Una sola anima

La cosa più bella non è sforzarsi di credere…bensì riuscire a credere…senza doversi sforzare…

Arriva un giorno in cui ci rendiamo conto che riuscire a fidarsi delle parole di qualcuno oppure credere fermamente in qualcosa o ancora contare sul supporto e sul sostegno di altri, è diventato talmente difficile da sembrarci addirittura impossibile. Il nostro trascorso ci ha portati a essere diffidenti, disillusi, autonomi e soprattutto sicuri che gli unici a non poterci deludere mai saremo sempre e solo noi; questo tipo di forte e incisiva autodifesa deriva dalla memoria del passato che accompagna ogni nostro passo come un’ombra e ha contribuito a edificare mattone su mattone la nostra personalità e il nostro atteggiamento nei confronti del mondo.

Ricordiamo quella volta in cui abbiamo creduto con estrema certezza che una situazione era esattamente come l’avevamo vista e valutata e nella quale ci siamo buttati mani e piedi salvo poi renderci conto di aver preso un’enorme cantonata, non tanto per ciò che era in sé quanto per la mancanza di apertura mentale con la quale l’avevamo osservata. Ricordiamo il periodo in cui, troppo deboli o sconfortati o incapaci di superare un determinato ostacolo, ci siamo arresi e abbiamo chiesto aiuto desiderando sentirci affiancati e sostenuti ma, dopo un primo momento di apparente disponibilità, abbiamo ricevuto solo una bella pacca sulla spalla e poi il vuoto intorno. A quel punto abbiamo affrontato i fantasmi, siamo entrati nell’occhio del ciclone e combattuto contro i pirati da soli, deboli e impauriti inizialmente ma poi via via più forti e…incredibile ma vero, ne siamo usciti.

E infine ricordiamo quella persona, o quelle persone, nella quale abbiamo creduto con tutti noi stessi, che avevamo pensato fosse quella che ci avrebbe capiti, protetti, letti dentro senza incomprensioni, senza battaglie inutili, senza malintesi e senza bisogno di combattersi o inseguirsi, ma con la quale giorno dopo giorno ci siamo resi conto di parlare lingue diverse, con la quale intendersi con uno sguardo era praticamente impossibile, con la quale i silenzi non erano parole intense bensì solo spazi vuoti e privi di significato. Ricordiamo tutte le parole pronunciate per rassicurarci sulle sue intenzioni, sul suo desiderio di camminare con noi, sull’accettarci e amarci esattamente per come eravamo, salvo poi fare marcia indietro nel momento in cui si era resa conto di non poterci cambiare, di non riuscire a portarci a guardare la realtà dal suo punto di vista perché il nostro era troppo divergente dal suo, di non essere capace di capirci davvero facendo diventare il rapporto un campo di battaglia e soprattutto di non essere in grado, né con le sue parole né con i fatti evidentemente poco convincenti, di conquistare completamente la nostra fiducia, di indurci a credere in lei fino in fondo.

Dunque ci ritroviamo davanti al nostro specchio forti, adulti e disillusi, convinti di non essere mai più capaci di fidarci, di credere di nuovo e di non avere bisogno di appoggiarci a nessuno per superare gli ostacoli del nostro percorso.

E’ davvero così?

Può essere credibile pensare di non aver bisogno di nessuno per stare bene e sentirci completi?

E’ giusto chiudere la porta a chiunque tenti di conquistare la nostra fiducia solo perché altri in passato ci hanno delusi?

Perché è così difficile riuscire di nuovo a credere in qualcuno?

L’equilibrio e l’autonomia raggiunti ci piacciono talmente tanto da convincerci di non volere mettere a repentaglio le certezze per far entrare qualcuno nel nostro mondo, perché sappiamo di non avere più energie da investire né desiderio di farci convincere di qualcosa, perché siamo sicuri che una persona con la quale confrontarsi e tentare di costruire destabilizzerà sicuramente il nostro ordine e porterà certamente problemi nella nostra quieta abitudine dentro la quale ci troviamo perfettamente a nostro agio. Poi un bel giorno ci troveremo faccia a faccia con un’anima talmente simile alla nostra che conversare con lei sarà facile quanto parlare con noi stessi, forse anche di più, che non ci costringerà a spiegare o non dovrà farci comprendere le cose attraverso scontri o tiri alla fune mentali, perché intendersi sarà semplice come bere un bicchier d’acqua, e quello stesso giorno sentiremo istintivamente di poterle credere, non per ciò che dice quanto per come lo dice, con la tranquillità e pacatezza di chi non avrebbe alcun motivo di volerci convincere.

Un’anima con la quale i silenzi saranno frasi intense, con la quale il senso delle parole non sarà travisato o male interpretato, per la quale un’assenza non sarà un distacco bensì un modo per rispettare il nostro spazio in attesa di un rinnovato e continuo ritorno, un’anima che riuscirà sempre a dire e fare la cosa giusta non perché ci abbia studiati ma semplicemente perché sarà talmente simile a noi da respirare allo stesso ritmo.

Un’anima che quando le diremo che non ce la sentiamo più di combattere per nessuno e contro nessuno ci dirà con semplicità disarmante che sarà lei a combattere per noi, che quando parleremo crederà in noi senza il minimo dubbio; e, senza bisogno di fare gli incredibili sforzi che avremmo immaginato di dover fare per credere…semplicemente con altrettanta disarmante spontaneità, le crederemo.

 

Marta Lock