palese mancanza di reale, o totale, interesse ci spinge comunque a continuare a sperare di catturare, prima o poi in modo più completo, l’attenzione di chi è tanto importante per noi?

Chissà per quale strano motivo periodicamente ci capita di imbatterci in soggetti distratti, o eccessivamente presi dalle loro vite, oppure poco capaci di dare a un altro la stessa importanza e rilevanza che danno a se stessi… forse per vincere una battaglia persa in precedenza, forse per ottenere dal nuovo ciò che non eravamo riusciti a ottenere da qualcun altro più o meno distante nel tempo, sta di fatto che sembriamo volerci imbrigliare nel gomitolo della sfida, quasi come se il riuscire a conquistare il suo interesse ci procurasse la vincita di chissà quale enorme premio.

Ma quella spiacevole sensazione di non essere abbastanza importanti, di non avere la stessa rilevanza che hanno gli affari, i pensieri, gli impegni dell’altro, nonostante i suoi tentativi di fingere un interesse che evidentemente non c’è, non ci abbandona anzi, a volte ci mortifica perché in fondo, sebbene le sue parole dicano il contrario, sentiamo che tutto ciò che ci riguarda è solo marginale nel vortice della sua vita. Non c’è empatia, non c’è partecipazione, non c’è reale condivisione, non c’è la sensazione di sentirci sostenuti e incoraggiati, protetti, ventaglio di emozioni che invece noi abbiamo nei confronti dell’altro.

Dunque perché continuare a rubargli il suo tempo tanto prezioso?

Per quale motivo sperare che un giorno le cose potranno cambiare quando dovrebbero essere diverse già da subito?

In realtà non è qualcosa che volontariamente scegliamo, a volte capita, e dopo aver attribuito e scusato la situazione attribuendone la causa alla breve conoscenza, ci rendiamo conto che invece, confermandosi nel tempo più lungo, si tratta di un lato caratteriale della persona che tanto ci piace, uno di quelli che dovremmo accettare perché fanno parte di lei ma con cui facciamo davvero molta fatica a convivere. In quel barlume di lucidità nel mare di nebbia dell’innamoramento, confessiamo a noi stessi che abbiamo bisogno di sentirci importanti, di desiderare qualcuno che esulti con noi quando siamo felici e sia davvero triste per noi, pur incoraggiandoci, quando ci sentiamo abbattuti, qualcuno per cui ogni notizia sia una scoperta della persona che ha scelto di avere accanto, un motivo d’orgoglio o un modo per dimostrare di volerle stare vicino, insomma di una persona che costruisca con noi, non con o senza noi.

Dunque a nostra volta voltiamo lo sguardo e, in quello stesso istante, ci accorgiamo così per caso, con una perfetta coincidenza di eventi, che qualcuno rimasto nell’ombra ci osserva, realmente interessato perché non indotto né obbligato da nulla, ci guarda con l’intensità di chi vuole arrivare alla nostra anima, di chi silenziosamente segue i nostri passi, illuminando il buio nel quale si muove di quella luce intensa che avevamo desiderato percepire da chi si diceva interessato pur dimostrandoci l’esatto opposto.

E in quell’ombra potremmo scoprire la nostra nuova luce.

 

Marta Lock