Ciò che fuoriesce in modo chiaro e inequivocabile dai dipinti dell’artista lombarda è l’attenzione sul mondo femminile, letto in chiave interiore, intimista, nel momento di maggiore ricerca di quelle sensazioni profonde che, nella Bellinazzi, si manifestano nelle posizioni dei corpi, in quel raccogliersi su se stesse o liberarsi, e liberare le emozioni, verso l’esterno, quasi cercando sollievo all’interno di un mondo magico che le avvolge e le rassicura. In alcuni dipinti le sue protagoniste sembrano vivere sospese tra presente e passato, tra il ricordo di un luogo, o l’immaginario che riporta a esso, e la vita attuale, quella in cui forse traspira un po’ di rimpianto ma al tempo stesso anche accettazione, come se il guardarsi dentro abbia permesso di raggiungere la coscienza del vivere la vita così com’è, con serenità ed equilibrio.
In altri invece appare evidente la doppia anima della donna, pura ma anche peccatrice, come nel dipinto Intrigo in cui la colomba bianca circondata da fiori, si affianca a un antro scuro illuminato solo in fondo da una luce forte e intensa, come intenso è lo sguardo provocatorio e seduttivo della dama mascherata al centro del dualismo. Uno dei temi ricorrenti dell’artista è proprio la sensazione dell’essere femminile di sentirsi quasi intrappolato, in bilico tra desiderio di liberare la propria vera essenza e l’impossibilità di poterlo fare, tra il sogno mai dimenticato di poter prima o poi avere l’occasione di librarsi in volo, con le ali nascoste nel passato, e le responsabilità della realtà che impedisce o ritarda la realizzazione del desiderio riposto nel cassetto, come nel dipinto Sogno Viola,
in cui è evidente come la testa reclinata indietro della protagonista rappresenti quasi un voler pregare quell’ideale, che rappresenta la sua luce interiore, di non sfuggirle via dalle mani e dalla mente, immersa in un mondo fantastico di farfalle e di fiori che sembrano volerla reclamare al momento presente senza però impedirle di continuare a liberare i sogni. Nelle opere della Bellinazzi tutto è simbolo, manifestazione sospesa e sussurrata di una femminilità a volte nascosta, come nei meravigliosi dipinti dedicati all’India, o in quelli più intimisti in cui rappresenta le emozioni più profonde, come Risveglio, ma sempre solari, sempre positivi; anche le emozioni più spiacevoli o malinconiche sono rappresentate con un gentile tocco che racconta di speranza, di ottimismo, del saper vivere la vita anche per come è e non solo come si vorrebbe che fosse. Forse l’artista suggerisce, con la sua semplicità, con la sua capacità di raccontare storie a metà tra sogno e realtà, che è bello ricordare, immaginare e desiderare tanto quanto lo è vivere nella pienezza di ciò che comunque si è ottenuto.
Da sempre innamorata dell’espressione artistica, Anna Bellinazzi inizia a disegnare da bambina e prosegue gli studi presso il Liceo Artistico, poi varie vicissitudini la costringono a spostare la sua scala di priorità ma non abbandona mai quell’amore intenso che la lega alla pittura e, nel corso degli anni, riesce a partecipare a molte mostre collettive e personali, facendosi notare dal pubblico che ammira la solarità e positività che infondono i suoi dipinti, dai quali l’occhio è immediatamente catturato, e dalla critica che ne apprezza la capacità espressiva e quell’essere sospesa tra Neorealismo e Surrealismo, nell’accezione più magica e sognante del termine.
Marta Lock
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