Ballando sul cuore

Se qualcuno non ci ritiene abbastanza importanti… per fare qualcosa per noi… non dovremmo perdere tempo a pensare… a cosa fare per lui…

Abbiamo incontrato persone meravigliose con cui stare era semplice, spontaneo, naturale e che hanno fatto per noi cose che noi per primi non saremmo stati disposti a fare per loro. In quella fase ci sentivamo sicuri ballerini che guidavano con decisione il ritmo del rapporto certi che l’altro ci avrebbe seguiti ovunque la musica ci avrebbe condotti. Era bello, ci piaceva sentirci importanti, la presenza costante dell’altro ci rassicurava, le sue attenzioni ci appagavano e ci sentivamo come se tutto quel ricevere fosse naturale, fosse compreso all’interno del termine relazione. Dopo un determinato lasso di tempo però, senza riuscire a comprenderne la causa, abbiamo iniziato a sentirci soffocare, a voler sciogliere quell’abbraccio, a lasciare quelle mani sicure per continuare a danzare da soli su un’altra musica… chissà forse non eravamo maturi per quel tipo di rapporto o forse non era la persona che ci riempiva di tante attenzioni quella da cui in realtà le desideravamo. Sta di fatto che la scelta di staccarcene si è rivelata dolorosa quanto inevitabile.

Per rallentare il passo e continuare a camminare da soli, perché la spinta a vivere qualcosa di più intenso, di più adatto a noi, non ci permetteva di restare lì, all’interno di una relazione che ci appagava sotto tanti punti di vista ma generava inquietudine sotto altri.

Così ballando ballando, siamo entrati nella fase successiva, quella in cui abbiamo incrociato i nostri passi con quelli di ballerini provetti, che volevano guidare le danze solo e unicamente secondo il proprio ritmo, senza fermarsi mai ad ascoltare la nostra musica e a noi tutto sommato non dispiaceva entrare in una dimensione diversa alla precedente, perché sentivamo il bisogno di capire, di superare il senso di colpa per il distacco provocato in precedenza, forse inconsciamente di provare la stessa sensazione che avevamo inflitto all’altro. E la nostra richiesta silenziosa è stata dunque ampiamente esaudita da quei ballerini solisti che hanno imparato a danzare sul cuore di chi incontrano senza preoccuparsi di abbandonarlo subito dopo per cambiare partner e muovere nuovi ed entusiasmanti passi; perché attraverso il cambio di ritmo, di braccia e di musica, riescono a non abituarsi a un’intesa di coppia che li spaventerebbe, che li terrebbe legati, che li fermerebbe sulla stessa pista da ballo.

Perché alcuni di noi vivono il continuo cambiamento come la soluzione alla paura di lasciarsi andare?

Come mai scelgono di rinunciare a impegnarsi a fare qualcosa per l’altro impiegando tante energie per pensare solo a se stessi, piuttosto che fermarsi e scoprire che dedicarsi un po’ anche a qualcuno di diverso da sé potrebbe non essere poi così sacrificante?

E’ davvero questo il segreto delle relazioni contemporanee? Continuare a cambiare ballerino anziché scendere a compromessi e adeguarsi un po’ all’altro soprattutto se l’altro tanto dimostra di voler fare con noi?

Nella convinzione che non possa essere questa la soluzione, continuiamo a cercare quel ballerino con cui danzare ogni ritmo, ogni musica, ogni nuovo passo, convinti che non sia necessario passare di braccio in braccio se possiamo rinnovare insieme lo stile, la coreografia di coppia, cercando una nuova intesa per ogni differente ballo. E quasi miracolosamente, appare a noi proprio ciò che cercavamo, ma poiché nel corso della nostra esplorazione e del nostro esame di coscienza abbiamo imparato a procedere in modo più circospetto, non per diffidenza quanto per necessità di comprendere quanto l’altro sia disposto a impegnarsi per danzare solo con noi, aspettiamo prima di muovere un passo deciso, aspettiamo di armonizzarci lentamente, osservando e cercando la sintonia necessaria a permetterci di ballare con maggior sicurezza.

Grazie a tutti i ballerini solisti incontrati, abbiamo compreso che nella reciprocità dell’ascolto del ritmo e della musica sta l’interesse reciproco dello scoprirsi, adattarsi al modo di danzare dell’altro per creare un’armonia di movimento che permette a entrambi di guidare e di essere al tempo stesso guidati, di fare qualcosa per stare al passo del partner tanto quanto il partner fa spontaneamente con noi, generando in questo modo dei passi di coppia che mai avremmo immaginato potessero diventare tanto belli e stimolanti… perché a quel punto pensare a cosa fare per seguire lui diverrà finalmente spontaneo tanto quanto all’altro pensare a cosa fare seguire per noi.

 

Marta Lock