Sono io e sono qui

Il momento in cui riusciremo ad aprirci… realizzeremo quanto più difficile sia stato nasconderci… e finalmente respireremo…

Quanto tempo abbiamo impiegato a soffocare le reazioni più istintive e a non manifestare ciò che realmente pensavamo?

 

In quante occasioni ci siamo scontrati contro dei muri che ci hanno costretti ad ammettere che sarebbe stato meglio tenerci tutto dentro anziché esporci mettendo a nudo il nostro punto di vista?

 

Perché la realtà esterna sembra a tutti i costi volerci insegnare che è meglio nascondere dentro noi stessi ciò che realmente siamo o vogliamo?

 

Molte volte abbiamo dovuto capitolare di fronte alla volontà della persona con la quale ci stavamo confrontando che spesso si era rivelata contrapposta alla nostra, al punto di indurci a domandaci se valesse davvero la pena sforzarci di comprendere o di scendere a compromessi quando dall’altra parte non ricevevamo la stessa apertura. Molte altre invece ci siamo scontrati con individui a cui le nostre sfaccettature non erano piaciute anzi, ci avevano dimostrato di sentirsi addirittura infastiditi da esse portandoci a fare un’attenta analisi interiore e decidere di fare un passo indietro per non imporre più a nessuno ciò che siamo. E poi ci sono state le altrettante altre occasioni in cui ci siamo sentiti rifiutati nelle manifestazioni più tenere, nelle esternazioni più sincere e impulsive, fino al punto di decidere che a nessuno più avremmo permesso di farci sentire in quel modo.

 

Sviluppiamo quindi la capacità di trattenere tutto, perché così ci sentiamo meno esposti, perché così possiamo studiare l’altro prima di lasciarci andare, perché senza chiedere nulla non potremmo mai sentirci rispondere con un no e perché non mostrandoci per come siamo, ricacciando in un angolino remoto tutta la ricchezza interiore che sappiamo di avere, non ci esporremo più al pericolo di veder nuovamente deluse le aspettative e di farci accartocciare la sensibilità da mani inadatte a riceverla. Passiamo molto tempo e impieghiamo molte energie a cercare di capire come mascherarci senza scoprirci, non prima di aver studiato a fondo l’altro, o gli altri, ben attenti a rivelare il minimo indispensabile per rassicurare senza però manifestare un’interiorità o un modo di pensare che, ormai l’abbiamo capito, è meglio non lasciar trapelare, non prima di capire come la pensa l’altro.

 

Ma dopo un po’ realizziamo di non sentirci a nostro agio perché quella parte che abbiamo messo a tacere sembra scalpitare per uscire fuori, perché non accetta di dover sottostare a regole che le abbiamo imposto solo per paura di essere davvero noi stessi, per timore di risultare inadeguati alle persone o alle situazioni. E, andando un po’ più a fondo, vediamo con chiarezza che tutto sommato le nostre esigenze, le nostre pulsioni, la nostra interiorità non sono sbagliate, non sono inadatte, non sono al di fuori degli schemi, sono semplicemente nostre ma se noi per primi non le accetteremo con serenità non potremo mai aspettarci che lo faccia qualcun altro. Così ricominciamo a guardarci dentro e ad apprezzare quelle qualità che in realtà ci piacciono tanto, a dispetto di chi non ha saputo riceverle in passato, e osservandole per come sono, senza filtri, senza timori, senza pensare a come verranno accolte all’esterno, decidiamo di scegliere di essere noi, malgrado tutto preferiamo essere noi.

 

In quel momento, come se fino a poco prima avessimo trattenuto il respiro tanto a lungo da dimenticarci il sollievo di aprire i polmoni al vento della spontaneità, respireremo di nuovo, profondamente e con il sorriso di chi non vivrà più il senso di inadeguatezza del non sapere come l’esterno riceverà, bensì con la sicurezza di chi a prescindere di come verrà percepito saprà di non poter più rinunciare a se stesso. Alle proprie manifestazioni, alle proprie esternazioni, alle proprie convinzioni e alle proprie piccole manie, convinto di incontrare chi non avrà bisogno di guardare altro né di modificare nulla, per scegliere di respirarci e di accoglierci senza averci cercati e senza bisogno di capire o desiderare altro.

 

In quel momento ricordando quando l’esigenza era quella di nasconderci, ripensando alla fatica del dover studiare l’altro, pesare le esternazioni, trattenere le richieste che scaturivano da un’interiorità che comunque non voleva tacere, ci renderemo conto di quanto sia più semplice e appagante vivere scegliendo di essere liberamente noi.

 

Marta Lock