Il momento più dolce è quello in cui guardiamo in fondo a noi stessi… e comprendiamo che le persone forti che siamo oggi… sono le stesse che hanno sbagliato e sono cadute ieri…
Quante volte ci siamo attribuiti colpe e responsabilità di cose accadute anche se, tutto sommato, l’esito non era completamente dipeso da noi?
In quante altre occasioni ci siamo incolpati senza appello per aver commesso un errore di giudizio, di valutazione, che eravamo perfettamente in grado di analizzare con maggiore lucidità?
Perché molto, troppo spesso, siamo in grado di perdonare gli altri per ciò che hanno fatto mentre decisamente meno riusciamo a perdonare noi stessi per aver loro permesso di ferire la nostra interiorità e i nostri sentimenti?
Non è forse vero che solo passando attraverso uno sbaglio che possiamo prendere l’insegnamento migliore per la strada successiva?
Molto spesso lo sguardo che rivolgiamo a noi è molto meno indulgente rispetto a quello attraverso il quale guardiamo il mondo perché è decisamente più complicato cercare di dare una giustificazione, un senso, a tutto ciò che ci accade e che dobbiamo affrontare e superare. Dunque capita, durante quell’autoanalisi, di trovarci faccia a faccia con le nostre mancanze, con le nostre debolezze, fragilità, immaturità dalle quali facciamo davvero molta fatica a riprenderci. E poi, diciamocela tutta, non siamo neanche tanto convinti che sia colpa nostra, insomma, molte volte sappiamo di aver fatto ciò che era nelle nostre facoltà per tenerci in bilico in situazioni che traballavano fin da subito. È forse quello il nostro rammarico più grande in fondo, quello di non aver compreso, o per meglio dire ascoltato, l’intuito, che ci suggeriva che sarebbe stato meglio lasciar stare e impiegare le nostre energie in qualcosa, o qualcuno, di più adatto a noi.
Tuttavia abbiamo scelto di proseguire, di credere in ciò che avevamo di fronte di volta in volta, e che ha segnato il nostro cammino di adulti aiutandoci a conoscere meglio noi stessi in relazione al mondo esterno; queste scelte ci hanno permesso di progredire ed evolvere trasformandoci in persone più forti, siamo diventati meno insicuri, più consapevoli dell’equilibrio raggiunto ma anche più disposti ad accettare i nostri limiti, le nostre carenze, senza colpevolizzarci od ostinarci a essere qualcuno che non potremo mai essere. Dunque nel presente tutto è molto più lineare, più chiaro e soprattutto, fa meno paura il timore di sbagliare o di cadere, non tanto perché siamo certi che non accadrà di nuovo, quello sicuramente non sarà possibile poiché l’errore fa parte dell’essere umano sempre e in qualunque fase, quanto perché conosciamo più a fondo la nostra resistenza e la tenacia nel vincere una difficoltà, oltrepassare un ostacolo, un limite, e di trovare una soluzione ai problemi con cui abbiamo a che fare.
Ora che siamo divenuti più coscienti di chi siamo, non abbiamo più timore di guardare indietro e di riconoscere con affetto che in fondo, quelle piccole immagini lontane, quei distanti noi che ricordiamo in terra dopo una caduta o affranti dopo una delusione, sono gli stessi che hanno saputo rialzarsi, riprendersi a volte a fatica, lottare per se stessi e per recuperare quella forza che sembrava perduta. Gli stessi che ora possono guardarsi indietro e ringraziarli quegli errori, perché è proprio grazie a tutti gli incidenti di percorso e alle persone sbagliate che abbiamo incontrato lungo quella strada chiamata vita, che siamo giunti a questo oggi in cui ci stiamo guardando a fondo.
E, finalmente, capiremo che tutto ciò che è accaduto, tutto ciò con cui siamo venuti a contatto, aveva un senso, quello di condurci nel punto esatto in cui ci troviamo oggi, con tutte le cicatrici e le ferite che ci rendono le persone che siamo.
Marta Lock