La differenza tra ciò che di noi appare…e ciò che realmente è…la vede solo chi desidera scoprire dove posare il suo sguardo…
Nel corso degli anni abbiamo imparato a nascondere alcuni lati del nostro io più profondo, per istinto di conservazione e di autodifesa oppure perché ci siamo resi conto che a volte avevano infastidito l’interlocutore del momento decidendo dunque di renderli visibili solo a noi stessi in quel particolare momento in cui ci mettiamo davanti allo specchio e non possiamo fare a meno di vederne l’immagine riflessa tra le ciglia della nostra anima. Alcuni di noi scelgono di celare la propria essenza dietro una maschera di impassibilità, preferendo apparire freddi e distaccati piuttosto che teneri al punto da sembrare fragili, altri optano per un’aggressività che tende a voler spaventare gli altri per effettuare una sorta di selezione naturale che porterà a resistere solo i più coraggiosi, altri addirittura preferiscono in alcune situazioni allontanare gli altri, spingerli via con forza attraverso accuse, sospetti, domande e illazioni finché loro, ignari del gioco del quale sono vittime, mollano il colpo e lasciano il campo.
E noi soddisfatti come se avessimo vinto chissà quale battaglia ci beiamo dell’intuito che ci aveva spinti a non fidarci e ringraziamo noi stessi per aver costruito un’armatura tanto solida e resistente da non permettere a nessuno di entrarvi. Perché a volte sarebbe stato più facile essersi nascosti e non aver concesso a qualcuno di accedere alle nostre profondità e poi abbandonarci al punto di farci dubitare che quella profondità potesse piacere anche ad altri oltre che a noi stessi; perché quando abbiamo disteso gli aculei prima che imparassimo a capire di doverli alzare prima di farci male, siamo stati ingenuamente colpiti nel punto più vivo facendo nascere l’esigenza di non farlo capitare mai più.
Perché a un certo punto arriviamo a convincerci che sia molto meglio nascondere la nostra essenza piuttosto che imparare semplicemente a proteggerla pur mostrandola?
Cos’è che ci fa credere di essere tanto forti quando nella realtà dei fatti non abbiamo la forza di mostrare agli altri le nostre debolezze?
Perché è sufficiente un solo individuo che ci faccia sentire inadeguati o non apprezzati per mettere in dubbio tutto il resto dell’impalcatura che ci tiene in piedi?
Cosa ci importa di chi non è interessato a guardarci fino in fondo e non apprezza anche la parte che ci fa sentire fragili e che in fondo è quella che desideriamo di più venga apprezzata?
Dunque dopo rifiuti, fughe, risposte insoddisfacenti e atteggiamenti di chiusura, giungiamo alla conclusione, perché dalla vita e dalle esperienze non si può che imparare e trarre l’insegnamento prezioso che possono darci, che sia meglio coprire la nostra anima con degli occhialoni scuri e grandi piuttosto che permettere, a chi non ha neanche voglia di soffermarsi un tempo sufficientemente lungo, di guardare il riflesso che potrebbe trasparire attraverso le sue ciglia. A quel punto non si tratta più di decidere chi vorremmo la vedesse bensì di scoprire chi, tra coloro che scelgono di osservarci, avrà la sensibilità, l’interesse e la pazienza di trovare il punto, il varco oltre il quale potrà intravedere la nostra vera luce, i nostri veri colori.
Certo dovrà essere un personaggio molto coraggioso perché l’armatura sarà molto spessa, il muro da scalare particolarmente alto, le lenti scure potrebbero nasconderne altre un po’ più piccole e gradualmente più chiare, ma se vorrà davvero togliere tutti i filtri e andare oltre quell’apparenza che abbiamo scelto a difesa della nostra essenza sarà ancora lì se tenteremo di spingerlo via, sarà ancora lì se mostreremo un lato polemico anche se in realtà vorremmo fare tutt’altro, sarà ancora lì quando reagiremo con freddezza, o apparente distacco o addirittura con un sorriso derisori quando dentro di noi vorremmo gridare, solo perché non desideriamo mostrare le nostre emozioni.
A quel punto capiremo che nonostante tentiamo in tutti i modi di spaventarlo, lui non ha paura e rimane lì a guardare quel puntino, quel varco tra le ciglia che gli mostra la luce della nostra essenza perché sarà solo e unicamente lì, davanti a noi, che vorrà stare. Senza paura.
Marta Lock