Cos’è la felicità?

Lasciarsi sorprendere

Forse la felicità non è data da ciò che crediamo sia il meglio… ma da ciò che è il meglio… senza il bisogno di sforzarci di crederlo…

Improvvisamente nella nostra vita si verificano accadimenti che sopraggiungono a scardinare tutte le certezze costruite nell’arco del tempo durante quel percorso razionale e logico seguito alle destabilizzazioni emozionali e attraverso il quale siamo riusciti a dare un senso a ciò che stavamo attraversando; dopo aver visto sgretolarsi il sogno in cui di volta in volta avevamo creduto, abbiamo cominciato a stabilire dei parametri che abbiamo deciso dovranno essere lo spartiacque, il punto fermo da cui partire per valutare il terreno su cui muoverci per quello che è di fatto l’obiettivo dell’essere umano, cioè l’inseguimento di quella chimera sfuggente che risponde al nome di felicità. All’interno di un approccio razionale necessario a comprendere gli errori e soprattutto i passi falsi che abbiamo compiuto e che hanno determinato il dissolversi del desiderio che stavamo perseguendo, determiniamo quali siano i parametri necessari ad avvicinarci all’appagamento, alla soddisfazione e alla serenità che tanto cerchiamo.

Dunque stabiliamo quale sia il meglio verso cui dobbiamo tendere, che caratteristiche deve avere, quali sensazioni dobbiamo ricevere, e cominciamo così a smettere di considerare tutto ciò che non presenta quelle specifiche peculiarità perché, lo abbiamo deciso tempo fa, non vogliamo più rischiare di fare di nuovo un salto nel buio, non vogliamo più trovarci a dover gestire l’ennesima disillusione ed è per questo che determiniamo un binario da cui non deraglieremo. A quel punto però ciò che abbiamo deciso essere tutto ciò di cui abbiamo bisogno sembra sfuggirci, sembra non riuscire a darci la completezza che cerchiamo perché di fatto non si concretizza nella sua pienezza, manca sempre quel qualcosa che ci impedisce di ammettere a noi stessi di aver trovato la felicità.

Per quale motivo dunque non riusciamo a realizzare il nostro sogno?

Come mai trovare ciò che sappiamo essere il meglio non riesce a raggiungerci?

Perché nonostante la lucida analisi compiuta a seguito delle esperienze precedenti continuiamo a galleggiare nell’impossibilità di ottenere ciò che desideriamo?

Forse l’errore consiste esattamente nel voler stabilire confini e modalità per tradurre in realtà le nostre radicate convinzioni, perché in fondo la felicità è un’emozione e come tale non delimitabile, non spiegabile e indeterminabile dalla mente; ma soprattutto non è affatto detto che qualcosa sopraggiunto nella nostra vita in un momento sbagliato e dunque escluso dall’analisi effettuata per stabilire quale possa essere il meglio per noi, non si riveli invece perfetto in una fase successiva durante la quale alcune mancanze, alcuni pezzi necessari a strutturare la nostra personalità adulta sono andati a posto, si sono equilibrati con il resto del percorso che prima non avevamo ancora compiuto. Questa consapevolezza emerge inizialmente sotto forma di dubbio, di sottile riflessione, che però prende piede in maniera concreta nel momento in cui ci troviamo faccia a faccia con un evento o un incontro che ci sorprende destabilizzando tutte le certezze costruite, portandoci a guardare tutto da un punto di vista differente perché quell’imprevisto ci permette di essere felici come mai avremmo immaginato, né sperato, riuscendo a essere più coinvolgente di tutto ciò che avevamo provato in precedenza, quando ci muovevamo sulla base dei parametri razionali.

Malgrado l’opposizione iniziale, malgrado la destabilizzazione, a dispetto delle resistenze dovute all’evidenza che quella circostanza inaspettata non presenti affatto le caratteristiche che avevamo deciso essere condizioni imprescindibili, alla fine siamo costretti a capitolare, ad ammettere che forse ciò di cui avevamo davvero bisogno era ignoto alla mente e apparteneva solo a un universo emotivo che sfugge da ogni regola, da ogni logica e da ogni previsione. A quel punto tutto ciò verso cui ci eravamo concentrati si dissolve come neve al sole perché sappiamo di aver avuto il dono di trovarci di fronte a tutto ciò che avevamo sognato grazie alla capacità di accogliere qualcosa di diverso da quanto immaginato e di essere stati in grado di cambiare idea.

Perché è attraverso quell’inaspettato che abbiamo accolto nella nostra vita la felicità.

 

 

Marta Lock