Mezzo pieno, mezzo vuoto

Per molte persone è più facile credere… che si verificherà qualcosa di spiacevole… piuttosto che accettare la possibilità… che accada qualcosa di piacevole… il perché sia così è un vero enigma…

Tante più volte ci è capitato di cadere quanto più abbiamo sviluppato un atteggiamento che definiamo realista, ma che in realtà nasconde un immotivato pessimismo con il quale abbiamo deciso di tutelarci dalla disillusione delle nostre aspettative; questo postulato accompagna il nostro percorso adulto quasi come se dovesse costituire un punto fermo, una certezza alla quale ci aggrappiamo solo perché le volte in cui abbiamo effettuato la caduta, in cui ciò che desideravamo stava per realizzarsi salvo poi sfumare via velocemente dalle nostre mani, il senso di sconfitta, la delusione e il crollo della fiducia hanno generato una barriera difensiva a protezione di quell’interiorità ferita. Da quelle prime fasi in avanti dunque non ci è più stato possibile continuare a guardare gli eventi e le circostanze con il punto di vista precedente a quella caduta perché in fondo, ci diciamo, se pensiamo il peggio sarà poi piacevolmente sorprendente semmai arriverà il meglio.

Siamo davvero convinti che quello sia l’approccio migliore alla vita?

Per quale motivo decidiamo che pensare che il bicchiere sia mezzo vuoto e dunque vivere con scetticismo tutto ciò che accade, sia preferibile all’abbracciare gli accadimenti con la positività e la fiducia che possano invece essere migliori di quanto immaginiamo?

A cosa serve in fondo quel freno al naturale entusiasmo insito nella natura umana che non fa altro che farci vivere male il percorso, il viaggio attraverso le esperienze che si susseguono?

L’esistenza, la crescita personale, è costituita da molti ostacoli necessari non solo a conoscerci più a fondo ma anche a scoprire i punti di forza e quelli di debolezza, la determinazione a raggiungere un obiettivo a prescindere dalle condizioni favorevoli o sfavorevoli e anche alla tenacia che spesso è necessario avere per non lasciarci abbattere dagli eventi; ovviamente il momento delle cadute fa male, soprattutto perché realizziamo che a volte non è possibile ostacolare il corso delle circostanze e quindi ci sentiamo impotenti, oltre che sconfitti. Tuttavia considerare un episodio come una certezza sull’andamento costante delle cose è riduttivo quanto in fondo limitante per un’emotività umana che al contrario ha bisogno anche di positività e fiducia. Non solo, attraversare i frangenti dell’esistenza con la costante e radicata convinzione che tutto avrà un esito negativo, perché gli episodi positivi e gratificanti accadono sempre e solo agli altri, ha il duplice svantaggio di indurci a vivere male tutta la fase del percorso e poi di confermare i nostri timori se il peggio che avevamo previsto si verifica.

Al contrario, assumendo un tipo di atteggiamento differente, più aperto alla positività, alla possibilità che le cose avranno un esito positivo, non solo assaporeremo il sapore dolce della fiducia e della speranza, divertendoci durante il cammino, ma riusciremo anche a ridimensionare la sconfitta vedendola solo come un ostacolo, perché tutto il resto del tempo siamo stati bene, abbiamo cullato il sogno che tutto volgesse al meglio sentendoci dunque felici almeno finché non siamo giunti al termine di quel determinato evento. Dunque la sconfitta non sarà tanto bruciante, sia perché avremo già fatto altre cadute e avremo appreso la forza nel rialzarci considerando gli eventi come semplici gradini da salire per ottenere il meglio per noi, sia perché avremo appreso quanto l’altalena della vita sia costituita da salite e da discese e che gli accadimenti seguono il loro corso proprio per indurci a compiere quell’evoluzione necessaria ad approfondire la conoscenza di noi stessi.

Capiremo così che tutto quel negativo che avevamo temuto al punto da preferire considerarlo come l’unica opzione possibile, sia in realtà funzionale a farci compiere deviazioni, reali o semplicemente di pensiero, che ci aiuteranno a comprendere l’importanza di un approccio positivo, fiducioso e ottimista che, malgrado poi gli eventi abbiano comunque una loro intrinseca evoluzione, quanto meno riesce a rendere piacevole tutti i passi fino alla prossima caduta. O a quella che, se osservata dal rinnovato altro punto di vista, può essere il livello da cui ripartire per inseguire la successiva vittoria.

 

 

Marta Lock