Complementarità

Non esiste la persona perfetta… esiste un’unica persona imperfetta… i cui difetti sono perfettamente complementari ai nostri… e riconoscendoli ci troviamo a sorridere…

In quella girandola di incontri che contraddistingue la nostra esistenza, quel cammino esplorativo in virtù del quale comprendiamo meglio noi stessi tanto quanto le persone con cui entriamo in contatto, differenti e sfaccettate quanto in fondo lo siamo noi nella fase in cui non abbiamo raggiunto la consapevolezza e l’equilibrio che ci consentirebbe di conoscerci a fondo, cominciamo a generare uno spartiacque, o meglio a farci un’idea ben precisa dell’ideale che vorremmo trovare, di quell’essere perfetto con cui potremmo sicuramente essere felici. Tuttavia non abbiamo ancora affinato quell’intuito grazie al quale sia possibile riconoscere con facilità le caratteristiche con le quali non siamo in grado di convivere perché troppo distanti dal nostro modo di osservare la realtà, di concepire l’esistenza e di sognare un futuro in armonia. A causa della nostra inesperienza nel riconoscere le persone, ma anche dell’apertura che ci induce a non escludere a priori qualcuno solo sulla base di alcuni dettagli che emergono senza considerare il quadro più generale, continuiamo a trovarci ad avere a che fare con relazioni che, a lungo andare, ci fanno sentire intrappolati in qualcosa di troppo distante da ciò che davvero desideriamo.

Malgrado il realismo che inevitabilmente ci assale e con cui non possiamo fare a meno di continuare a confrontarci, resta sempre più impressa nella nostra mente l’immagine di quella persona perfetta che prima o poi giungerà all’improvviso per darci la felicità verso cui sentiamo di tendere. Eppure quell’attesa sembra prolungarsi all’infinito, confermando le parole e i consigli di chi ha sempre sottolineato quanto la realtà sia distante dal sogno, quanto non esista quell’individuo ideale con cui tutto sarà semplice perché assolutamente compatibile con noi, quanto non sia concreto sognare quell’unico in grado di completarci e di farti sentire finalmente appagati e completi. La nostra fiducia sembra però essere incrollabile, la convinzione che la persona giusta esista si consolida a dispetto di tutto ciò che gli altri dicono.

Poi un giorno, quando siamo distratti o assorti da altro, ci troviamo di fronte a qualcuno che colpisce la nostra attenzione in un modo differente, quasi come se riconoscessimo qualcosa a cui non riusciamo a dare una spiegazione e tuttavia quel qualcosa è talmente tangibile da renderci impossibile non avvicinarci con una spontaneità che da un lato ci piace ma dall’altro ci stupisce. Nell’approfondirsi della conoscenza emergono però motivi di scontro, contrasti a volte anche piuttosto duri senza che questo affievolisca in qualche modo la sensazione di trovarci davanti a un rapporto davvero importante.

Perché, malgrado quella incontrata non sia la persona ideale che abbiamo sempre aspettato, non riusciamo a staccarci da lei, ad allontanarci nonostante gli scontri e le distanze che sembrano esservi?

Come mai mentre con tutti gli altri del passato i litigi e i momenti di distacco avevano costituito un graduale quanto costante allontanamento, con la persona del presente sembrano invece cementare la stima reciproca e l’intesa che permette al rapporto di crescere?

Queste riflessioni, e il consolidarsi della conoscenza, ci inducono a vedere la realtà in un modo nuovo, a permetterci di prendere coscienza che molti degli eccessi caratteriali, delle escandescenze colorite che vediamo nell’altro sono lo specchio, una manifestazione diversa, di quelle che appartengono a noi, che ci contraddistinguono da sempre e che avevano determinato l’allontanamento di altri o il nostro allontanamento da loro; questa complementarità che contraddistingue la relazione che stiamo vivendo ci consente di valutare quanto in fondo la persona ideale che aspettavamo non doveva necessariamente essere perfetta, semplicemente un imperfetto individuo i cui difetti ci inducono a sorridere, un attimo dopo esserci scontrati. Perché sarà l’unico di talmente simile a noi che ci consentirà di riconoscerci nei suoi atteggiamenti comprendendo le sue resistenze e le sue esternazioni che rapidamente si affievoliscono perché a sua volta sa di sentirsi più completo da quando i nostri percorsi si sono uniti.

 

 

Marta Lock