Il giorno in cui ci sentiremo disorientati… sarà lo stesso in cui sapremo di dover fare di tutto… per costruire delle nuove certezze…
Negli alti e bassi a cui abbiamo dovuto far fronte negli anni trascorsi, abbiamo vissuto quasi inconsapevolmente un’alternanza di coraggio e di sconforto che ci hanno rafforzati, hanno forgiato un carattere che, nel bene e nel male, ci ha fatti diventare quelli che siamo. Durante le varie vicissitudini ci siamo sentiti come tronchi trascinati dalla corrente mentre in altri casi eravamo dei solidi scogli che la corrente dell’acqua non riusciva a scalfire. Abbiamo camminato lungamente per comprendere cosa volevamo ottenere e abbiamo lavorato duro per raggiungere degli obiettivi che ci sembravano talmente lontani da risultare inarrivabili, eppure siamo riusciti nel nostro intento.
Questo fino al momento in cui, di colpo, abbiamo sentito che lo scopo finale era cambiato, non era più quello per il quale tanto avevamo lavorato, che non ci sentiamo appagati tanto quanto avevamo immaginato. Così iniziamo a dubitare di noi, della nostra coerenza, ci domandiamo il perché di quell’insoddisfazione che giunge proprio un attimo dopo aver centrato l’obiettivo per cui tanto a lungo avevamo lottato, e ci sentiamo disorientati, destabilizzati, in crisi con noi stessi. Ascoltando le voci degli altri che vedono il cambiamento di punto di vista come un qualcosa da fuggire, da evitare, perché inteso come segno di mancanza di stabilità, ci sentiamo inadeguati.
Per quale motivo ciò che tanto era fondamentale al punto di essere in cima alla lista delle nostre priorità, a un certo punto perde di importanza?
Come mai dopo un determinato periodo in cui abbiamo tutto ben chiaro, ci troviamo in mezzo a una nuova nebbia che mette in dubbio tutte le precedenti certezze?
In quale momento ciò che era importante è diventato secondario rispetto a nuove sfide e obiettivi?
Il nostro riflettere su noi stessi e la nostra apparente instabilità ci fa perdere di vista una componente importante dell’essere umano e, soprattutto, di quella categoria di persone che non vede il cambiamento come una minaccia; ci fa dimenticare che, se guardiamo indietro verso il nostro percorso di vita, abbiamo sempre attraversato delle lunghe fasi in cui, dopo un determinato periodo, abbiamo avvertito la necessità di effettuare delle rivoluzioni, più o meno grandi, ma che comunque hanno determinato una svolta. E se abbiamo seguito quell’impulso verso cui non potevamo fare a meno di tendere, è sempre stato perché qualcosa dentro di noi ci suggeriva di invertire la strada, di inoltrarci in un percorso nuovo perché il precedente non ci dava più l’energia di cui avevamo bisogno per sentirci appagati.
In quei momenti tutto ciò che ci destabilizzava era proprio quel restare immobili per dimostrare coerenza, quel resistere stoicamente per dare prova di solidità, quell’aggrapparci a uno scoglio che non ci dava più quella sensazione di sicurezza o, se ce la dava, non era più quella che volevamo sentire. Dunque abbiamo assecondato la nostra natura, abbiamo scelto di cambiare, abbiamo deciso di ascoltare quella voce interiore che ci spingeva a mettere la parola fine a un ciclo che ormai si era concluso per aprire la porta e inseguire, a volte molto coraggiosamente, un cammino nuovo, incerto, tutto da scoprire rimettendoci in gioco, mettendo in discussione tutto ciò che era dato per acquisito ma che ormai non faceva più parte dei nuovi noi che stavamo diventando.
Dopo una lunga riflessione comprendiamo che la nostra indole è quella di coraggiosi viaggiatori della vita, di impavidi sperimentatori di cambiamenti, di instabili costruttori di certezze che poi vengono abbattute per ricostruirne altre, e comprendiamo, senza più avere necessità di relazionare noi stessi con il mondo intorno che per questo nostro singolare modo di essere ci scruta con diffidenza perché diversi, che il momento in cui il disorientamento all’interno delle vecchie certezze ci prende la mente e batte come un tamburo, è lo stesso in cui diventa impellente ricostruirne delle nuove che ci facciano sentire lo stimolo a ricominciare.
È il momento di prendere in mano il coraggio e abbracciare quell’esigenza di cambiamento che è tornata a essere protagonista del nostro cammino, come ieri e probabilmente come domani.
Marta Lock