Proprio quando crediamo che le cose siano completamente ferme…succede qualcosa che ci fa comprendere…quanto silenziosamente si siano invece mosse…
Alcune volte, tra gli alti e bassi dei nostri percorsi, delle strade che intraprendiamo e degli uragani nei quali ci troviamo, ci sembra di trovarci all’interno di un enorme spazio vuoto in cui nulla va avanti ma neanche indietro, un buco nero all’interno del quale nonostante noi ci muoviamo continuamente, in realtà sembra tenerci incollati in un limbo da cui è impossibile uscire. In quelle fasi particolari tendiamo a scoraggiarci e pensare che non riusciremo mai a raggiungere il nostro obiettivo, a superare quell’ostacolo che tanto ci impedisce di progredire, a raccogliere i frutti di ciò a cui tanto faticosamente ci stiamo dedicando e nonostante non ci siamo mai considerati dei pessimisti, di quelli che vedono l’unica nuvola all’orizzonte di un cielo completamente limpido pensando che prima o poi pioverà anziché godersi il sole che li scalda, ci troviamo stranamente a pensare che sarà difficile uscire da quell’impasse.
In quei particolari momenti ogni iniziativa che intraprendiamo, ogni passo che facciamo, ogni minuscola cosa che modifichiamo, sebbene non abbia un risvolto negativo resta però nella neutralità di un percorso che non riesce a condurci verso alcuna direzione, come se ci trovassimo su un nastro trasportatore fermo dal quale oltretutto è impossibile scendere.
A cosa serve fare tanti sforzi se non riusciamo ad arrivare dove desideriamo?
Come mai ciò per cui tanto abbiamo lavorato non sembra ottenere il risultato sperato, come se esistesse una forza contraria che vuole guardarci continuare a impegnarci prima di concedere la giusta ricompensa?
Perché tutto sembra incredibilmente e irrisolvibilmente fermo nonostante noi ci stiamo continuando a muovere in ogni direzione possibile?
Esistono dei periodi strani in cui le situazioni stagnano, non tanto perché la direzione che abbiamo preso non sia quella giusta quanto perché in alcune fasi c’è bisogno di lasciar trascorrere un po’ di tempo prima che tutti i tasselli si incastrino, come quando stiamo componendo un puzzle e ci impieghiamo un po’ a cercare quel preciso pezzo che, guarda caso, è proprio quello che darebbe un senso all’insieme e senza il quale l’immagine non sarà mai completa. Molto dipende anche dall’impazienza che, è umano quanto comprensibile, ci assale per voler vedere finalmente una svolta che ci dia nuova linfa per andare avanti nel percorso in cui tanto crediamo.
Arriva poi un giorno particolare, di quelli che non immaginiamo possano volgere tanto al positivo senza neanche averli intuiti o desiderati, in cui riceviamo una notizia o raggiungiamo un piccolo obiettivo o ancora succede qualcosa che ci fa comprendere quanto, nonostante la nostra convinzione, determinata effettivamente dall’innegabilità della realtà, che le cose fossero assolutamente immobili, si siano invece mosse in modo lento ma perpetuo generando quei piccoli cambiamenti che, concatenandosi, ne hanno generato altri più grandi fino al momento in cui si sono manifestati e concretizzati davanti ai nostri occhi increduli e sorpresi.
Così assolutamente rigenerati ed entusiasmati da quel piccolo passo avanti che ci ha confermato che il puzzle che stavamo costruendo inizia a incastrarsi pezzo a pezz e che a volte c’è bisogno di tempo prima che saltino fuori i tasselli necessari a completarlo, riprendiamo la nostra corsa all’interno di quello spazio vuoto che, improvvisamente, si è riempito di nuova energia, di nuova linfa e determinazione, dunque anche correndo alla stessa identica velocità di prima e con il medesimo sforzo, da quel momento diventiamo consapevoli di quanto le cose in superficie si muovano a un ritmo diverso da quello più nascosto e sotterraneo.
In realtà non è la situazione a essere cambiata bensì semplicemente il nostro punto di vista che si è colorato dei toni accesi della speranza e della fiducia, della consapevolezza che le cose non sono mai come sembrano e che lo sguardo scoraggiato non ci aiuta a credere… così riprendendo il cammino e questa volta sorridendo.
Marta Lock