Cosa cerchi?

Sappiamo di aver trovato ciò di cui avevamo bisogno…quando pur avendo ottenuto tutto…non desideriamo più ricominciare a cercare altro…

A volte ci sembra che tutta la nostra vita debba essere un’eterna ricerca, prima un lungo percorso per capire di cosa abbiamo davvero bisogno, una strada lunga e faticosa che ci porta anche a scontrarci dolorosamente con la scoperta che ciò che avevamo creduto fortemente fosse la cosa che ci avrebbe soddisfatti, ma che in realtà non lo era. Nella seconda fase, una volta acquisita consapevolezza di quali fossero le cose che potenzialmente avrebbero potuto renderci felici, la ricerca ci è apparsa forse anche più ardua perché tra il sapere cosa si vuole e il riuscire a trovarlo c’è un tappeto di speranze disilluse, di tentativi andati a vuoto e di sconforto per non avere la possibilità di ottenerlo, che ci ha lasciati delusi e scoraggiati.

Così ci raccontiamo che in fondo la vita è bella perché non ci permette mai di restare troppo tranquilli e che l’avere sempre qualcosa di nuovo verso cui tendere ci fa sentire vivi e in evoluzione, quasi come se una spasmodica ricerca fosse la dimostrazione e la conferma di un intelletto vivissimo e in perenne movimento che altro non è che la testimonianza di un desiderio di non sedersi mai su se stessi. Ma c’è sempre una piccola parte di noi, quella con la quale parliamo quando nessun altro ci ascolta, che spera silenziosamente che quel tappeto di speranze si trasformi in un pavimento di realtà e di desideri realizzati mettendo fine a quella ricerca che giorno dopo giorno, anno dopo anno, silenziosamente diventa sempre più stancante. Ma davanti agli altri continuiamo a sorridere soddisfatti di quella vivacità intellettiva che ci spinge ad andare sempre oltre.

Ma in realtà oltre cosa?

E’ davvero così terribile riuscire a trovare ciò di cui si ha bisogno ed esserne felici?

Perché giudichiamo come ferme le persone che hanno avuto la fortuna di trovare prima di noi ciò che cercavano?

Il nostro perenne movimento intellettuale non sarà in fondo una giustificazione che ci permette di non ammettere che stiamo aspettando qualcosa che non è ancora arrivato?

Certo fermarsi solo perché siamo stanchi di muoverci, mettendo in secondo piano la nostra reale esigenza, e fingere che in quella staticità siamo felici, non è il miglior regalo che possiamo farci ma non lo è neanche l’ostentare una serenità nell’irrequietezza che non è evoluzione bensì autodifesa di fronte all’impossibilità di riuscire a trovare. Molti di noi confondono la serenità con la staticità, l’appagamento con la rassegnazione, la tranquillità con la noia e così vanno avanti nella loro esistenza sottolineando quanto siano soddisfatti nel sentirsi così curiosi di cercare qualcosa che forse non hanno ancora capito cosa sia e forse il punto è proprio quello, non sanno cosa hanno bisogno di trovare per smettere di sentirsi fondamentalmente insoddisfatti.

Sapere cosa ci rende felici è il primo e più importante passo evolutivo verso la conoscenza di noi stessi e accettare l’attesa che arrivi è altro sinonimo di grande maturità, oltre che di accettazione della realtà inconfutabile che non tutto può essere stabilito e controllato, e che a volte dobbiamo saper attendere che le cose seguano il loro corso. Dunque comprendiamo che il movimento non si arresta solo perché troviamo qualcosa che ci appaga, anzi può diventare una ricerca meno spasmodica, un’evoluzione consapevole non volta a colmare insoddisfazioni o lacune bensì semplicemente un flusso in avanti che desidera tenere con sé ciò che con immensa soddisfazione è arrivato ad arricchire il nostro presente.

Perciò arrivati a quel punto in cui abbiamo scoperto cosa cerchiamo e, chissà per quale regalo del destino magicamente lo troviamo, non sentiamo più l’esigenza di affermare con forza e decisione che il segreto per mantenersi sempre vivi e giovani stia nel cercare spasmodicamente qualcosa di nuovo dopo aver raggiunto un obiettivo al quale tenevamo, arrivati a quel punto sappiamo che qualcosa di nuovo si può raggiungere camminando insieme a ciò che abbiamo ottenuto, perché è solo evolvendo insieme che scopriamo di sentirci felici.

 
Marta Lock