Prova, sbaglia, vivi

Se non avessimo mai corso… non avremmo sentito il bisogno di fermarci… se non avessimo mai tentato… non avremmo mai scelto… se non ci fossimo mai innamorati… non avremmo capito come doverci sentire per amare davvero…

Quante volte ci siamo domandati come sarebbero andate le cose se non avessimo compiuto una determinata scelta?

In quante occasioni abbiamo rimuginato su cosa sarebbe successo se avessimo avuto una reazione diversa a un determinato atteggiamento?

Perché tendiamo sempre a credere che la scelta che non abbiamo fatto si sarebbe rivelata migliore di quella per la quale abbiamo optato?

Cos’è che ci impedisce di vedere oltre il momento presente per comprendere che lo sbaglio di oggi può diventare la ricchezza di domani?

Molto spesso ci troviamo in situazioni in cui, almeno apparentemente, emerge solo la sensazione negativa del momento nel quale le viviamo, addirittura a volte il mondo sembra crollarci addosso tanto grande ci appare la macchia nera dello sbaglio che pensiamo di aver compiuto. Questo succede sia nel caso in cui ci incolpiamo di essere stati noi a optare per una decisione che non ha portato i frutti sperati, sia in quello in cui ci sembra di essere stati vittime degli altri, tronchi in balìa di una corrente impetuosa che non riuscivamo in alcun modo a controllare né a contrastare.

Tutto ciò che è successo, nel campo pratico o professionale o anche personale, ci ha segnati e ha modificato alcuni nostri comportamenti o semplicemente il modo di guardare gli altri, non più con fiducia cieca bensì con una salutare diffidenza che altro non è che una barriera necessaria da abbattere poi in un secondo tempo, dopo una conoscenza più approfondita dell’altro e della situazione. In questo caso ovviamente, a posteriori, l’incidente di percorso, l’errore di valutazione, lo sbaglio dovuto all’ingenuità o all’inesperienza, hanno costituito un importante momento di crescita e di maturazione che, a voler guardare bene, ci ha successivamente tutelati da cadute che sarebbero state ben più rovinose se non ci fosse stata la memoria della scossa precedente a farci suonare i campanelli d’allarme.

Per quanto riguarda la strada verso la conoscenza di noi stessi poi, alcuni estremi giovanili inevitabilmente stemperati nel tempo, hanno costituito un importante spartiacque tra ciò che desideravamo e ciò che volevamo davvero avere, tra ciò che credevamo ci avrebbe fatti stare bene e ciò che abbiamo capito che realmente lo avrebbe fatto, tra tutte le corse impazienti che volevamo fare per raggiungere gli obiettivi e il desiderio successivo di saperci fermare e attendere il momento giusto affinché le cose si verifichino senza per questo sentirci perdenti. E nel momento in cui le intemperanze si sono mitigate, nel momento in cui siamo riusciti a dare il giusto senso al nostro passato, ci rendiamo conto dell’importanza delle esperienze fatte e che senza di esse non avremmo potuto essere le persone che siamo.

E poi arrivano le dolenti note dell’esperienza emotiva, quella che più delle altre ha segnato la nostra anima facendoci pentire molto spesso di aver incontrato persone che ci hanno causato sofferenza o che ci ha portati a chiuderci, in modo apparentemente irrimediabile, facendoci perdere la capacità di metterci in gioco.

Perché non riusciamo ad accettare la fine di una relazione semplicemente come qualcosa che ha avuto un inizio e una conclusione e che, se ha avuto una durata, è perché in fondo ci ha regalato dei momenti belli?

Com’è possibile non riuscire a comprendere quanto importante sia stato esserci innamorati anche di persone sbagliate per sapere con maggiore consapevolezza cosa desideriamo da quella giusta?

Il passato emotivo è un bagaglio prezioso che ci portiamo dietro e chi ha aiutati a capire, dopo vari tentativi, come abbiamo bisogno di essere trattati, di sentire e il modo in cui ricevere da chi sarà la persona definitiva, quella con cui percorreremo il resto del sentiero della nostra esistenza, perciò dovremmo essere in fondo grati a coloro i quali l’hanno preceduta perché è anche grazie a loro che saremo in grado di riconoscerla quando arriverà.

Dunque tutto ciò che è successo, il nostro passato, le nostre esperienze, le nostre intemperanze, in fondo sono la fortuna degli adulti che siamo diventati, così come il presente di adesso sarà fondamento del futuro, continua evoluzione di una vita che può solo essere vissuta.

 

Marta Lock