Ti fidi di me?

Siamo perfettamente in grado di capire…ciò per cui tentano di confonderci…o di vedere ciò che provano a nasconderci…tutto il resto è frutto della nostra scelta…

Quante volte nel corso della vita ci siamo trovati davanti al bivio che ci portava a scegliere se fidarci o no di qualcuno?

In quanti casi, pur sentendo quella leggera punta di incertezza, abbiamo optato per dare una possibilità all’altro?

E quante volte ci siamo poi trovati a dover dire che abbiamo sbagliato a dare fiducia a chi l’ha tradita?

Purtroppo il rischio fa parte di ogni nostra decisione quotidiana, da quella più grande a quella più piccola, e non potremmo escluderlo dal corso naturale delle cose a meno che non scegliamo di metterci sotto una campana di vetro rinunciando di fatto a vivere per paura di sbagliare ogni volta. Gli errori di valutazione fanno parte della nostra formazione emotiva e personale, sono quasi indispensabili a farci crescere e a vivere con maggiore equilibrio e consapevolezza il nostro modo di confrontarci con gli altri, sebbene la possibilità di sbagliare sia sempre in agguato, soprattutto se fondamentalmente siamo persone che tendono a vedere le cose sempre da un punto di vista positivo.

La realtà però è un po’ più complicata, perché laddove noi ci alleniamo a dribblare gli agguati da parte di chi, vedendoci tanto in buona fede, tenta di ingannarci, così altrettanto la controparte affina con l’esperienza la propria capacità di indurre gli altri a fidarsi di loro. Questo discorso vale tanto nelle cose pratiche quanto in quelle emotive, portandoci a puntare il dito verso chi ci ha fatto del male e ad accusarlo di crudeltà e di insensibilità.

Eppure ricordiamo perfettamente che quella persona che poi ci ha traditi, aveva fatto i salti mortali per conquistare la nostra fiducia, rassicurandoci con la sua presenza e costanza e superando tutte le barriere che il passato ci aveva portati a costruire a difesa della nostra innata e inguaribile ingenuità, anzi, in alcuni casi ci eravamo persino sentiti accusati di un’eccessiva e cronica mancanza di fiducia. Perciò, combattuti tra il desiderio di continuare a proteggerci e quello, incoraggiato dall’altro, di iniziare a fidarci, lentamente abbiamo provato a ignorare quel campanellino d’allarme che non ci permetteva di essere completamente tranquilli e abbiamo scelto di lasciarci andare, solo un po’.

Poi, dopo un’evoluzione negativa della questione, nell’accusare l’altro di aver approfittato della nostra ritrovata buona fede e di essersi approfittato di noi o di essere stato inspiegabilmente scorretto o addirittura crudele, non dovremmo mai dimenticarci di quel campanellino, di quel sottile disagio avvertito nel momento stesso in cui decidevamo di dare fiducia, che voleva segnalarci di non farlo, e che la decisione di non ascoltarlo è stata frutto di una nostra scelta, perché se da un lato è vero che quella persona aveva fatto di tutto per convincerci di poterci fidare, dall’altro il passato e la vita ci avevano insegnato a non ignorare quei piccoli segnali che il nostro io in qualche modo tenta di inviarci.

Quindi cosa fare: fidarsi o non fidarsi?

Come possiamo credere alla prossima persona che ci chiederà di darle credito?


La soluzione è quindi quella di chiudersi completamente e scegliere di non prendersi più nessun tipo di rischio e di non mettersi mai più in gioco?

La scelta diventa più difficile man mano che la nostra crescita avanza, perché ogni volta riprendersi da una caduta è più faticoso e difficile, e soprattutto perché la nostra mancanza di fiducia nelle persone diviene via via più cronica. La convinzione che non esistano persone positive che desiderano davvero farci stare bene senza pensare mai di ferirci o deluderci assume talmente tanto le caratteristiche di un portone impossibile da aprire o da abbattere da renderci inaccessibili dall’esterno.

Ma in fondo la vita non è altro che un rischio continuo e non è impedendoci di vivere in pieno ogni momento che riusciremo a viverla al meglio. E’ solo mettendoci in gioco che potremo rischiare di incontrare quella persona che non vorrà niente da noi, non tenterà di ingannarci o di tradirci, e saprà dimostrarcelo senza fretta, senza farci pressioni per convincerci che non ci farebbe mai del male, bensì semplicemente non facendolo; quella che con la sua semplicità e limpidezza desidererà solo farci sentire bene, con discrezione e spontaneità, senza invadere prepotentemente i nostri spazi e proprio per questo portarci a desiderare che lo faccia.

L’unica alla quale quando ci chiederà nel tempo e nel momento giusto: ti fidi di me? Sentiremo senza ombra di dubbio di rispondere: sì!

 

Marta Lock