In fondo ciò che desideriamo non è una persona con cui stare…bensì qualcuno a cui risulti insopportabile…il pensiero di non averci accanto…
Dopo aver tanto combattuto, lottato, preso e lasciato andare tante persone per motivi più o meno dipendenti dalla nostra volontà o responsabilità e dopo un’attenta analisi dei comportamenti nostri e di chi ci è stato accanto, prendiamo atto di tutto ciò che in precedenza era stato poco chiaro e guidato più che altro da un’esigenza momentanea piuttosto che dalla reale consapevolezza di ciò che desideravamo. Ci siamo resi conto che a volte abbiamo scelto qualcuno solo per colmare un vuoto emotivo che non riuscivamo a sopportare, altre perché un apparente rifiuto o distacco aveva costituito quella sfida che aveva annebbiato la capacità di vedere oltre la testardaggine e comprendere se quel qualcuno ci piacesse davvero, altre ancora siamo passati sopra a tanti elementi che ci segnalavano quanto l’altro fosse distante dal nostro modo di essere solo perché avevamo visto in lui la coppia che desideravamo essere in quel momento.
Abbiamo passato lunghi periodi da soli dopo quelle esperienze, periodi nei quali ci siamo finalmente sentiti liberi di essere noi stessi, di amministrare il nostro tempo come più ci andava, e di non doverci preoccupare di comprendere i comportamenti enigmatici di nessuno né i musi lunghi o gli allontanamenti di improvvisi dovendogli dare un senso o una spiegazione. Siamo persino arrivati a credere fermamente di non voler più dividere la nostra anima e il nostro cuore con nessuno perché ci piaceva pensare di bastare a noi stessi e di non aver bisogno di essere parte di una coppia per sentirci veri e vivi, che non è necessario innamorarsi per avere una vita più piena e soprattutto che l’appoggiarsi a un altro comporta sicuramente una forte destabilizzazione nel momento in cui non sarà più accanto a noi.
Siamo passati successivamente attraverso la fase in cui, pur desiderando ritornare a sentir battere il nostro cuore, ci sembrava che nessuno fosse in grado o all’altezza di farlo, non tanto perché noi ci sentissimo superiori agli altri, questo no, quanto perché nessuno riusciva a farci sentire tanto bene quanto avremmo desiderato.
Come mai tra le tante opzioni nessuna a volte sembra essere quella che possa farci desiderare di non stare più da soli?
Perché chiunque incroci il nostro cammino rivela prima o poi quella caratteristica fastidiosa che ci spinge ad allontanarci e a fuggire, tornando a preferire la solitudine all’errore?
Per quale motivo anche se sentiamo di voler porre fine al nostro status di solitari non troviamo quel qualcuno che ci faccia desiderare di farlo davvero?
Cosa vogliamo in realtà?
Esplorando attentamente la nostra anima e la nostra interiorità, portando a galla tutti i ricordi e valutando le situazioni passate con lo sguardo lontano di chi si è ormai distaccato e può razionalizzare ciò che in precedenza era stato dominato dall’emotività inconsapevole, cominciamo piano piano a comprendere che non è il nostro ideale a essere troppo lontano dalla realtà, né tantomeno gli altri incontrati nel corso del nostro cammino a essere stati sbagliati, semplicemente non ci hanno fatti sentire unici come avremmo bisogno di sentirci per lasciarci davvero andare; perché se è vero che stiamo bene con noi stessi altrettanto lo è la speranza di incontrare qualcuno la cui presenza ci faccia sentire ancora meglio, qualcuno per cui non siamo semplicemente la persona insieme alla quale porre fine alla propria solitudine, qualcuno che solo guardandoci saprà farci sentire unici.
In fondo comprendiamo che ciò che ci farebbe desiderare di rimanere fermi è incontrare una persona che pur essendo libera di andare dove vuole sceglierà di restare con noi…perché il pensiero di starci lontani le risulterà insopportabile.
Sarà quella l’unica persona dalla quale, lentamente, potremo a nostra volta pensare di non volerci più allontanare.
Marta Lock