In fondo tutto ciò che vorremmo… è aprire gli occhi e trovarci dentro a un sogno… che non si dissolverà al primo battito di ciglia…
Quante volte abbiamo creduto in qualcosa che poi si è rivelato diverso da come avevamo immaginato?
In quante occasioni ci siamo trovati davanti a una situazione che sembrava quella che desideravamo da sempre e poi invece, altrettanto repentinamente, è scivolata via dalla nostra vita?
Perché abbiamo la sensazione che tutto ciò che desideriamo davvero continui a sfuggirci o ad apparire solo temporaneamente nella nostra esistenza, perché poi velocemente sfugge?
Nelle pieghe del tempo, quelle che ci hanno avvolti e condotti lentamente verso una crescita interiore e personale a volte difficile, complicata, contorta, ci siamo resi conto di quante cose siano entrate nel nostro universo volendo rimanerci ma poi ne siano uscite; in una prima fase siamo stati noi stessi a determinare quegli allontanamenti, quelle fughe non tanto da loro, quanto verso un’esperienza nel rapporto con gli altri che avevamo bisogno di fare, un non volerci ancora fermare perché incerti su chi fossimo noi e su cosa volessimo davvero. In quel primo percorso tutto ciò che appariva come definitivo e proiettato sul lungo termine, ci aveva spaventati, quasi soffocati, incapaci di mettere un punto a un’evoluzione che avevamo tutta l’intensione di perseguire, e quindi non potevamo lasciare che qualcosa, o qualcuno, ci ancorassero a un terreno che volevamo fosse ancora mobile, fluente, in divenire.
Abbiamo scoperto le nostre profondità emotive, abbiamo conosciuto e siamo entrati in contatto con tante, tantissime persone che sono state fondamentali a permetterci di scoprire lati di noi che senza la loro presenza sarebbe stato molto più difficile comprendere, e abbiamo determinato, nel bene e nel male, l’andamento di quei rapporti di cui, a volte solo a posteriori, abbiamo scoperto l’importanza e la valenza nel nostro avanzamento verso noi. Lentamente ci siamo stabilizzati, abbiamo raggiunto via via un maggiore equilibrio, quello che si genera da una conoscenza maggiore di noi stessi e della consapevolezza di quale sia la direzione da prendere, di quali siano le cose che davvero desideriamo. Da quel momento in avanti, tutto ciò da cui eravamo fuggiti tanto tempo prima, tutte le circostanze che ci sembravano ingabbianti e limitanti per il nostro tendere verso i nuovi noi che dovevamo scoprire, assumono una valenza diversa, si trasformano in ciò che ci manca per raggiungere una completezza che in precedenza non sapevamo di desiderare, oppure che abbiamo rimandato in nome di una ricerca che era necessario sperimentare.
E così ci troviamo nella fase successiva, quella in cui siamo consapevoli di aver tanto dato e tanto preso, di aver vissuto esperienze meravigliose, e di esserci lasciati alle spalle cadute che sono state fondamentali a rialzarci e cambiare direzione, e sentiamo quel sottile e inedito desiderio di fermare, arrestare la nostra corsa. Avvertiamo, proprio in virtù della compiuta evoluzione, il bisogno di trovarci davanti al sogno definitivo, per quanto definitiva possa essere un’esistenza in continuo movimento, a quello che rimarrà accanto a noi anche se momentaneamente ci allontaniamo, a quello che tornerà da noi anche dopo che lui si sarà allontanato. Ormai non abbiamo più timore di accogliere nella nostra vita la stabilità di una presenza costante, l’ideale di un per sempre che forse non esiste, almeno questo è ciò che abbiamo sempre pensato, ma di cui ora sembriamo aver bisogno di credere che ci sia; non temiamo più che qualcuno, o qualcosa, ci fermi, perché siamo noi ad aver bisogno di restare, di continuare a camminare con quel qualcuno accanto che cammini con noi e che non devierà il suo percorso al primo bivio.
Abbiamo bisogno di incontrare quel sogno da cui eravamo sempre fuggiti, forse perché non era il momento di accettarlo o forse semplicemente perché non lo avevamo mai incontrato, e che ci farà tendere e credere che quel chimerico per sempre, in realtà forse esiste. Un sogno che resterà accanto a noi ogni giorno.
Marta Lock