Se scegliamo di perdonare un errore fatto…e riaccogliere il colpevole nella nostra vita…dobbiamo essere pronti a perdonare e voltare pagina…senza aspettarci di dimenticare…o ricordargli quotidianamente la sua colpa…
Nel corso di una relazione, soprattutto se di lunga durata, può capitare che una delle due parti cada in fallo, ceda alla tentazione, si lasci andare a una debolezza, provocando all’interno dell’equilibrio della coppia, un vero e proprio terremoto che sconvolge completamente i punti di vista, la fiducia, la considerazione nei confronti dell’altro, il colpevole, il traditore, quello che fino a poco tempo prima aveva costituito il nostro scoglio sicuro, il nostro rifugio, il nostro punto di riferimento.
Davanti a un simile disastro emotivo la nostra reazione spesso è violenta e categorica, tanto più sofferta e soppesata, quanto più a lungo è durato il rapporto, ma quasi inevitabilmente causa un distacco, un allontanamento dalla persona che aveva promesso di proteggerci dal mondo e di non ferirci, facendoci improvvisamente rendere conto che era proprio da lei che dovevamo tutelarci, più che da tutti gli altri. Quasi sempre il colpevole del tradimento, che sia di tipo carnale oppure emotivo, o ancora compiuto tradendo la nostra fiducia sulla sua integrità come individuo o infiniti altri casi, si pente e inizia a fare i salti mortali pur di riconquistarci e avere la possibilità di tornare a far parte della nostra vita.
Perché una persona deve cadere in fallo per comprendere quanto siamo importanti nella sua vita?
Quale affidabilità può darci qualcuno che deve sbagliare strada per voler tornare su quella che stava percorrendo?
E’ giusto dare fiducia a chi ci ha provocato tanta sofferenza?
Chi ci assicura che non lo farà di nuovo?
I suoi tentativi di farsi perdonare diventano ogni giorno più plateali, fino a fare breccia, lentamente, nel nostro cuore ferito e spaventato, fino a che, il piccolo spiraglio che avevamo lasciato aperto, diventa via via più ampio, permettendogli di rientrare un pezzettino per volta, all’interno del nostro mondo. Certo, dimenticare l’affronto non è facile, anche perché la sua presenza ce lo ricorda ogni giorno, e dopo la gioia di aver compreso quanto siamo importanti per la persona che ci ha dimostrato di volerci stare accanto con tutte le sue forze, si fa strada in noi un sottile, sadico, desiderio di vendetta.
Nella prima fase, i primi a non rendercene conto siamo proprio noi: iniziamo con una battutina un po’ tagliente riferita alla colpa di cui si è macchiato, seguita da un sorriso, come se si trattasse di uno scherzo, che il colpevole incassa, convinto, tutto sommato, di meritarla; poi le allusioni diventano sempre più frequenti e pesanti, come se esistesse qualcuno dentro di noi, e al tempo stesso al di fuori di noi, che ci costringe a fare e dire ciò che non vorremmo. In tutto questo l’altro diventa sempre più frustrato ma anche succube, sempre più consapevole che ciò che accade è dipeso solo ed esclusivamente da lui, come se accettasse il duro castigo che gli viene inflitto perché sa di dover essere punito. Il rapporto si logora al punto che la vita di coppia diventa intollerabile.
Cosa fare quindi, perdonare o non perdonare?
Non è forse vero che siamo umani e perciò portati a sbagliare?
Chi siamo noi per non perdonare l’errore di un altro?
E’ vero che siamo umani e che a tutti dovrebbe essere concesso di sbagliare, come è a discrezione di chi riceve il torto la possibilità o meno di perdonare, nessuno può sindacare su quanto sia giusta o sbagliata la scelta completamente personale e dettata da un sentire che vive solo all’interno di ognuno di noi; però è vero che il perdono richiede tantissima forza e la consapevolezza che non è giusto continuare a far pagare una colpa, a chi l’ha commessa, per tanto tempo, soprattutto perché avendoci dimostrato con ogni mezzo di voler tornare sui propri passi ha richiesto coraggio e determinazione, ma soprattutto autocoscienza del dolore inflitto e del desiderio di ricostruire un rapporto strappato.
Perciò nel momento in cui scegliamo di perdonare, dovremmo anche essere capaci di buttarci tutto alle spalle e voltare pagina, ricominciare a scrivere la storia su di un foglio bianco, senza rancori, senza ritorsioni, senza vendette che avvelenerebbero l’esistenza di entrambi; perché nel momento in cui prendiamo la forte e difficile via del perdono, dovremmo essere anche tanto maturi ed equilibrati da riuscire a non martellare quotidianamente il colpevole con l’errore commesso usandolo quasi come un’arma contro di lui…consapevoli dell’impossibilità di dimenticare ma disposti a non punire.
Marta Lock