In alcuni casi è sufficiente decidere di mettere un punto… per sentirci subito liberi di cominciare un nuovo capitolo… soprattutto quando al precedente avevamo scelto noi di rimanere aggrappati…
Chissà per quale strano motivo, forse una forma di masochismo latente oppure per reticenza ad ammettere con noi stessi di aver completamente sbagliato valutazione, a volte ci rendiamo conto di restare attaccati con le unghie e con i denti a qualcosa di terminato, esaurito e senza alcuna possibilità di ripresa. In questi strani labirinti senza uscita abbiamo la sensazione di essere dei topi in trappola che continuano a correre disperatamente nei corridoi senza riuscire a trovare la via di fuga che ci permetterebbe di scorgere una nuova luce e intraprendere una nuova strada.
Così continuiamo a tornare sui nostri passi e ritentare, ancora e ancora, di trovare un filo sottile che possa tenerci legati, quasi aggrappati con tutte le nostre forze, a un passato che ci aveva riempiti di emozioni ma che non riesce a colmare il presente così come sentiamo di avere bisogno. Da un lato sappiamo di doverlo lasciar andare, dall’altro è talmente difficile da sembrarci inverosimile immaginare un futuro senza il protagonista di quella grande emozione, da un lato noi e la nostra serenità, dall’altro un rapporto intenso ma in qualche modo frustrante, da un lato ciò che vogliamo noi, dall’altro ciò che vuole il partner, in un braccio di ferro perenne che non giungerà mai a una conclusione.
Perché se qualcosa non ci rende più felici continuiamo a non volerci staccare?
Per quale motivo anche se un rapporto è stato chiuso cerchiamo spasmodicamente un modo per ritornare a farlo rivivere?
Cosa ci spinge a voler trovare un pretesto, una scusa, un gancio per recuperare ciò che non è riuscito a tenerci insieme a qualcuno in precedenza?
Davvero vogliamo continuare a crogiolarci nell’infelicità piuttosto che staccare il doloroso cordone ombelicale e voltare pagina?
Forse la certezza di ciò che è stato, l’intensità di ciò che abbiamo provato, rimane nella nostra anima talmente a lungo che lasciare che ne esca diventa ben più doloroso dell’incapacità di continuare a viverlo e, tutto sommato, qualcosa di conosciuto è comunque più rassicurante dell’incognita di ciò che arriverà dopo. Forse l’ostinazione di non voler ammettere di aver creduto con tutte le nostre forze in qualcosa che poi è sfumato ci impedisce di lasciare il filo che tiene l’aquilone debolmente attaccato a noi mentre è già sferzato dal vento che vuole potarlo via in alto, lontano.
Nel momento in cui, dopo aver tanto resistito, tentato, e ripetuto dinamiche e situazioni nella speranza di poter dare loro un finale diverso dal precedente, dopo aver snocciolato tutte le questioni una a una, provando a trovare un punto di incontro, un compromesso, una mediazione tra i due modi di essere e le due volontà, dopo tanti sforzi, desistiamo e ci arrendiamo scegliendo di mettere la parola fine a qualcosa alla quale mai avremmo desiderato metterla ma che, nell’istante stesso in cui lo facciamo, ci fa sentire incredibilmente leggeri, sollevati quasi.
Superata la sensazione di disorientamento per non avere più il punto di riferimento che avevamo avuto fino a poco prima, oltrepassata la linea di confine tra ciò che abbiamo lasciato, e che non abbiamo più motivo di rimpiangere, e ciò che sappiamo di voler aspettare perché è l’unica cosa che siamo in grado di accogliere, accompagnati dalla sorridente sensazione di esserci liberati dalla zavorra che ci ancorava a un terreno che scottava ormai sotto i piedi, di nuovo aperti all’incognita senza che ci spaventi bensì con la speranza che apra uno spiraglio su un mondo tutto da scoprire e da conoscere, in quel momento ricominciamo a guardare avanti senza più voltarci verso ciò che è stato, senza dimenticarlo questo no, ma mettendo il punto su quel capitolo, su quel racconto che non aveva più ragione di continuare e iniziare a scriverne uno tutto nuovo.
La pagina bianca davanti a noi, candida e profumata di futuro, sarà presto riempita di emozioni, di parole e di presente che contribuiranno a farci sentire via via più liberi dal doloroso passato al quale abbiamo voluto restare aggrappati. Su quella pagina bianca inizieremo a scrivere una storia tutta nuova da riempire di noi.
Marta Lock