La trasparenza dell’ombra

 

A volte il dettaglio che non avevamo notato… diventa la chiave di accesso… a un mondo che credevamo di non poter mai scoprire…

Esistono delle situazioni confuse in cui è praticamente impossibile riuscire a fare chiarezza, nonostante gli sforzi, nonostante la volontà di comprendere quel particolare atteggiamento, quella impulsiva risposta o quel determinato episodio. Eppure cerchiamo di metterci nei panni dell’altro, di capire i suoi spigoli, di dare un senso ad alcuni eccessi comportamentali che sono tanto distanti da noi… ma il tentativo sembra uno sforzo titanico che non conduce ad alcun risultato, lasciandoci all’interno di una nebbia che più tentiamo di diradare più si infittisce, portandoci a soffrire dell’incapacità dell’altro di essere trasparente quanto siamo certi di essere noi, e della nostra di essere in grado di trovare un canale comunicativo che dia a entrambi la possibilità di vivere un rapporto più sereno.

Come mai malgrado ogni sforzo di comprensione, non riusciamo a dare un senso alle azioni e alle parole dell’altro?

Perché ogni nostro gesto o slancio sembra essere mal accolto da chi invece dovrebbe riceverlo a braccia aperte?

E per quale motivo non riusciamo a far capire ciò che ci renderebbe davvero felici o, in alcuni casi qualora lo abbiamo apertamente chiesto e specificato, ci viene negato quasi con la voglia dell’altro di non darci soddisfazione?

A volte comprendersi diventa complicato soprattutto quando ci aspettiamo di ricevere esattamente con le modalità con cui noi daremmo, così com’è vero che l’altro può dare, e darsi, solo e unicamente con il suo personale modo, secondo il proprio carattere e la propria personalità. E soprattutto nel momento in cui siamo molto coinvolti in una situazione tendiamo a interiorizzare e restare feriti anche per modi di fare o parole che non escono dall’altro con l’intenzione di farlo, semplicemente si sta mostrando per come è, senza filtri e senza maschere che poi potrebbero invece rivelare sorprese spiacevoli.

Lasciando passare un po’ di tempo, distaccandoci e riflettendo su quanto abbiamo valutato sempre tutto solo secondo il nostro personale modo di sentire, su quanto non abbiamo compreso e su quanto non siamo riusciti a valutare invece tutto il positivo che avrebbe dovuto bilanciare la parte incomprensibile, iniziamo a vedere con maggiore lucidità attraverso quelle ombre che avevano avvolto alcuni lati caratteriali dell’altro. E ricordiamo che tutto sommato noi stessi abbiamo scelto, perché la vita ce lo ha insegnato, che è molto meglio mostrarci per come siamo, preferendo persino mostrare i lati negativi, i difetti, all’inizio di una conoscenza, piuttosto che nascondere la nostra vera natura facendo sì che l’altro si faccia di noi un’idea irreale ma che prima o poi dovrà uscire fuori.

Dunque per quale motivo non riusciamo a supporre che anche un altro individuo non sia stato condotto dall’esperienza a fare la stessa nostra scelta?

Come mai abbiamo visto solo l’ombra senza scorgere gli squarci di luce che invece periodicamente apparivano, quasi avessimo scelto di essere ciechi, quasi preferissimo sentirci vittime di un sentimento che non si manifestava come ci aspettavamo noi?

Alla luce di tutte queste considerazioni, alla luce dell’innegabile realtà che l’altro nel tempo è ancora lì, quasi come ad attendere che i nostri occhi riescano a diradare la nebbia, alla luce della maturità emotiva che certamente abbiamo raggiunto anche grazie alla capacità empatica stimolata da una persona tanto apparentemente opposta a noi da risultarci indecifrabile quanto però assolutamente complementare in ogni modo di fare e di essere, anche in quelli che inizialmente ci ferivano mentre ora quasi ci divertono, scopriamo finalmente la trasparenza sincera e spontanea all’interno di quell’ombra tanto misteriosa che altro non era che l’espressione di un modo di essere, un filtro prudente a protezione di una sensibilità, di una vera natura, di tutto il bello che viene svelato solo dopo aver accettato il peggio.

E così scopriamo un’altra chiave di lettura, quella del sorriso, quella del prendersi in giro, che apre la porta su quel mondo che ci era apparso tanto misterioso ma che in realtà era solo un modo a noi sconosciuto di esprimere ciò che non poteva essere espresso diversamente; e così ci rendiamo conto che tutto sommato quella scontrosità, quel modo un po’ rude di essere si amalgama perfettamente alla nostra solarità e positività ed è solo grazie al periodo buio che abbiamo potuto capire quanto le diversità e le opposizioni dei due caratteri in realtà fossero solo il vero completamento l’uno dell’altra.

Marta Lock