Farfalle

Spesso la spontaneità induce gli altri a sottovalutarci…spesso il sentirci sottovalutati induce di conseguenza noi…a perdere tutta la nostra spontaneità…

Alcuni di noi appartengono, irrimediabilmente e a volte irrinunciabilmente, a quella categoria di persone talmente spontanee da perdere quel manto di mistero che riesce invece ad attrarre e mantenere alta l’attenzione verso di sé dei tanti che sono più interessati a scoprire piuttosto che ad apertamente conoscere. Questo perché agli occhi di qualcuno un atteggiamento trasparente, naturale e genuino sembra far perdere di spessore o di importanza la persona che lo attua, quasi come se il mostrarsi esattamente per come si è o il fare e dire esattamente ciò che si pensa faccia rientrare la conoscenza entro dei confini di realtà, di verità che non tutti amano vivere.

A volte alcune persone preferiscono avere una visione distorta, ideale e in qualche caso quasi divina dell’altro, mettendolo su un piedistallo di carta velina sul quale si trova davvero bene solo chi preferisce essere adulato piuttosto che amato, illudere piuttosto che rivelare se stesso, un po’ per insicurezza per il proprio modo di essere un po’ perché risulta più facile fingere di essere chi non siamo piuttosto che accettare con fierezza chi davvero siamo. Dunque gli spontanei, quelli che dispiegano le proprie ali e volano come farfalle libere di mostrare quanto amino andare in alto, respirare, sorridere e trascinare con sé chi sceglie di seguirle ma al tempo stesso di scoprire anche la propria fragilità che da un momento all’altro potrebbe farle cadere in terra perché magari nel volo si sono avvicinate troppo pericolosamente a una fonte di calore che ha danneggiato le loro ali, perdono quell’alone di fascino che intriga gli altri portati a voler scoprire ciò che non si vede, a prescindere che possa loro piacere o no.

Per quale motivo a volte diventa più interessante tentare di indovinare piuttosto che guardare l’altro dritto negli occhi e vederne invece, una a una, tutte le sfaccettature?

Come mai molte persone si avvicinano, attratte dal modo in cui appariamo credendo forse di scoprire qualcosa che nascondiamo, per poi allontanarsi quando si rendono conto che siamo esattamente come invece ci eravamo mostrati?

Perché essere trattati come individui da rispettare e da trattare con tutto il riguardo e la premura che si dovrebbero avere nei confronti di chi si avvicina a noi, porta la maggior parte delle persone a credere che l’altro perda di importanza?

E perché permettiamo che la superficialità di chi non vuole guardare direttamente la sostanza metta in crisi o destabilizzi un equilibrio nel quale ci troviamo bene?

Spesso le persone spontanee e naturali si danno generosamente senza risparmiarsi, perché amano volare libere e perché desiderano che chi guarda le loro fragili ali si avvicini delicatamente e con altrettanta sincerità, apprezzandole esattamente per come sono e senza la convinzione che osservandole da vicino riveleranno delle tinte diverse da quelle che intravedono a un primo sguardo, guardandone le sfaccettature infinite di colore anziché voler cercare dietro una trasparenza che di fatto non esiste. Nel momento in cui però quelle farfalle si rendono conto che l’altro non sta volando con loro, che dopo averle osservate da vicino ha perso quell’interesse che sembrava avere, non perché non le piacessero più bensì perché ha compreso che avvicinandosi rientravano in una normalità che le aveva fatte scendere dal piedistallo di carta velina in cui le aveva messe, in quel momento loro, le farfalle, decidono di volteggiare via lontane da chi non è stato capace di dare la giusta importanza a una spontaneità naturale che voleva semplicemente permettere a entrambi di sorridere senza ombre.

Così l’altro, colto di sorpresa, non può fare altro che guardare la sottile polvere lasciata da quelle ali di cui non aveva apprezzato i colori, domandandosi il perché di quell’allontanamento e incapace di comprendere che alle attenzioni, alle premure, alla spontaneità non avrebbe dovuto rispondere con attese, giustificazioni e superiorità solo perché era riuscito a far posare quella farfalla sulla sua mano.

Ma a quel punto di quella farfalla colorata rimane solo la polvere lasciata dalle sue ali mentre l’altro resta lì, incredulo, a domandarsi quale sia il mistero che di lei non ha saputo scoprire.

 

 

Marta Lock