Voglio di più

Il momento in cui sentiamo di volere di più…da una persona o da una relazione…e troviamo il coraggio di chiederlo…coincide spesso con quello in cui l’altro comincia a scappare…

Non tutte le relazioni iniziano allo stesso modo e non tutte hanno un percorso lineare fin dai primi tempi; può capitarci di incontrare una persona con la quale non sentiamo, più o meno reciprocamente, di poter instaurare subito un rapporto che abbia le connotazioni classiche o convenzionali. A volte perché non stiamo attraversando un periodo in cui possiamo investire troppe energie in una storia sentimentale, altre perché non siamo sicuri di ciò che vogliamo da noi stessi né da chi ci troviamo di fronte, altre ancora è l’altro a tirare il sasso e nascondere la mano, instaurando quel tipo di rapporto, che può anche andare avanti per anni, nel quale nessuna delle due parti si sente impegnata ma, chissà come, si ritrovano sempre insieme.

Oppure ci sono quei casi in cui due soggetti si incontrano nel momento sbagliato per uno dei due e la relazione si interrompe, poi, dopo un po’ di tempo, si rincontrano in un periodo non molto favorevole per l’altro, si frequentano ancora per un determinato lasso di tempo e si perdono di nuovo; la cosa strana è che, nonostante tutto, continuano a incontrarsi e cercarsi, senza far mai niente affinché il tipo di rapporto cambi.

Se è vero che ci troviamo davanti alla persona sbagliata, per quale motivo continuiamo a imbatterci in lei?

Perché, se davvero non vogliamo stare insieme, continuiamo a cercarla e a provare, ogni volta, a costruire qualcosa che sembra non concretizzarsi mai?

Qual è il dettaglio per colpa del quale un rapporto che va avanti da tempo, a volte da anni, non riesce ad assumere quella connotazione di stabilità che potrebbe indurci a considerarlo un legame?

Il desiderio di capire ci porta a tentare di cambiare la storia e provare a costruire qualcosa di più serio con quella persona che ha costituito un punto fermo della nostra vita, pur non essendoci mai fermati con lei, che abbiamo considerato come un riferimento, pur non avendo avuto la sua presenza costante al nostro fianco nei momenti in cui ne avevamo bisogno, che, per un motivo o per l’altro, ci è sfuggita tanto quanto noi siamo sfuggiti a lei, lasciandoci quel senso di incompiuto e di intentato al quale vogliamo porre fine.
Perciò iniziamo a diventare propositivi, a chiedere di fare cose insieme, condividere più momenti, creare delle occasioni per sentirci più vicini e più complici.

Ai nostri tentativi però, l’altro risponde in modo evasivo, come se da un lato non volesse deluderci e dimostrarci che anche da parte sua c’è la volontà di costruire qualcosa di diverso dai precedenti trascorsi, ma dall’altra non riuscisse a cambiare un rapporto che fondamentalmente gli va bene proprio come è sempre stato. E, in fondo a se stesso probabilmente si domanda perché ci sia in noi tutta questa esigenza di trasformare qualcosa che tutto sommato non ha senso modificare; e più noi cerchiamo di costruire e condividere, più l’altro sfugge e si nasconde lasciandoci lì a domandarci come mai sia così spaventato davanti a una persona che conosce come le proprie tasche e con la quale non avrà molte sorprese.

E’ giusto tentare di trasformare qualcosa di tiepido, sperando che, cambiando la modalità del rapporto, cambi anche il calore che ci può trasmettere quella persona?

Se una relazione non è decollata subito, perché probabilmente i sentimenti non erano mai abbastanza forti, nonostante i continui ritorni, potrà mai trasformarsi solo perché razionalmente abbiamo deciso di provare?

Forse se un rapporto non ha preso subito la direzione che ci saremmo aspettati, è stato perché non ci trovavamo davanti alla persona giusta, e forse il fatto che l’abbiamo continuata a incontrare o cercare ci ha fatto scattare quello strano meccanismo che ci induce a ritenere che se una presenza è costante nella nostra vita, probabilmente qualcosa vorrà pur dire. Forse la rincontravamo nei momenti in cui, casualmente, eravamo soli entrambi, proprio per alleviare un momento di vuoto emotivo; forse quel tipo di rapporto era giusto in quei frangenti perché era esattamente in quel modo.

E l’allontanamento dell’altro ci rivela, riflettendoci bene, che tutto sommato ha più senso la sua fuga che il nostro tentativo di forzare qualcosa che non è nato spontaneamente.

 

 
Marta Lock