Dove sei?

A volte ciò che ci manca di più… non è una persona per cui provare un sentimento… ciò che ci manca di più a volte… è come eravamo noi quando l’abbiamo provato…

Nei lunghi intervalli di tempo che intercorrono tra la fine di una relazione e l’inizio di un’altra, siamo particolarmente inclini a subire gli alti e bassi che la solitudine, inevitabilmente, porta con sé. Da un lato, soprattutto se abbiamo chiuso noi la situazione precedente, ci sentiamo sollevati per aver messo la parola fine a qualcosa che non ci faceva più sentire bene, a nostro agio, felici; dall’altro però sentiamo la mancanza della condivisione di momenti, di piccole quotidianità, di qualcuno che ascolti le nostre vittorie e le nostre sconfitte e combatta al nostro fianco.

E’ anche vero che, se guardiamo bene, non sempre le storie del passato ci avevano dato ciò di cui avevamo bisogno, ed è anche per questo motivo che le abbiamo chiuse anzi, a pensarci meglio è successo molto più spesso di quanto ricordassimo di aver avuto la sensazione che ci mancasse qualcosa di talmente profondo da provocarci disagio o farci sentire incompleti, pur dando importanza a tutto ciò che avevamo. Nel caso in cui, invece, siamo noi ad aver subìto il distacco, che nostro malgrado abbiamo dovuto accettare una scelta unilaterale a cui non eravamo affatto preparati, trovandoci di fatto a dover gestire un vero e proprio maremoto emotivo, scavando nel passato ricordiamo di aver avvertito delle note dissonanti, ci eravamo resi conto che esisteva una frattura di leggera insofferenza che diveniva via via più larga e profonda.

Perciò nel momento in cui ci è crollato il nostro piccolo mondo in testa, abbiamo avuto la sottile sensazione di aspettarcelo, come se la parte razionale non avesse visto, o non avesse voluto vedere, ciò che l’intuito aveva già compreso da tempo. E così ci siamo ritrovati soli, a dover far fronte a un cambiamento che non volevamo compiere ma che ha comunque creato un giro di boa e il lungo periodo di introspezione accennato sopra. Tuttavia l’essere umano è incredibilmente adattabile, plasmabile, nei confronti delle situazioni con cui di volta in volta si deve confrontare, perciò andiamo avanti, cerchiamo di toglierci dalle spalle il peso della scelta, presa o subìta, e ricostruiamo la nostra vita impostandola su altri parametri, assestandola su altre priorità, imparando a stare senza un’altra parte che non troviamo, forse perché non cerchiamo o forse perché non siamo ancora pronti ad accogliere, che ci piaccia o no ammetterlo.

Ma, quando meno ce lo aspettiamo, appare quel vago senso di vuoto, quella nostalgia di un’emozione che abbiamo provato in modo intenso in passato e che ora non riusciamo a sentire; così iniziamo ad aspettare che arrivi qualcuno di nuovo e guardiamo con gli occhi della speranza chiunque ci interessi nell’attesa che nasca quell’emozione. Ovviamente nel frattempo siamo cresciuti, abbiamo compreso cosa ci piace davvero e soprattutto cosa non vogliamo più nella nostra vita, e siamo inconsapevolmente diventati più circospetti, più esigenti ma non per questo più frenati, semplicemente le sensazioni hanno bisogno di maggiore intensità per travolgerci.

Perché a un certo punto diventa difficile lasciarci conquistare?

Come mai, dopo i primi approcci, troviamo sempre il pelo nell’uovo e scartiamo una conoscenza solo perché proprio un dettaglio non vuole cedere il passo a tutto il resto?

Non sarà forse paura di affrontare di nuovo una relazione temendo che, di nuovo, finisca?

Oppure la mancanza di un sentimento ci fa avvicinare a qualcuno che sentiamo già non essere la persona giusta?

La realtà è che molto spesso a mancarci davvero è vedere di nuovo allo specchio il nostro sguardo, il sorriso, la leggerezza, di quando ci sentivamo innamorati, quella sensazione che tutto è possibile e che non siamo soli, quel mondo diviso a metà tra le nostre abitudini, i nostri desideri, la nostra routine, che si devono amalgamare e armonizzare a quelli di un altro. Quell’essere lontani eppure sentirsi vicini, quell’aver bisogno di partire per poter tornare sapendo che ci stanno aspettando.

E’ questo ciò che ci manca davvero e che non possiamo forzarci a sentire per qualcuno, possiamo solo vivere finché un giorno, improvvisamente, non arriverà la persona che spontaneamente ci faccia sentire tutto.

 

Marta Lock