Onde emotive

L’intuizione corre molto più veloce della comprensione… il problema è che la mente spesso… non ne accetta i suggerimenti…

Molto frequentemente ci capita di scegliere di portare avanti situazioni di cui all’inizio non sembravamo certi, poiché qualcosa dentro di noi sembrava frenarci o metterci sul chi va là, una sensazione inspiegabile che decidiamo di non ascoltare perché i motivi che ci inducono a proseguire sono molto più logici e solidi di un qualcosa di indefinito. Sappiamo che la bilancia pende decisamente per lo spingerci a vivere quella cosa nuova che è entrata nella nostra vita e che speriamo potrà sorprenderci diventando inaspettatamente ciò che aspettavamo da sempre. Quindi ci tuffiamo con entusiasmo nella nuova esperienza lasciandoci trascinare dagli eventi e permettendoci di scoprire a fondo la persona con cui abbiamo intrapreso quell’avventura senza pregiudizi, senza lasciarci frenare dalla zavorra del passato, senza stare sulla difensiva mettendo una barriera creata solo dalle esperienze precedenti e non certo da chi stiamo appena conoscendo nel momento attuale.

Anche se inizialmente qualcosa sembrava volerci frenare, e anche se effettivamente notiamo alcuni comportamenti che non corrispondono perfettamente a ciò che ci aspettiamo o che assumeremmo noi, scegliamo consapevolmente di passare sopra ai dettagli per dare rilievo alla sostanza, quella che la mente ci racconta essere più importante di tutto, quella a cui, con la maturità acquisita, abbiamo imparato a considerare come prioritaria. Dunque mettiamo a tacere quel piccolissimo ticchettio che si riattiva ogni volta che sentiamo una risposta che ci lascia perplessi, una mancata azione che ci disorienta, dicendoci che non possiamo aspettarci di trovarci davanti alla nostra copia esatta e che dobbiamo accettarne le diversità da noi come parte del suo modo di essere.

Man mano che le cose vanno avanti, che la conoscenza si approfondisce e i filtri si dissolvono però, ci rendiamo conto che quelle piccole cose, quei piccoli dettagli che avevamo catalogato come secondari, rientrano invece in un modo di pensare e di rapportarsi molto differente dal nostro, in un qualcosa che diventa di giorno in giorno più grande ai nostri occhi non sono più velati dal piacere di avere qualcosa da scoprire e che ora vedono con chiarezza una mancanza di affinità che la ragione aveva voluto ignorare.

Per quale motivo ci fidiamo così poco di quei campanelli che suonano subito, relegandoli nell’angolo delle paure anziché vederli come la chiara voce dell’intuizione?

Quante volte è già successo di aver ignorato un impulso trovandoci poi, a posteriori, a pensare che avremmo fatto meglio a seguirlo?

Come mai dunque, il nostro istinto si rivela molto più razionale ed equilibrato della nostra superba e irragionevole mente?

Nel processo di crescita, in quell’inevitabile analizzare, ripensare e rivedere ciò che è stato e che ha determinato la fine di qualcosa, in quell’allenarci a comprendere meglio noi stessi e gli atteggiamenti degli altri, non ci siamo resi conto che la nostra intuitività cresceva tanto quanto l’equilibrio logico anzi, forse lei maturava la sua consapevolezza molto più velocemente della nostra ragione, fino ad arrivare al punto in cui siamo oggi, quello in cui sa già fin da subito che verso prenderanno le cose, presto o tardi. Ora, se è vero che non è giusto affidarsi alla prima impressione e che è giusto approfondire e conoscere prima di decidere cosa fare, è altrettanto vero che quando la nostra voce emotiva tenta di gridare è perché percepisce uno scontro di onde concentriche che non riescono a intersecarsi nel modo giusto, intuisce che quei piccoli e apparentemente trascurabili dettagli sono invece fondamentali per farci sentire bene con noi stessi e con l’altro.

Tanto quanto succede che, pur essendo la razionalità e l’oggettività contrarie al proseguire con qualcuno, quella forte onda emotiva può continuare a spingerci verso quella di un altro in modo talmente inspiegabile da indurre la mente, che voleva opporsi, a decidere di cedere davanti a quell’onda che invece, lentamente ma inesorabilmente, ci travolge senza che riusciamo a renderci conto del perché.

In quel momento capiamo e accettiamo che nel mondo affascinante e intuitivo delle emozioni molto spesso un perché non c’è.

 

Marta Lock