Il giorno in cui non guarderemo più con rabbia il passato…sarà quello in cui inizieremo a sorridere…con positività e fiducia…al nostro futuro…
La maggior parte di noi nel corso della propria vita ha dovuto fare i conti con scelte e decisioni che hanno lasciato un segno profondo e costituito l’asfalto sopra il quale ha camminato e costruito il futuro, cercando di dimenticare quelli che a volte sembrano dei veri e propri macigni, che ci tengono ancorati a ciò che è stato. Molto spesso compiere quelle scelte è stato davvero doloroso e faticoso, e forse anche di più se siamo stati costretti a subirle; nel secondo caso infatti, pur essendoci rialzati e raccolto i cocci che la caduta ha lasciato in terra, riprendendo possesso della nostra vita con la consapevolezza e, in un certo senso, con la rassegnazione di dover per forza accettare l’inevitabile, può esserci rimasta dentro quella rabbia, che nel tempo si trasforma facilmente in rancore, per aver dovuto prendere atto di ciò che non è dipeso da noi.
Oppure abbiamo dovuto decidere, nostro malgrado, di fare violenza su noi stessi e sulle nostre reali intenzioni, per porre fine a qualcosa che non ci faceva più stare bene, anzi, avvelenava la nostra esistenza. Andare avanti con quel senso di sconfitta, pensando che avrebbe potuto essere tutto completamente diverso, unito all’impotenza di non poter far nulla per cambiare le cose, ci fa sentire arrabbiati e frustrati, come se quel fastidioso sassolino nella scarpa ci infastidisse a ogni passo che compiamo andando avanti.
Perché il passato molte volte, genera questo tipo di rancori?
Per quale motivo è tanto difficile riuscire a mettere una pietra sopra ciò che è successo, considerarlo come un tratto del nostro percorso e lasciarcelo alle spalle in modo definitivo?
Come possiamo riuscire a comprendere che è solo liberandoci dal suo peso che potremo costruire davvero e serenamente il nostro futuro?
Molti di noi, pur percorrendo una strada nuova, portano con sé tutto il dolore e la rabbia vissute durante il percorso, e, loro malgrado, non riescono a fare a meno di vivere ogni esperienza che la vita mette loro davanti nel presente, rispondendo come se fossero fermi al momento in cui il dolore è iniziato, precludendo così a se stessi e a chi incontrano nel proprio cammino, la possibilità di scoprire chi erano prima di quel giro di boa che ha apparentemente trasformato la loro personalità, facendo diventare gli altri le vittime ignare delle colpe compiute da personaggi entrati in scena in situazioni precedenti.
Poi però, con tempi più o meno lunghi a seconda della persona che si trova a doverli affrontare, ci rendiamo conto che vivere il presente con lo sguardo rivolto al passato in qualche modo ci immobilizza e ci impedisce di seguire quella direzione che vedremmo con maggiore chiarezza se guardassimo solo avanti, non dimenticando ciò che ci ha lasciato un segno profondo e indelebile nel cuore e nell’anima, semplicemente ridimensionandolo e vedendolo per ciò che è, un passaggio, un momento della nostra vita, del nostro percorso, che abbiamo affrontato e superato e che prima o poi dovremo lasciarci definitivamente alle spalle.
Quello sarà il momento in cui i fantasmi del passato si dissolveranno, le nubi spariranno e noi potremo andare verso il futuro rendendoci conto della bella luce che, a guardare bene, si può scorgere guardando avanti e che, man mano, diventa più evidente e intensa; sarà il momento in cui, finalmente, il sorriso ricomincerà a illuminare il nostro volto e ci sentiremo talmente positivi e fiduciosi da non sentire più il bisogno di volgere lo sguardo al passato per ricordarci di ciò che abbiamo sofferto, perché sapremo che quella parentesi si è chiusa, ce ne siamo liberati, abbiamo preso atto che ciò che è stato non era provocato dal fatto che il mondo e l’universo ce l’avessero cono noi, semplicemente dovevamo incappare in quella difficoltà per imparare a superarla e considerarla come un passo necessario nella nostra formazione e nella nostra crescita personale.
Quello sarà il momento in cui il futuro sarà luminoso, perché saranno i nostri occhi a illuminarlo, e noi ci alzeremo e, sorridenti, cammineremo verso di lui.
Marta Lock