Poli opposti

Esistono persone con cui ogni volta che abbiamo a che fare… ci fanno ricordare il perché con loro… avevamo deciso di non voler più avere niente a che fare…

Tra i tanti individui che incrociano il cammino della nostra esistenza può capitarci, molto più frequentemente di quanto avremmo mai previsto o immaginato, di entrare in contatto con caratteri e personalità completamente divergenti dalla nostra e, in questo caso, l’incompatibilità è talmente evidente da saltare subito agli occhi permettendoci di scegliere se allontanarci subito o, nel caso in cui la vicinanza sia inevitabile come nell’ambito della sfera professionale, di fare buon viso a cattivo gioco tentando di evitare il più possibile momenti di confronto. Tuttavia si potrebbero verificare incontri e casualità per i quali abbiamo a che fare con persone con cui la dissonanza non è tanto evidente anzi, tutt’altro, l’armonia iniziale sembra reale e le personalità talmente convergenti da indurci ad approfondire la conoscenza. Tale circostanza può nascere in qualsiasi ambito della nostra esistenza, da quello strettamente sentimentale a quello dell’amicizia passando per la sfera lavorativa e a volte anche familiare.

L’armonia ingannevole ci conduce verso un consolidamento del rapporto che, a seconda del caso specifico, con queste persone viviamo, il quale però sulla lunga distanza ci fa avvertire leggere note stonate, piccoli frammenti emotivi che si insinuano nella nostra interiorità impedendoci di sentirci perfettamente a nostro agio; può trattarsi di una frase, di un atteggiamento, di un modo di vedere le cose o di affrontarle completamente discostante dalla nostra esperienza e dal nostro percorso, o ancora semplicemente una personalità che, emergendo in tutte le sue sfaccettature, in qualche modo rompe l’apparente sintonia che era nata inizialmente. Eppure facciamo fatica a capire come mai si sia verificata quell’inversione di tendenza così ci concediamo del tempo per dare altre possibilità a quel legame, aspettiamo di realizzare se quella sensazione appartiene a un nostro momento particolare, a un singolare periodo dell’altro, e andiamo avanti continuando a percepire quella discrepanza che conduce lentamente a piccoli sconti verbali.

Com’è possibile che un’amicizia, un amore, un legame familiare, che in principio ci facevano sentire tanto affini a un’altra persona, improvvisamente si incrini mostrando differenze troppo profonde per poter essere colmate?

Perché di punto in bianco i motivi di dissonanza sembrano essere molto più indigesti dei punti in comune che avevamo intuito durante i primi tempi?

È forse per quella distanza che sentiamo sempre più forte il bisogno di allontanarci da quella persona, di creare via via minori occasioni di contatto?

Anche se in apparenza alcuni individui ci sembrano simili a noi sotto molti punti di vista, e nonostante trascorrere il tempo in loro compagnia in principio ci fa sentire bene perché in fondo ci ritroviamo in alcuni ragionamenti convincendoci di avere lo stesso sguardo verso l’esistenza, può invece accadere di scoprirsi completamente differenti nei modi di fare e di pensare più consolidati e profondi, al punto di dar vita a piccoli attriti che giorno dopo giorno rendono meno piacevole il confronto, il trascorrere del tempo insieme, il condividere esperienze ed episodi che, improvvisamente realizziamo, vengono percepiti e vissuti in maniera assolutamente differente. Dunque il distacco diventa necessario per cancellare quella sensazione di disagio con cui non ci piace avere a che fare, perché avevamo promesso a noi stessi di scegliere solo ciò e chi, ci avrebbe fatti stare bene, in armonia, a nostro agio, sebbene un allontanamento provochi sempre un sottile dolore dal punto di vista affettivo che viene però messo in secondo piano rispetto al nostro desiderio di benessere.

A volte può capitare di incontrare di nuovo queste persone, di provare a riallacciare un rapporto, amichevole, sentimentale o familiare, che in precedenza avevamo chiuso e, malgrado la volontà di essere aperti e ascoltare l’essenza dell’altro, non possiamo fare a meno di riprovare il medesimo disagio di quando avevamo scelto la chiusura, lo stesso antagonismo ideologico e di comportamento che non fa che confermarci di aver compiuto la scelta giusta.

 

 

Marta Lock