Ballando al buio

L’abbraccio che ricordiamo di più… è l’ultimo dentro cui ci siamo abbandonati… senza sapere che non ve ne sarebbe stato un altro…

A volte ci imbattiamo in situazioni talmente particolari da non aver tempo di renderci conto di cosa succede, come se vivessimo in una realtà parallela di cui sappiamo di essere protagonisti pur sentendoci quasi come spettatori, tanto ne sono imprevedibili le dinamiche persino a noi stessi. Sono quegli incontri particolari, travolgenti, unici, dentro cui ci troviamo mani e piedi, con la sensazione di essere risucchiati nel loro vortice, senza capire quale momento ne abbia segnato l’inizio. Nel momento in cui le viviamo ce ne sentiamo completamente coinvolti, con un’intensità che raramente abbiamo provato in precedenza, con la sensazione di trovarci di fronte a quell’unico guerriero che ha saputo aspettarci tanto a lungo, certo che prima o poi, in qualche parte del mondo, ci avrebbe trovati.

Noi siamo portati a fare e dire cose che mai avremmo immaginato di dire o fare prima di quell’incontro, un po’ perché ci sentiamo pienamente noi, apprezzati esattamente per quelli che siamo, un po’ perché l’altro a sua volta si apre completamente, ci conquista con le sue stranezze e ci dimostra in tutti i modi di tenere a quella storia appena nata. Tutto è amplificato e viaggia sul binario rapido del rapporto talmente familiare da sembrarci di averlo sempre avuto davanti, le emozioni sono belle, positive, mature, piene e appaganti come le immaginavamo quando provavamo a vederci completamente coinvolti in qualcosa di importante. Ecco queste sono il tipo di storie che tutti dovrebbero avere almeno una volta nella vita, questo diciamo a noi stessi e al mondo che ci guarda, quelle per cui non è importante la durata bensì tutto ciò che lasciano in noi, la sensazione di essere amati, per un secondo, per un giorno o per quanto durerà, in modo completo, senza dover rinunciare a nulla di noi e accettando l’altro per come lo vediamo, con tutti i pregi e i difetti, sentendolo autentico e proprio per questo amandolo.

Capita però, che per motivi indipendenti dalla volontà delle due parti, o per scelte legate a fattori esterni alla coppia ma per varie cause irrinunciabili, o ancora per un allontanamento momentaneo di uno dei due magari per ragioni professionali, personali, e chissà per quante altre casualità possano verificarsi, si debba chiudere, più o meno definitivamente lo splendido rapporto. E capita che quello dei due che è consapevole di quanto sta per accadere, cerchi di nascondere il più a lungo possibile la rivelazione che provocherebbe tristezza, malinconia, dolore; sceglie di restare in silenzio per proteggere gli ultimi fotogrammi di una storia bellissima…

E’ delicatezza quella che ci spinge a non confessare la necessità di un distacco?

Un riguardo verso un sentimento forte e verso la persona che ci ha dato tanto, a cui abbiamo dato tanto e che non vogliamo veder soffrire?

Oppure è mancanza di coraggio nel confessare che quel ballo al buio, quell’abbraccio avvolgente, sarà l’ultimo?

E’ forse più indolore sparire senza spiegazioni piuttosto che affrontare insieme una realtà inevitabile, rovinando l’ultimo momento che tacendo potremmo trascorrere come uno dei tanti altri felici e conservare nella memoria un ricordo sofferto ma meraviglioso?

In alcuni casi preferiamo uscire da una stanza in punta di piedi, senza troppo rumore, perché quella stanza, ciò che c’è dentro, ciò che tanto a lungo abbiamo guardato fino a diventarci familiare, vogliamo ricordarla esattamente con addosso la stessa sensazione di quando la vivevamo, quel senso di familiarità, di gioia, di spensieratezza che un addio, la rivelazione di un allontanamento inevitabilmente spezzerebbe, così, anche a costo di apparire egoisti, preferiamo continuare a godere fino all’ultimo istante di quel ballo silenzioso, nel buio, che vorremmo si prolungasse all’infinito.

Ed è quell’abbraccio che ricorderemo per sempre, come qualcosa che ci ha fatti stare immensamente bene ma da cui la vita ci ha costretti a separarci, e l’altro a sua volta, pur incolpandoci in un primo momento di non aver parlato, rivelato, comunicato, rimarrà con in bocca il sapore dolce di qualcosa che è scivolato via in modo lieve, senza strappi, senza l’amaro dell’aver trascorso gli ultimi istanti a discutere o a piangere per qualcosa di inevitabile. E, con la malinconia nel cuore, ripenserà a quel dolce ultimo abbraccio a cui si è abbandonato e a cui non sapeva di dover rinunciare… per sempre.

 

Marta Lock