Il bello della vita è che trova sempre il modo… di lasciarci sulla pelle il profumo dei ricordi… anche se siamo immersi nel vento fresco delle novità…
Esistono dei momenti molto particolari nella nostra esistenza, quelli in cui dobbiamo, o vogliamo, rimetterci in gioco, affrontare un radicale cambiamento e rivoluzionare tutto ciò che fino a poco prima costituiva la nostra realtà; in quelle particolari fasi siamo talmente concentrati su ciò che sta per accadere, e che genererà uno stravolgimento delle nostre abitudini, dei luoghi che vedremo, delle persone con cui ci interfacceremo, da dimenticare, come se non volessimo portarci dietro alcuna zavorra, tutto ciò che invece aveva costituito la nostra vita fino a poco prima.
Presi dall’entusiasmo di ciò che succederà, perché abbiamo imparato con l’esperienza che ogni cambiamento implica un positivo spostamento energetico che apre porte inaspettate e ci può far trovare davanti a sorprese inattese e impensate, preferiamo non guardarci indietro perché è chiaro che aggrapparci al passato, soprattutto a quello più recente, potrebbe generare un gancio, un’àncora che potrebbe distrarci dall’entusiasmo per ciò che verrà. Eppure, più si avvicina il momento pianificato, più si verificano episodi che ci legano in modo gradualmente più stretto a piccole cose, a dettagli che avevamo trascurato nei giorni precedenti, a persone che avevano in qualche modo fatto parte del nostro quotidiano ma che mai avremmo immaginato di sentire tanto vicine a noi proprio nel momento più prossimo al distacco.
Come mai sembriamo non notare la marcata traccia che siamo in grado di lasciare finché non ce ne allontaniamo?
Per quale motivo tutto appare molto più grande e intenso proprio dopo aver preso la decisione di andarcene?
E perché la vita vuole tenerci in qualche modo legati alla realtà che stiamo lasciando, quasi volesse suggerirci di non mettere la parola fine a qualcosa che potrebbe invece avere un seguito?
Nel corso della complicata esistenza contemporanea, quella in cui tutto viene continuamente messo in discussione e niente è mai definitivo proprio per le caratteristiche di mutevolezza con cui ormai siamo abituati a convivere, esistono pagine che si chiudono in modo pressoché definitivo, e altre che al contrario restano costantemente aperte. Perché alcuni interessi professionali restano in essere, perché le persone incontrate hanno lasciato un segno in noi tanto quanto noi lo abbiamo lasciato in loro, e perché quel distacco, che quando lo scegliamo può apparirci come definitivo, potrebbe invece non esserlo affatto. Oppure perché esiste qualcosa che ci tiene inspiegabilmente legati a quella realtà da cui ci allontaniamo, come un bellissimo bagaglio profumato di ricordi che non vuole restare tale, bensì accompagnarci nella nuova destinazione e continuare a far parte del nostro presente.
In questo singolare legame che si delinea man mano che ci avviciniamo alla partenza, il destino, o fato, o Universo, comunque vogliamo chiamarlo, ci porta improvvisamente faccia a faccia con il ricordo più intenso di tutti, quello a cui quasi non pensavamo più ma che poi si rivela con tutta la sua forza fino a travolgerci e sconvolgere quella leggerezza e allegria con cui avevamo scelto e pianificato il cambiamento, quello che ci rende un po’ più difficile l’allontanamento ma che, al tempo stesso, trasforma la valigia dei ricordi in una meravigliosa possibilità per il futuro, quello che crea un legame unico con chi vuole lasciarci a tutti i costi qualcosa di sé e a cui non possiamo fare a meno di lasciare qualcosa di noi.
E così la partenza si trasforma in un elastico, nella promessa di un ritorno e nella possibilità di un ricongiungimento nella nostra nuova esistenza, facendoci decidere che il ricordo non è una zavorra anzi, diventa un profumo forte e un legame solido con tutto ciò che abbiamo costruito anche se il vento della novità ci sta, più o meno definitivamente, trascinando altrove.
Marta Lock