Quelle pause del cuore

L’immobilità emotiva è tanto più lunga… quanto più forte è stato il coinvolgimento… con il qualcuno che abbiamo dovuto dimenticare…

Esistono momenti particolari del nostro percorso di vita emotiva, fasi lunghe e complicate necessarie non solo a comprendere noi stessi ma anche tutto ciò che è accaduto con qualcuno che ha inevitabilmente lasciato un profondo segno dentro la nostra fragile e delicata interiorità. Spesso lasciar andare un’emozione che ci ha scaldato l’anima per tanto, o anche per poco perché in realtà la durata è inconsistente se soppesata in base all’intensità del vissuto, è un processo complesso che richiede grandi sforzi di autocontrollo per non cedere e tornare verso ciò da cui siamo stati costretti ad allontanarci. Quando ci confrontiamo con i nuovi noi che hanno bisogno di adattarsi a convivere con il vuoto lasciato dalla persona che era stata tanto importante, realizziamo quanto sia difficile riuscire a voltare pagina, perché le sensazioni vissute ci sono rimaste addosso indelebili, e perché un sentimento importante non è così facile da incontrare di nuovo… ma soprattutto perché non riusciamo a dimenticare tutte le cose dette, quelle non dette, la difficoltà del cercare di far sopravvivere qualcosa che, nonostante fosse incredibilmente forte, era innegabilmente anche troppo complicata per resistere alle fratture a cui nel tempo era stata sottoposta.

Perciò tendiamo ad aspettare un ragionevole lasso di tempo che ci permetta di leccarci le ferite e allontanare l’eco di una storia troppo importante per essere messa semplicemente nel cassetto della memoria per chiuderla lì e poter andare avanti come se non fosse mai esistita, e decidiamo di tenerci lontano da tutto ciò che può coinvolgerci di nuovo probabilmente perché non ci sentiamo pronti. O forse in realtà, pur raccontando a noi stessi di esserlo, pronti, non siamo in grado di incontrare quel qualcuno che ci piaccia così tanto da farci provare le stesse forti emozioni della persona del passato appena lasciato andare e quindi facciamo retromarcia in virtù della consapevolezza raggiunta di avere perfettamente chiaro come necessitiamo sentirci per aprire di nuovo il nostro cuore imprigionato nella rete del precedentemente vissuto. Nella fase di sperimentazione, dell’apertura verso nuove conoscenze, convinti che ogni persona sia differente tanto quanto l’intensità delle sensazioni che riesce a far emergere anche se l’effetto iniziale che incontrandola abbiamo e che potrebbe essere completamente opposto a tutto ciò che è stato in precedenza, abbiamo appreso che pur dando l’opportunità all’altro di lasciarsi scoprire e a noi di concederci una possibilità, in realtà tutto ciò di cui abbiamo bisogno è di restare ancora immobili seguendo il sottile suggerimento del nostro intimo che ci racconta ancora di quelle emozioni precedenti.

Perché ci sentiamo bloccati dalle emozioni del passato e dal timore che non si ripeteranno mai con la stessa intensità?

Come mai non riusciamo a capire quanto la pausa emotiva sia fondamentale per ricostruire e rigenerare la nostra emotività che la renderà poi pronta a tuffarsi ancora all’interno di una nuova storia?

All’improvviso un giorno, quello del disgelo emozionale e della fase in cui sentiamo di non aver più bisogno di restare fermi, può capitarci di incontrare qualcuno di molto simile alla persona tatuata nella nostra memoria, in virtù del fatto, che non è una teoria, che sono alcune specifiche e determinate caratteristiche ad attrarci verso le persone, le stesse che avevamo trovato e che ci avevano coinvolti nelle relazioni precedenti e di cui abbiamo bisogno affinché la nostra attenzione sia catalizzata da un individuo piuttosto che da un altro. In quell’incontro è impossibile non notare quanti dettagli siano affini ai precedenti e quanto siano proprio quelle analogie a farci sentire affascinati, così come però ci fanno sentire incastrati in un ritorno al passato che in fondo ci fa un po’ paura, soprattutto quando scopriamo che alcune reazioni sono le medesime che avevano provocato in noi quei timori da cui erano cominciate le fratture.

Eppure quel giorno sentiremo di non aver bisogno di scappare perché l’altro si mostrerà nella sua interezza che ci svelerà le similitudini con il precedente amore ma anche le innumerevoli differenze che lo renderanno ai nostri occhi solo la persona che ci piace nel presente, che non deve aiutarci a dimenticare un passato né sostituire nessuno prima di lei, bensì quella con cui provare a costruire qualcosa di nuovo.

 

 

Marta Lock