L’eco più forte non è quella delle parole pronunciate… l’eco più forte è quella delle parole che non abbiamo ascoltato… credendo che non fossero importanti…
Quante volte ripensando al passato ci è capitato di rivedere, come in un film, il frangente in cui è stata pronunciata una frase a cui in quel momento non abbiamo dato peso?
In quante occasioni ci siamo domandati come sarebbero andate le cose se avessimo dato maggiore importanza a quella che a posteriori si è rivelato essere uno dei punti di svolta di un rapporto?
Per quale motivo tendiamo a sottovalutare alcune manifestazioni sincere dell’altro solo perché le ha espresse in modo pacato e lieve, senza gridarle, pur leggendo nel suo tono una determinazione che doveva essere la nota più considerevole?
E al contrario invece, quante volte non abbiamo considerato le sfumature di frasi che potevano rivelarci la vera essenza dell’altro, salvo poi renderci conto che quelle parole fuoriuscite distrattamente potevano essere significative per aprire gli occhi sull’andamento della relazione?
Gli incontri che ci piovono addosso nella nostra vita, soprattutto quando sono talmente magici da rendere dolce il sapore di tutto ciò che accade dopo, hanno il potere di scardinare i nostri punti fermi e destabilizzare le certezze che fino a poco prima avevamo creduto essere irremovibili. Questo da un lato è positivo perché in fondo è bello perdersi dentro un’emozione tanto forte, dall’altro però tende a indurci a sottovalutare, o per meglio dire a non ascoltare, particolari e dettagli indicativi che potrebbero darci un’idea della reale compatibilità e visione delle cose dell’altro. Perché al di là di quello che possa essere il reciproco piacersi, l’attrazione di pelle che si generi, ciò che conta davvero ai fini della prosecuzione e solidità di un rapporto è il guardare la realtà e la vita con un punto di vista simile, con lo sguardo rivolto verso la medesima direzione e con lo stesso concetto di come porsi all’interno della relazione a due.
Tutto questo all’inizio sembra non contare, oppure spesso viene dato per scontato, quasi come se un essere capace di suscitarci tante emozioni non possa che essere la nostra metà mancante, quella con cui non c’è bisogno di parlare perché siamo certi ci capisca al volo. E quindi, nonostante a volte abbia pronunciato frasi strane, incoerenti con l’idea che abbiamo di lui, frasi che però nascondevano ciò che l’altro non ci stava dicendo, un po’ perché a sua volta preso dalle sensazioni di un inizio bello e coinvolgente, un po’ perché forse aveva la stessa nostra certezza di trovarsi di fronte a qualcuno di talmente simile da non aver bisogno di sottolineare o precisare niente, nonostante quelle frasi dicevo, abbiamo scelto di non ascoltare il campanello della ragione e lo abbiamo sovrastato con la voce rassicurante dell’emozione. Andando avanti però, le differenze si fanno più evidenti, le discostanti idee sul modo di relazionarsi emergono inevitabilmente e tutto ciò che credevamo fosse superfluo dire e a cui dare attenzione, a quel punto diventa la causa di una spaccatura che non possiamo evitare né fermare. Ecco quindi che quelle frasi stonate alle quali non avevamo dato peso ci tornano in mente e continuano a girarci in testa, costringendoci a prendere atto del nostro rifiuto a un attento ascolto grazie al quale avremmo potuto capire molto prima della frattura, che quella persona non aveva sulle cose uno sguardo simile al nostro, il suo silenzio non era condivisione bensì era semplicemente una superficiale incapacità di approfondire e di vedere il legame come un evento casuale che forse avrebbe potuto tendere al consolidamento, o forse no.
In altre occasioni, molte, forse anche troppe, ci è capitato di vivere una situazione contraria, forse per troppo desiderio di chiarezza, per l’esigenza di mostrare la nostra vera natura, per non riservare sorprese che avrebbero potuto destabilizzare l’altro, abbiamo subito messo le carte in tavola, abbiamo immediatamente chiarito il nostro punto di vista e il nostro modo di procedere attraverso la vita, la maniera in cui pensavamo a un rapporto a due, quello più adatto alla nostra natura e… ci siamo resi conto di essere stati completamente ignorati. Non subito perché in quel caso l’altro sembrava aver compreso e riflettuto su quanto ascoltato mentre in realtà stava sottovalutando l’importanza delle nostre spiegazioni, forse perché troppo sicuro di sé o forse perché convinto che ciò che avevamo detto non fosse poi tanto importante dal momento che il nostro tono era pacato, non aggressivo, né eccessivamente impositivo. Così ha scelto di andare avanti come se non gli avessimo raccontato con chiarezza quanto fossero importanti le cose che avevamo bisogno di ricevere, aveva sottovalutato quanto fosse fondamentale per noi interagire con qualcuno di sufficientemente adulto e maturo da capire che non è necessario ripetere le medesime parole ancora e ancora, per noi doveva essere sufficiente una sola spiegazione se l’ascolto è davvero attento.
E così, quel qualcuno sicuro che ci saremmo alla fine adattati a lui a prescindere dalle nostre esigenze, all’improvviso si è trovato a fare i conti con il rammarico di averci perduti proprio per non aver dato il giusto peso a quelle parole.
Marta Lock