Le persone che contano… non sono quelle che fanno di tutto per conquistarci… le persone che contano… sono quelle che faranno di tutto per non perderci…
Nella corsa folle dei tempi moderni si tende sempre verso qualcosa: verso un traguardo, verso la realizzazione di una carriera desiderata, verso il raggiungimento del successo. E le persone spesso rientrano negli obiettivi da raggiungere dunque niente di più facile che ci capiti di incontrare qualcuno che dimostri fin da subito un entusiasmo travolgente, che ci manifesti quanto sia stato colpito da noi, che dica quanto vorrebbe approfondire la conoscenza. Noi, anche se inizialmente opponiamo delle resistenze dovute a barriere caratteriali, o a disillusioni del passato, o ancora a tempistiche più lente rispetto a quelle di chi ci troviamo di fronte, alla fine cediamo alle sue richieste, alle sue attenzioni, ai suoi tentativi di scoprire di più, e ci lasciamo andare.
In un primo periodo il rapporto che nasce è divertente, incredibilmente passionale e romantico, ma dopo un po’ tutto perde scintillio e ci troviamo davanti a un’inizialmente impercettibile retromarcia che nel tempo diventa via via più evidente. Dopo la destabilizzazione del cambiamento repentino, riflettiamo e decidiamo di attribuire il raffreddamento emotivo a una fase fisiologica che è immediatamente successiva alla precedente, poi, quando la frattura rimane, ci domandiamo cosa abbiamo fatto senza essercene resi conto per aver provocato la distanza, e infine ci arrendiamo all’evidenza che forse l’altro abbia scoperto lati di noi che non gli piacciono tanto come avrebbe invece immaginato al principio della conoscenza.
Possibile che la vita delle relazioni nei tempi contemporanei, sia diventata tanto breve?
Come mai qualcuno che sembrava tanto convinto di voler stare con noi, al punto di fare di tutto per conquistarci, poi lentamente retrocede fino a scomparire?
Eravamo solo uno degli obiettivi da raggiungere?
È dunque vero le persone sono ormai considerate come qualcosa da ottenere piuttosto che come mondi da scoprire e con cui relazionarsi con continuità?
Andando avanti nel nostro cammino nei sentieri strani della vita scopriamo, perché non dimentichiamo mai di osservarci e di osservare, che i comportamenti di quella determinata tipologia di persone si ripetono e può capitare che il cavaliere che aveva scalato le montagne per arrivare a noi, per poi battere in ritirata dopo esservi riuscito, continui a farlo anche con altri dimostrando un’incapacità di costruire qualcosa di vero, o un’inconsapevole paura dell’intimità – quella vera, quella che viene dalla conoscenza profonda -, oppure da un’infantile superficialità che porta questi soggetti a desiderare solo ciò che non possono avere per poi smettere di desiderare una volta scartato il regalo.
Con il tempo apprendiamo a non lasciarci affascinare dall’entusiasmo di una cometa che sparirà più velocemente di quanto non sia apparsa, scopriamo invece l’importanza del ritmo lento di chi preferisce guardarci da lontano, senza farsi accorgere che sta cercando di scoprire qualcosa di noi dai nostri gesti, dal modo di parlare, da come ci poniamo con gli altri. E solo dopo essere sicuro di volersi avvicinare lo farà, perché avrà già intravisto i nostri pregi e i nostri difetti ed è proprio in virtù degli ultimi che sceglierà di proporsi a noi, in modo discreto, non aggressivo, non travolgente, bensì rispettoso del nostro di ritmo senza sentire il bisogno di imporre il suo.
Noi, proprio per quella discrezione che tanto ci piace, ci lasciamo andare più facilmente, senza sentire pressioni e senza aver bisogno di difenderci, e cominciamo un lungo cammino con quel qualcuno che non ha paura di costruire, che non teme il confronto né lo scontro, che quando cadremo ci solleverà, che quando scapperemo ci inseguirà o resterà fermo ad aspettarci, perché avrà capito che nonostante le nostre innumerevoli imperfezioni, eccessi, nonostante i difetti e le stranezze caratteriali, l’unica cosa che non vorrà mai che succeda è perderci.
Marta Lock