Se una persona ci piace al punto da poterci coinvolgere…per paura cerchiamo di evidenziare i motivi per i quali evitarla…sperando che diventino talmente tanti e grandi…da farci allontanare e dimenticare…quanto in realtà vorremmo averla accanto…
All’inizio di una frequentazione, quando abbiamo superato la fase che ci porta a studiare l’altro, spiare i suoi comportamenti e modi di fare, e deciso che non c’è un motivo valido per non provare a conoscerlo in modo più approfondito, ci troviamo inevitabilmente a fare i conti con stati d’animo altalenanti che derivano dall’insicurezza della piega che potrà prendere il rapporto. Dopo le prime uscite realizziamo che quella persona ci piace davvero e che potrebbe diventare importante, però la fase della conoscenza in cui ci troviamo, non ci rende possibile lasciarci andare come vorremmo.
Questo perché le esperienze ci hanno insegnato che è meglio non bruciare le tappe, che non tutti abbiamo gli stessi tempi, imparando quindi che non dobbiamo far sentire l’altro sotto pressione per evitare che si spaventi e scappi, e che non dovremmo mai, soprattutto i primi tempi, dare, a chi stiamo frequentando, troppe certezze riguardo le nostre emozioni e la nostra disponibilità nei suoi confronti. E’ meglio rimanere avvolti da un po’ di mistero, far finta di avere tanti altri impegni che non ci permettono di poter vedere continuamente l’altra persona e che non siamo così tanto presi da lei da pensarla continuamente.
Perciò iniziamo quella strana danza per la quale noi aspettiamo e rimaniamo a osservare, l’altro, vuoi perché è meno preso di noi in quella fase della relazione, vuoi perché è occupato da altri impegni, vuoi perché a sua volta fa gli stessi nostri ragionamenti, aspetta a sua volta prima di invitarci nuovamente.
E’ giusto seguire una tattica all’inizio di una relazione?
Quanto tempo dobbiamo aspettare prima di smettere di trattenerci e mostrare finalmente il nostro desiderio che la storia prenda una piega più seria?
E perché l’altro non fa niente per accelerare i tempi?
Già. La persona che ci piace è lì ferma, e lascia passare giorni prima di farsi di nuovo viva. Questo ci fa precipitare nei dubbi riguardo le sue intenzioni, portandoci a razionalizzare e soppesare i pregi e difetti che decidiamo di attribuirle, fino a sperare che i suoi difetti diventino talmente tanti da farci smettere di desiderare rivederla. Ecco quindi che iniziamo a valutare che una persona che non si fa sentire per giorni, non ci interessa, che quella volta che siamo usciti con lei aveva fatto quella particolare cosa che ci aveva molto infastiditi, che il suo modo di parlare non ci era piaciuto oppure che in un determinato discorso aveva espresso un concetto che non condividevamo affatto.
Se era davvero così, perché al momento non ce ne eravamo resi conto?
Perché l’ultima uscita ci aveva lasciato sognanti e con gli occhi luminosi e ridenti per tante ore?
Nel momento in cui abbiamo realizzato che era passato troppo tempo, secondo le nostre esigenze, dall’ultima volta che la persona si è fatta sentire, abbiamo iniziato a vacillare, e il magnifico ricordo ha lasciato spazio al dubbio che quelle sublimi sensazioni fossero state avvertite solo da noi, mentre per l’altro avevano costituito niente di più se non una piacevole serata. Perciò il campanello d’allarme sviluppatosi in noi in tanti anni, durante i quali abbiamo imparato a difenderci dalle illusioni, inizia a suonare e il riflesso incondizionato che ne deriva è di trovare dei motivi validi per allontanarci mentalmente da quella persona, trovandole mille difetti che la rendono inadatta a noi e alle esigenze che abbiamo sviluppato nel corso degli anni.
Fino al momento in cui non si fa viva di nuovo, e ci fa capire, a modo suo, che anche lei ha pensato a noi e che ha aspettato per non farci sentire pressati, per non darci l’impressione di voler bruciare le tappe, spaventandoci e facendoci scappare, perché anche a lei la vita ha insegnato che bisogna rispettare i tempi degli altri. A quel punto tutti i dubbi si sciolgono, i nostri occhi tornano a essere lucidi e sognanti, le nostre emozioni ricominciano a fluire e i difetti, che nella fase della difesa, ci sembravano tanto grandi, sembrano essere svaniti.
E finalmente ammettiamo con noi stessi che sappiamo benissimo che non esiste la perfezione e che tutti siamo pieni di difetti, ma se una persona ci suscita così tante emozioni, e ci fa sembrare un’eternità anche un giorno senza avere sue notizie, non serve a nulla voler ingigantire le imperfezioni, per impedirci di pensare a quanto bello sarebbe averla sempre accanto.
E, qualche volta, tutto questo accade a entrambi con gli stessi tempi.
Marta Lock