Lungo la strada

Emozioni

Il nostro cammino è tutto un equilibrio… tra ciò che vorremmo e non riusciamo ad avere… e ciò che abbiamo avuto senza pensare di volerlo… e in mezzo tanta vita…

Facendo il punto del percorso compiuto, quell’attimo introspettivo con cui prima o poi è inevitabile confrontarsi, che presto o tardi si avverte l’esigenza di valutare per renderci conto di dove siamo in relazione a come eravamo quando siamo partiti, capita di trovarci faccia a faccia con un vero e proprio bilancio, non soltanto pratico ma anche emotivo, un resoconto di tutto ciò che abbiamo ottenuto e anche di ciò che abbiamo perso o lasciato andare. I nostri sogni, tutto ciò che pensavamo di riuscire a realizzare, a volte ci sono sfuggiti dalle mani come granelli di sabbia perché nonostante la nostra tenacia e determinazione, non sempre abbiamo potuto conseguire quel risultato tanto sperato e atteso. E quella battaglia contro le circostanze avverse, con ostacoli invisibili che sembravano essere stati messi sul nostro cammino proprio per indurci a lottare senza la certezza del risultato, ci ha lasciati sfiniti e delusi, scoraggiati nel dover ammettere di non aver potuto vincere quella che in quel momento sembrava la sfida più grande.

Come per un bilanciamento, poco dopo può esserci capitato di imbatterci in qualcosa di molto bello, inaspettatamente positivo, assolutamente sorprendente, che ha dato una nuova e inedita luce al percorso precedente e a quello successivo, oltre a infonderci la netta e innegabile sensazione che forse quell’evento, quella situazione, è giunta proprio in virtù della perdita, del fallimento precedente, perché era stato il concatenamento di causa ed effetto che ne è seguito a condurci verso un nuovo cammino. Davanti a tale evidenza non possiamo fare a meno di considerare che, di contro, se non avessimo subìto la battuta d’arresto generata dall’ostacolo precedente non avremmo mai cambiato rotta per dirigerci verso il nuovo luogo, la nuova energia, che ha permesso a quell’episodio rigenerante e appagante di entrare a far parte della nostra esistenza. Tuttavia non siamo ancora in grado di guardare le cose da un’angolazione differente da quella puramente pragmatica che divide in due emisferi il nostro passato, quello di ciò che abbiamo conseguito e quello di ciò in cui invece non siamo riusciti o, per dirla tutta, abbiamo fallito.

Perché tendiamo a valutare le cose, gli episodi, in modo tanto materiale?

Come mai tutto sembra ridursi a ciò che abbiamo avuto e ciò che non siamo riusciti a ottenere?

Non è forse più importante il senso di quanto ci è accaduto? Le sensazioni che abbiamo provato nel momento in cui credevamo in ciò che stavamo per fare e che ci hanno fatti sentire incredibilmente vivi a prescindere dal risultato finale?

Eppure tutto ciò che era e non è più, tutto ciò che avevamo e abbiamo perduto, tutto ciò che è passato davanti ai nostri occhi, a prescindere da quale sia stato il suo esito o da quanto a lungo ci sia rimasto accanto, ha tracciato un segno indelebile, ci ha fatti a volte sorridere, a volte piangere, a volte arrabbiare e altre arrenderci, ma è stato tutto quel sentire, quei terremoti delle emozioni ad aver costruito la nostra esistenza, ad aver cementato i ricordi e si sono aggrappati al bagaglio della nostra vita. Alla luce di questo profondo esame di coscienza non possiamo non ammettere che in fondo le montagne russe sulle quali saliamo ogni giorno sono esse stesse il fulcro dell’esistenza, quell’alternarsi tra risultati positivi ed esiti negativi, tra vittorie e sconfitte, alle quali dobbiamo abituarci perché in fondo ci rendono vivi; ma ciò che resta indelebile nella nostra memoria, lo scrigno emotivo che libera gli eventi dall’aspetto più pratico e oggettivo, sono le sensazioni che abbiamo condiviso con chi era accanto a noi in determinate fasi, o quelle che ci legano al piacere e alla soddisfazione di aver ottenuto ciò che desideravamo, alla sorpresa e all’incredulità di aver visto arrivare qualcosa che non ci aspettavamo ma che ha reso migliore il nostro percorso, e ancora alla delusione cocente di aver perduto qualcosa a cui tenevamo tanto.

Ecco, tutto ciò che ha riempito il nostro cammino tra un obiettivo e l’altro, tutto ciò che ci ha suscitato forti emozioni, tutte le persone che abbiamo incontrato nel nostro percorso… tutto quello è pura vita.

 

 

Marta Lock