Liberamente noi

Se non riusciamo ad accettare gli altri per come sono….è perché non vogliamo capire…che è l’unico modo in cui possiamo averli accanto…

Quante volte abbiamo cercato di cambiare qualcuno?

In quanti modi ci siamo detti che se solo avesse modificato quel particolare modo di fare, di parlare, di agire, sarebbe stata la persona perfetta?

Perché, pur piacendoci molto, non riuscivamo ad accettare le particolari caratteristiche o situazioni legate proprio al suo modo di essere?

Chi ha stabilito che sia necessario chiedere e ottenere delle modifiche, delle trasformazioni, per misurare il sentimento che qualcuno nutre per noi?

Il motivo per cui qualcuno che inizialmente ci fa perdere la testa e ci piace al punto di farci decidere di rinunciare alla nostra solitudine e che poi diventa una persona piena di difetti e di cose da dover necessariamente trasformare per renderci pienamente felici, appartiene a uno di quei misteri che rimangono inspiegabili. Forse è l’ordinarietà in cui si trasforma l’elettricità dei primi incontri a determinare questa inversione di rotta, forse è il bisogno di rientrare nei canoni ordinari per cui alcune cose vanno fatte in un determinato modo e con un altrettanto determinato tempo, forse ancora è perché non siamo capaci di adeguarci alle esigenze di qualcuno che non siamo noi, sta di fatto che rischiamo di diventare delle pentole a pressione di insoddisfazioni che non fanno altro che farci vedere, agli occhi dell’altro, come persone da cui allontanarsi perché restare diventa difficile.

Insomma, chi ha voglia di rimanere insieme a qualcuno che non lo apprezza completamente?

Non è forse vero che noi nella stessa situazione reagiremmo nel medesimo modo?

Molto spesso agli inizi di una relazione tendiamo a soprassedere su molti dettagli proprio perché il coinvolgimento delle emozioni e dei sensi è talmente forte da impedirci di attivare la parte razionale, momento che ci fa semplicemente godere della reciproca compagnia senza domandarsi nulla. Poi con la maggiore confidenza e con il progredire della conoscenza, si scoprono anche le sfaccettature più vere, più caratteristiche dell’altro che spesso da un lato ci piacciono ma dall’altro vanno in contrasto e contrapposizione con alcuni dei nostri o semplicemente abbiamo deciso che ci va di modificarle perché secondo noi il grado di innamoramento si misura in quanto l’altro fa per noi… dimenticando però che anche noi dovremmo fare altrettanto.

Quindi continuiamo a guardare le cose da un punto di vista sempre più univoco accanendoci sulla necessità quasi ossessiva di voler dare una svolta alla situazione e determinare alcuni punti fermi che ci consentano di spingere in avanti qualcosa che probabilmente per l’altro va semplicemente bene così com’è, forse perché i suoi tempi sono diversi o forse perché si lascia spaventare dalle definizioni e dalle regole, o ancora perché vuole vivere giorno per giorno e attendere che la stessa situazione che noi abbiamo tanta fretta di proiettare in avanti, maturi con naturalezza e prenda la piega che deve prendere.

Tutto questo ci può rendere più nervosi, impazienti, ansiosi di raggiungere ciò che non riusciamo a ottenere dall’altro, la sua lentezza non ci piace, la sua apparente mancanza di iniziativa meno ancora e più noi insistiamo per chiedere, scoprire, capire, più l’altro si chiude, in bilico tra un crescente senso di inadeguatezza e l’incapacità di soddisfare le nostre esigenze. Così può facilmente crearsi una spaccatura che può anche portare a un distacco, doloroso ma probabilmente necessario, durante il quale rifletteremo su noi stessi e sull’importanza della presenza dell’altro nella nostra vita e più passerà il tempo più ci renderemo conto di quanto chiunque altro non riesca neanche minimamente a colmare il vuoto che sentiamo senza di lui. Così aspettiamo, sperando che la stessa riflessione e lo stesso vuoto accompagnino anche i giorni e le notti di chi abbiamo lasciato ci sfuggisse.

Dopo un po’ di tempo e di tanto rimuginare, il destino e la vita potrebbero mettere di nuovo davanti a noi proprio quella persona speciale e preziosa della quale abbiamo compreso che ci rende molto più felici la sua imperfetta presenza piuttosto che la perfetta assenza di coinvolgimento della nostra anima verso chiunque altro non sia lei. In quel nuovo inizio sapremo che è proprio quel suo modo di essere tanto particolare, tanto diverso dal nostro, ad averci totalmente conquistati perché in fondo il suo carattere a volte in apparenza opposto non è una contrapposizione bensì un completamento… e se anche l’altro è lì è perché a sua volta ha capito che noi completiamo lui.

 
Marta Lock