Molti preferiscono sentire la mancanza…dopo essersi allontanati…piuttosto che apprezzare la presenza…prima di causare un allontanamento…il perché sia così è un vero enigma…
Il mondo è una metropolitana gigantesca di persone che salgono e scendono, incontrandosi, scontrandosi, amandosi per poi separarsi e ognuno di questi soggetti aziona dei meccanismi di cause ed effetto in base ai propri trascorsi e ai comportamenti assunti negli incontri precedenti fino al punto di non riuscire quasi più a essere lucidi e osservare, ascoltando, chi hanno di fronte nel momento presente perché totalmente confusi dalle voci del passato. Alcune di queste persone hanno provocato nell’anima di altre dei graffi talmente profondi che le cicatrici hanno sanguinato molto a lungo, altre invece, nonostante il loro comportamento fuori dalla norma e singolare, un po’ per il modo di essere un po’ perché tutto sommato era chiaro che le frasi dette e le cose fatte facessero parte di quel mondo a parte all’interno del quale vivevano, che hanno comunque lasciato dietro di sé una scia sorridente senza ferire il colpo più duro.
Così tutte queste persone, a volte lasciati altre lascianti, vanno avanti continuando a salire e scendere dalla metropolitana, incontrando e sperando di trovare prima o poi quella persona che rimarrà sulla stessa carrozza e salirà e scenderà insieme a loro avendo, a volte, l’impressione che quell’ideale, proprio a quelli che al sogno hanno sempre creduto, voglia sfuggire diventando un’irraggiungibile meta che si allontana man mano che loro si avvicinano. Dunque da un lato più sulla difensiva della volta precedente, dall’altro più desiderosi che quella sia la chance giusta, procedono con riguardo e attenzione cercando di captare i segnali e fare il possibile per evitare un distacco e un allontanamento che potrebbe porre fine al sogno. Incredibilmente quanto inconsapevolmente però in quel modo si aziona uno di quei meccanismi di causa ed effetto che spingono l’oggetto delle attenzioni a perdere lo stimolo a darle a sua volta all’altro, sebbene in un mondo ideale dovrebbe avvenire l’esatto opposto, portandolo a scendere al volo dalla carrozza un secondo prima della chiusura delle porte lasciando il lasciato a guardarlo allontanarsi lungo la banchina mentre il treno su cui è rimasto si allontana veloce.
Perché davanti a qualcuno capace di esprimere le proprie emozioni e di far sentire all’altro senza timore quanto sia importante, molti di noi fuggono?
Qual è la strana reazione che ci porta a inseguire chi scappa e scappare da chi ci insegue?
Come mai spesso quando il restante si arrende e rimane fermo, il fuggente dopo un po’ di tempo torna inaspettatamente a ripensare a chi ha lasciato dietro di sé?
Se è vero che le emozioni positive non sono state cancellate dal tempo perché ha sentito il bisogno di far passare quel tempo per capirne l’importanza?
Sarà perché nella società moderna desiderare è diventato molto più stimolante che avere, o forse sarà perché è molto meno faticoso rincorrere piuttosto che impegnarsi, sta di fatto che la metropolitana della vita è piena di persone che salgono e scendono più e più volte nello stesso vagone e questo non per passività di chi le fa entrare, bensì perché tutto sommato quell’andare e tornare piace anche a chi sembra subirlo, perché magari in fondo quel movimento piace a entrambi. Perciò niente di più facile che da un momento all’altro, con nonchalance, come se nulla fosse, come se il tempo non fosse trascorso, uno dei due faccia capolino tra le porte scorrevoli attratto dal ricordo piacevole e dimenticando di aver causato o scelto un allontanamento, salirà sulla carrozza e con candore confesserà la mancanza provata e il piacere nel ricordare i momenti condivisi.
L’altro, forse perché era andato avanti dritto per la sua strada, forse perché avendo subito la scelta non aveva avvertito la responsabilità di una decisione che probabilmente neanche chi l’aveva presa era sicuro fosse giusta, si renderà conto di non aver poi tanto sentito quella mancanza probabilmente perché il fuggente apparteneva alla tipologia di persone che dietro di sé lasciano la scia sorridente anziché la cicatrice sanguinante, dunque vedendolo salire al volo sulla carrozza in partenza, un secondo prima che le porte scorrevoli si chiudano, lo guarderà salire pronto ad accoglierlo con lo stesso sorriso che aveva accompagnato i momenti piacevoli già vissuti.
Pensando di restare sullo stesso treno non per sempre bensì fino alla prossima fermata dalla metropolitana… o fino alla prossima discesa.
Marta Lock