Memories

Le belle emozioni vissute non si cancellano…crediamo di dimenticarle ma loro aspettano solo il momento giusto…e poi intensamente riaffiorano…

A volte quando una situazione si chiude, una storia finisce, un legame apparentemente forte chissà come si distacca da noi allontanato da cause esterne oppure da motivazioni attribuite a impegni, cose da fare, nervosismi, dispetti, ripicche o semplicemente incomunicabilità, tendiamo a dimenticare tutto il positivo che aveva portato nella nostra vita o forse desideriamo così tanto distaccarcene da riporre in un angolo remoto della memoria tutto ciò che potrebbe far vacillare la nostra ferma decisione di chiudere la relazione.

Perciò prendiamo in esame tutti gli aspetti negativi della storia trovando mille motivi per convincerci che quella persona non era giusta per noi perché troppo diversa, perché a lungo andare le forti differenze sarebbero uscite fuori magari troppo tardi per scappare senza dolore, anzi quasi ringraziamo la sorte per averci fatto aprire gli occhi al momento giusto prima di essere troppo coinvolti per vedere chiaramente la realtà…una realtà troppo distante da ciò che avevamo immaginato di poter vivere insieme a qualcuno.

Insomma ci raccontiamo una marea di bugie per nascondere, come bambini con le mani impiastrate di marmellata che negano di averla mangiata, o forse negare a noi stessi di aver pensato e fortemente creduto che la complicità, la compatibilità emotiva, la facilità di dialogo e di espressione delle sensazioni provate fossero di una rarità incredibile al punto di aver superato tutte le altre barriere portandoci a confessare a noi stessi che l’altro fosse l’unico con il quale avremmo mai potuto costruire qualcosa.

Perché un episodio è capace di cancellare tutte le sensazioni ed emozioni intense quanto rare provate con qualcuno di speciale?

Per quale motivo lasciamo che l’incomunicabilità distrugga un rapporto unico?

E’ davvero credibile che tutto ciò che abbiamo provato insieme possa essere cancellato con un colpo di spugna da errori di comportamento che potrebbero non avere nulla a che fare con l’intensità dei sentimenti?

Allora perché ci impediamo con tutte le forze di ripensare e ricordare i momenti che avevano reso quel rapporto talmente unico da averci fatto arrendere all’evidenza che fossero ben oltre tutto ciò che avevamo provato prima?

Subito dopo la fine di qualcosa che ci aveva fatti sentire bene come poche altre volte, è molto più facile annullare i ricordi belli per lasciare spazio a tutto il fastidio che ci ha portati alla rottura, ed è molto meglio per la nostra memoria vedere il lato peggiore di quella persona per impedirle di far emergere, come un tappo di sughero che non vuole andare a fondo, tutto il positivo che ha e che ci aveva permesso di credere nella favola. Dunque andiamo avanti spediti nell’apparente processo di cancellazione, sicuri che la decisione presa sia assolutamente e innegabilmente la migliore. Tutto vero fino a quel particolare giorno in cui, stranamente ci fermiamo a dubitare che la nostra reazione fosse stata quella giusta, a pensare che se invece di cedere all’irrazionalità ci fossimo fermati a domandare i perché, se invece di chiuderci nel silenzio e nel meccanismo di difesa avessimo compiuto un passo verso l’altro per aprirci al dialogo e comprendere il momento, se invece di dubitare avessimo avuto più fiducia, atteso la calma e ripreso a guardarci negli occhi, forse non avremmo permesso a un sentimento che ci sollevava da terra e di farci sentire di essere in due contro il resto del mondo di finire in modo tanto brusco quanto senza senso.

In quel gioco di ricordi, quello scherzo della memoria che ci porta a dimenticare quasi il negativo per far riemergere tutto il positivo che quella storia e quella persona avevano portato nella nostra esistenza, sentiamo l’altro stranamente vicino, quasi come se in qualche modo a sua volta stesse ricordando gli stessi identici momenti, quasi come due individui che a distanza stanno guardando nello stesso istante il medesimo film. E così, quasi per caso uno dei due fa un passo verso l’altro e la magia di tutto ciò che era stato vissuto e mai cancellato, riemerge forte e intensa come se il tempo non fosse mai passato.

E a quel punto comprendiamo che le anime si continuano a cercare anche se le volontà scelgono di allontanarsi.

 
Marta Lock