A volte veniamo sorpresi da qualcosa…perché l’avevamo immaginata diversa…altre invece intuiamo qualcosa…e ci sorprendiamo scoprendola esattamente come l’avevamo immaginata…
In quante occasioni abbiamo atteso un qualcosa che poi è giunto a noi per una strada diversa da quella da cui ci aspettavamo arrivasse?
Quante volte abbiamo sognato o immaginato ciò che poi si è rivelato completamente differente?
Come mai spesso ciò che ci sembrava quasi già determinato improvvisamente è arrivato in modo differente cambiando completamente il nostro punto di vista?
Perché viviamo a volte aspettando qualcuno che ci sorprenda dandoci qualcosa di diverso da ciò che desideriamo dimenticando che invece può essere molto più sorprendente chi ci conferma di essere proprio come lo immaginiamo?
Molto spesso dopo aver avuto tutto e averlo lasciato alle spalle oppure dopo aver chiesto ciò che ci sembrava giusto sperare di ricevere ed essercelo visto negare come se dall’altra parte fosse considerato come oro colato, o ancora dopo aver accettato di ricevere e aver assecondato qualcuno che ci aveva illusi di darci a suo modo mentre invece, a posteriori, ci siamo resi conto che stava solo centellinando le sue briciole, giungiamo alla conclusione, che si cronicizza a volte fino a diventare convinzione, che per essere davvero felici dovremmo sperare di incontrare qualcuno che ci sappia sorprendere perché altrimenti rischiamo di annoiarci.
Qualcuno con cui niente è certo, per cui ogni giorno è una meravigliosa sorpresa e da cui non si può prevedere nulla perché sicuramente agirà e farà tutto tranne ciò che abbiamo immaginato; qualcuno che ci prenda per mano come un moderno Peter Pan e ci faccia volare sopra i tetti delle città senza rivelarci dove ci porterà e quando ci riporterà a terra. Ci sentiamo affascinati dalla sua personalità imprevedibile, in alcuni casi divertente in altri solo destabilizzante ma in ogni caso questo camminare sul filo, questo continuo sorprenderci, giorno dopo giorno, questo rassegnarci a non avere niente di ciò che ci aspettiamo o nel modo in cui pensiamo di riceverlo, ci conquista, ci ammalia e ci elettrizza arrivando a raccontarci, mentendo a noi stessi, che è proprio quell’instabilità che ci fa sentire vivi e rende ogni giorno unico.
Il giorno però in cui avremo bisogno di una rassicurazione, di una risposta che non sia diversa da quella che vorremmo sentire, di una conferma che non sia una deviazione fuorviante per la domanda che abbiamo posto, quel giorno ci fermeremo e ci domanderemo se davvero tutto quel movimento, tutta quell’elettricità, tutto quel non sapere cosa aspettarci, ci renda davvero felici o se lo abbiamo accettato per una reale e immotivata paura di accoglierla la felicità. La risposta che ne deriva potrebbe essere tanto sconvolgente quanto lo è stata la presenza di quel Peter Pan nella nostra vita, che in fondo forse doveva aiutarci a comprendere quale fosse la strada su cui proseguire il cammino; perché al di là del modo assolutamente personale di pensare e vivere le relazioni, che siamo tra quelli che hanno bisogno di vivere in simbiosi per stare bene oppure tra quelli che hanno bisogno di mantenere i propri spazi vitali pur muovendosi sempre accompagnati dai valori del rispetto dell’altro e della fedeltà, comunque abbiamo bisogno di sicurezze, di stabilità, di certezze.
Così quando incontriamo qualcuno che ci emoziona senza chiederci di scappare sul suo tappeto magico, che ci rassicura inseguendoci tanto quanto a noi piace essere inseguiti e al tempo stesso inseguire, in un bilanciato dare e avere, e che ci fornisce le risposte che abbiamo bisogno di sentire o che ci aspettiamo di ricevere perché è proprio ciò che desideriamo e immaginiamo ci risponda, scopriamo che ciò che sorprende più di tutto è finalmente aver trovato chi si rivela proprio per come avevamo intuito che fosse, e che l’avere di fronte chi corrisponde esattamente a ciò che avevamo sperato è molto più bello e rasserenante delle montagne russe sulle quali avevamo creduto di voler vivere.
E così scopriamo che la stabilità è molto più bella e sorprendente del brivido destabilizzante dell’inatteso.
Marta Lock