Nessuno sarà mai tanto essenziale… quanto il qualcuno che ci è restato accanto… qualsiasi salita o discesa abbiamo affrontato… perché sarà ancora lì nelle altre che affronteremo…
In tutto il tempo che abbiamo impiegato a scoprire gli altri per conoscere meglio noi stessi, in quello durante il quale abbiamo incontrato persone con cui valeva la pena restare e alte dalle quali sentivamo forte l’istinto di fuggire, nello stesso che è stato necessario per osservarci quasi dal di fuori, studiando le nostre reazioni ed emozioni più istintive ma anche più profonde, abbiamo scoperto quali tra tutti gli individui incontrati, al di là di ciò che avevamo pensato inizialmente o di ciò che ci aspettavamo da loro, hanno continuato in qualche modo a far parte della nostra vita.
Allo stesso strano modo proprio le persone su cui contavamo, su cui avremmo messo la mano sul fuoco per la certezza che ci sarebbero rimaste accanto in qualunque situazione, potrebbero essere proprio le stesse che poi improvvisamente sono sparite, volatilizzate, polverizzate dentro la scia della fuga, nel momento in cui avevamo più bisogno di loro, quello in cui eravamo fragili, barcollanti e bisognosi di un porto sicuro nella tempesta che ci stava investendo. Nell’assistere alla inattesa non presenza siamo rimasti lì, increduli quanto disillusi, a dover rimettere insieme i cocci di ciò che si era rotto e al tempo stesso soli ad affrontare una battaglia che eravamo certi di poter combattere in due.
Eppure a volte, chissà per quale contorto meccanismo interiore, non riusciamo a guardare le persone che rimangono nello stesso modo in cui ci abbagliano quelle che poi alla fine fuggono, quasi come se l’idea di afferrare l’inafferrabile fosse infinitamente più affascinante dell’avere ciò che è già, dando quasi per acquisito qualcosa che invece altro non è che un vero e proprio regalo che la vita ci ha fatto e ci sta facendo.
Perché a volte è così difficile capire con chi abbiamo a che fare?
Per quale motivo tendiamo a credere di poter contare su chi ci abbandona alla prima difficoltà e non prendere in considerazione chi invece non lo farebbe mai?
Com’è possibile che non riusciamo a vedere con chiarezza quanto sia attaccato a noi qualcuno che ci è restato accanto nei momenti più difficili, relegandolo nell’elenco di chi non costituisce un’opzione da considerare, e che continua a essere presente nella nostra vita nonostante tutto?
Quando riusciamo a fare chiarezza dentro di noi, oppure in quel particolare e difficile momento che mai avremmo immaginato di dover affrontare e che spesso costituisce un vero e proprio giro di boa nella nostra vita, scopriamo con sorpresa che ogni volta in cui abbiamo fatto una piccola caduta, ogni successo che abbiamo conseguito, ogni perdita che abbiamo subìto, quella persona particolare era lì per sollevarci, per gioire con noi o per rincuorarci dopo la sconfitta. Qualunque sia il nome che davamo a quella presenza nella nostra esistenza, lei trovava il modo di fare capolino proprio quando avevamo bisogno di condividere trovando invece il vuoto dove non ci aspettavamo di trovarlo; qualunque fosse il ruolo che la presenza avrebbe voluto rivestire, accettava comunque quello che gli attribuivamo noi scegliendo di essere lì, scoglio nella bufera, porto sicuro nel mare della nostra vita.
Così iniziamo a dare un peso diverso a quelle braccia che ci hanno sempre tenuti stretti, non diamo più per scontata la loro presenza, impariamo a valutare, proprio in virtù dei tanti vuoti lasciati da altrettante braccia che non ci hanno avvolti, quanto sia diventato essenziale sentirne la forza nel momento in cui ci sollevano perché sappiamo, attraverso la costanza nel passato, che resteranno lì per sostenerci in tante altre battaglie, cadute, salite e per accompagnarci nelle discese, perché sono quelle le braccia che ci hanno scelti e le uniche che a nostra volta sentiremo finalmente di voler scegliere.
Marta Lock