Nella moltitudine di persone che parlano… spesso quelle che vale la pena ascoltare… sono davvero poche…
In ogni momento della nostra esistenza abbiamo dovuto interagire con individui spesso non scelti bensì piombati all’interno del nostro percorso per caso, per destino, per il susseguirsi di meccanismi di cause ed effetto che solo a posteriori scopriamo essere il concatenamento di tutto ciò con cui dovevamo avere a che fare per poter compiere l’evoluzione necessaria a renderci persone migliori, più consapevoli, equilibrate… oppure tutto il contrario, qualora le circostanze in cui ci siamo imbattuti ci appaiano come pure casualità a cui non attribuire alcun significato. In entrambi i casi dobbiamo comunque compiere un determinato cammino prima di raggiungere la saggezza che ci indurrà a capire il senso degli accadimenti e il motivo per cui abbiamo avuto a che fare con alcune persone che, nel bene e nel male, hanno lasciato un segno nella nostra vita. All’interno di questo via vai di individui non abbiamo potuto fare a meno di osservare quanto di fatto molti di loro si siano sentiti in dovere di darci consigli, di aiutarci a modificare alcune caratteristiche che ci appartenevano oppure semplicemente di dare la loro opinione per indurci in qualche modo a cambiare idea, a sovvertire una decisione, insomma a entrare a gamba tesa in quei frangenti in cui desideravamo avere l’opportunità di scegliere e decidere con la nostra testa.
In alcuni casi abbiamo persino ascoltato i suggerimenti che ci erano stati dati, compiendo azioni che tutto sommato non appartenevano al nostro modo di pensare e di essere ma che in quel momento ci avevano aiutati a uscire da un’impasse, a sciogliere dei dubbi immobilizzanti e affliggenti; malgrado inizialmente ci sentissimo rassicurati dai consigli di chi sembrava avere un’esperienza maggiore della nostra e soprattutto che sembrava essere mosso da buone intenzioni, non abbiamo potuto fare a meno di constatare a posteriori che le persone invitano gli altri a fare ciò che loro stesse non sarebbero in grado di fare, suggerendo pertanto qualcosa più affine a sé e al proprio percorso e al modo in cui per insicurezze e timori non riescono a essere, piuttosto che mettersi nei nostri panni e trovare una soluzione che sia calzante per noi. A quel punto dunque ci troviamo ad ammettere di aver commesso errori solo perché non abbiamo avuto abbastanza coraggio e determinazione per ascoltare unicamente la nostra voce interiore, quella che ci indicava un percorso differente ma che noi abbiamo preferito ignorare per prestare maggiore attenzione alle voci esterne.
Perché ci fidiamo più di quanto suggeriscono gli altri anziché concentrarci senza timori sul prestare ascolto a un istinto che vorrebbe portarci verso strade più affini a noi, anche se contrarie al pensiero comune?
Come mai a seconda di chi ascoltiamo, il nostro atteggiamento e le nostre decisioni sono di fatto sempre sbagliate?
Non sarebbe forse meglio smettere di dare credito a chiunque giunga nella nostra vita e dia la propria opinione basata su percorsi propri, sulla propria esperienza e sulle proprie caratteristiche, e decidere di seguire invece quell’intuito inascoltato che probabilmente ci avrebbe sempre indirizzati verso la direzione migliore?
Man mano che acquisiamo consapevolezza di noi e dell’ambiente che ci circonda, della moltitudine di persone che ruotano per un periodo più o meno lungo nella nostra vita, cominciamo a comprendere che il rumore generato dalle voci degli altri può rimanere appunto solo rumore davanti alla nostra determinazione nel seguire ciò che appartiene alla nostra natura, al nostro approccio e al nostro modo di essere e di affrontare ciò che accade; la maggior parte degli individui infatti, malgrado tenti di ostentarla, non possiede la saggezza e la capacità di uscire da sé, dal proprio individualismo, per osservare le cose da un punto di vista neutrale. Pertanto tendono a parlare sulla base di un sentito dire, oppure di rivisitazioni degli errori da essi commessi, o ancora per trasferire su altri i propri limiti immobilizzanti attuando un transfer che non calza alle persone che vorrebbero aiutare bensì in realtà solo a loro stessi.
Saranno davvero pochi coloro i quali si porranno davanti a noi astraendosi da qualunque considerazione soggettiva e dando uno spunto interessante che non sarà un consiglio, non sarà un suggerimento o un invito ad ascoltare la loro opinione bensì sarà il punto di partenza per metterci nelle condizioni di elaborare una nostra teoria, di stabilire il nostro modo di procedere e di affrontare il cammino verso la direzione da prendere. E, con l’esperienza e la maturità raggiunte, scopriremo che saranno le loro le voci che vorremmo continuare ad ascoltare perché sono le uniche capaci di indurci a coltivare il dubbio e a cercare la nostra verità.
Marta Lock