Tutto ciò che pensiamo oggi può non essere più vero domani… un po’ perché siamo volubili… un po’ perché siamo mutevoli… ma soprattutto perché siamo umani…
Spesso quando ci troviamo davanti alla volubilità, nostra o di qualcun altro, avvertiamo la spiacevole sensazione di colpa, nel caso in cui siamo noi i protagonisti di un cambiamento di vedute, oppure di disagio quando sia un altro ad attuare una mutazione di rotta o di pensiero, quasi come se l’avere a che fare con una trasformazione di un punto di vista, di un’opinione, fosse quasi una macchia di cui vergognarsi. Tutto questo perché ci confrontiamo con il luogo comune secondo il quale l’evoluzione è vista come un sinonimo di instabilità, qualcosa da cui quasi doversi difendere perché disorienta i nostri interlocutori al punto di farci apparire inaffidabili.
Perché spesso l’attitudine al cambiamento viene visto come un difetto anziché come una risorsa?
Come mai l’arrendersi all’evidenza che le cose siano in continua mutazione fa tanta paura al punto di indurre la maggior parte delle persone a doversene difendere?
In quale momento abbiamo stabilito che per essere persone solide dobbiamo necessariamente restare rigide e immutabili anche davanti all’evidenza di un errore?
Molto spesso i punti fermi diventano una sorta di schermo protettivo dietro il quale tendiamo a nascondere le nostre paure, le nostre insicurezze e, soprattutto, il timore di confrontarci con noi stessi per metterci in discussione, rivedere le scelte e considerare anche la possibilità di aver commesso degli sbagli. Ma tutto questo ci costringe a vivere dentro una gabbia dalla quale, pur sentendoci a volte intrappolati, non siamo capaci di uscire perché in fondo è comoda, ci siamo abituati a lei, e ci ha protetti dalle incognite di quel cambiamento che temiamo più di ogni altra cosa. Eppure, anche se spesso non siamo stati capaci di rendercene conto, gli incontri fatti, le situazioni che abbiamo affrontato, in qualche modo di hanno modificati, ci hanno lasciato qualcosa di loro e, che ci piaccia o meno ammetterlo, ci hanno permesso, anche solo per un attimo, di guardare le cose e quella specifica realtà da un’angolazione differente.
Arrendersi all’evidenza che la modificazione, il mutamento, appartengono alla natura stessa dell’uomo significa accogliere la possibilità evolutiva che ci rende in perpetuo tendere verso una conoscenza più profonda di noi stessi e regala a chi ci è vicino, la libertà di essere se stesso senza temere di essere giudicato o di sentire recriminazioni solo perché non è stato coerente con ciò che ha detto in precedenza. Ogni persona dovrebbe essere capace di rafforzarsi accettando la trasformazione non come un limite o come un difetto, bensì come una grande risorsa, quella che ci rende consapevoli che la realtà non è mai né assoluta né tanto meno fissa, e che ogni giorno può permetterci di scoprire qualcosa di nuovo che può letteralmente stravolgere tutto ciò che avevamo creduto fino al giorno precedente. Mettendo da parte il timore di metterci in gioco, di essere disponibili a rivedere le posizioni più nette e alle quali ci aggrappavamo per sentirci più sicuri, cominciamo ad assaporare la leggerezza delle possibilità differenti che si aprono davanti a noi, che costituiscono una scoperta continua e un nuovo approccio verso la realtà.
Soprattutto apprendiamo a essere più indulgenti con la nostra natura scorrevole, fluida, senza per questo autopunirci per l’inaffidabilità che crediamo di dimostrare agli altri, quando di fatto tutto ciò che dobbiamo lasciar andare è la rigidità, l’armatura inossidabile che ci fa apparire come inattaccabili scogli ma che, a lungo andare, non ci concede di lasciarci andare al movimento costante in quel mare, a volte calmo e a volte in burrasca, che è la vita. Gli altri, verso i quali tanto ci preoccupiamo di infondere un’aura di sicurezza nei confronti dei nostri princìpi, si abitueranno a comprendere che abbiamo accettato il cambiamento come parte della nostra natura umana e, a loro volta, potranno guardare le cose da una nuova prospettiva, forse proprio grazie a noi.
Accettando la mutevolezza accogliamo la libertà di sentirci imperfetti, incoerenti, inaffidabili a volte, incompleti, contraddittori, irrazionali ma proprio per questo… incredibilmente e adorabilmente umani.
Marta Lock