Non esistono emozioni da trattenere e altre da condividere… esistono solo persone con cui non sentiamo di condividerle… e altre con le quali non riusciamo a trattenerle…
Abbiamo vissuto emozioni intense insieme a persone con le quali abbiamo tentato di condividerle rendendoci conto che le percezioni erano troppo opposte per essere comprese, tanto quanto a volte ci siamo trovati da soli a respirare sensazioni desiderando avere accanto qualcuno a cui esprimerle pur trovandoci in un voluto momento di solitudine; in altre occasioni invece le abbiamo manifestate a qualcuno che le ha derise o, nei casi più negativi, calpestate e usate contro di noi, come se il saper esprimere ciò che si sente nel profondo possa essere considerata una debolezza sulla quale infierire.
Perciò il meccanismo automatico che regola l’istinto di sopravvivenza, laddove per sopravvivenza si intende la salvaguardia del proprio mondo interiore, ci ha indotti a selezionare accuratamente le nostre emozioni in base alla loro intensità, a quanto ci coinvolgono e a come ci fanno sentire, decidendo con incredibile senso razionale, quali mostrare e quali invece custodire gelosamente e silenziosamente sotto le pieghe della nostra anima. In alcuni casi quelle che ci fanno sentire più esposti, memori delle precedenti esperienze, tendiamo a non rivelarle persino a noi stessi, decidendo che è meglio fingere che non esistano piuttosto che rischiare che anche qualcun altro si accorga della loro presenza scorgendo così il nostro punto debole.
E’ giusto arrivare all’estrema scelta del preferir trattenere le emozioni più coinvolgenti pur di non incorrere nella possibilità che qualcuno ci ferisca?
In base a cosa dunque possiamo stabilire quali sensazioni mostrare, perché non ci mettono a rischio, e quali invece custodire gelosamente?
Cos’è che ci porta a credere che le esperienze avute nel nostro passato possano ripetersi nel nostro presente nonostante la crescita e la maturità ottenute?
Perché invece di selezionare i sentimenti non ci impegniamo a scegliere con maggiore accortezza le persone da avere accanto e con le quali manifestarli?
La sofferenza o le delusioni del passato spesso si trascinano inesorabili e si insinuano nel presente fino a condizionare il nostro modo di porci con gli altri e, nei casi più limite, a scegliere di evitare di metterci in gioco per non ricadere negli stessi errori che ci avevano provocato dolore. Ma poi arriva quel giorno in cui la vita ci mette di fronte a qualcuno con cui tutto ciò che era stato facile nascondere o trattenere con altri, al punto di indurci a credere di non essere più capaci di provare le stesse sensazioni di prima che il percorso ci conducesse di fronte all’esigenza di autotutela, è talmente forte ma al tempo stesso naturale da non riuscire a ignorarlo, da non poter più raccontare a noi stessi che non vi sia perché l’altro sarà talmente in sintonia con la nostra anima da scorgere con chiarezza anche ciò che non crediamo di provare.
Così scopriamo un mondo completamente nuovo in cui l’altro non è un antagonista, qualcuno a cui nascondere la nostra vera essenza per tutelarla da un qualche inaspettato attacco bensì un’altra anima fragile con cui condividere le emozioni profonde; non è qualcuno da cui doverci proteggere bensì qualcuno che ci proteggerà perché vedendo ciò che nascondiamo al mondo non ci deriderà, non lo userà contro di noi, non ci chiederà di più solo perché conoscerà il nostro punto debole bensì ci amerà proprio per quella nostra capacità di dare, di sentire e di vivere intensamente che avevamo conservato, inconsapevolmente, proprio per lui. Davanti a tanta naturalezza e reciprocità ci sentiremo a casa, finalmente dopo un lungo cammino avremo la sensazione di aver fatto un balzo indietro nel tempo fino a prima che credessimo di dover catalogare le emozioni e nasconderle.
Così scopriremo che non esistono cose da mostrare e altre da tutelare bensì tantissime persone con cui non sentiamo il desiderio di mostrare la nostra anima e pochissime con cui non mostrarla è tanto impossibile e inutile quanto lo sarebbe nascondere a noi stessi la marea di emozioni da cui siamo avvolti quando ci troviamo davanti a loro.
Marta Lock