Il tempo di un respiro

A volte è proprio dietro un silenzio…che si nasconde l’incapacità…di gestire un’emozione che toglie il fiato…

Quante volte ci siamo trovati a confrontarci con un silenzio che ci ha lasciati costernati?

In quante innumerevoli occasioni abbiamo attribuito quella mancanza di comunicazione a un desiderio di allontanamento o incapacità di dirci con chiarezza che l’altro non voleva avere a che fare con noi?

E quante di queste volte anziché aprirci all’ascolto e alla comprensione dei perché dell’altro abbiamo interpretato quel silenzio come un rifiuto attribuendogli sempre e comunque delle connotazioni negative che non sempre gli appartenevano?

Perché viviamo la mancanza di parole come un qualcosa di brutto attribuendo a chi la manifesta un non interesse a darci una spiegazione?

Nel considerare le nostre emozioni e i nostri punti di vista dimentichiamo che ogni persona costituisce un mondo a sé sia riguardo il sentire sia riguardo l’esprimere le proprie emozioni e sensazioni perciò, laddove noi siamo abituati a manifestare un sentimento intenso che prende il sopravvento sulla nostra razionalità o un disagio che non ci permette di vivere serenamente, potremmo trovarci davanti a chi, per esempio, non sia assolutamente in grado di dire qualcosa fino al momento in cui non ne può più fare a meno, perché gli sta esplodendo dentro e perché non riesce più a ricacciare indietro la voce che sta urlando all’interno della sua anima. Ecco in questo caso il silenzio è un’attesa, un modo dell’altro per comprendere cosa stia succedendo dentro e fuori di sé, è un prendere tempo prima di decidere se parlare o tacere, fermi perché è solo attraverso una lunga pausa che riescono a fare chiarezza nelle loro testa e nelle loro emozioni. Certo questo tipo di persone può costituire un pericolo perché non ci permette di conoscere il proprio modo di vedere le cose e di capire che nel silenzio ci sta osservando e soppesando; il rischio è di ritrovarci da un momento all’altro ad assistere una fuga della quale non comprendiamo a fondo la motivazione che l’ha provocata.

Allo stesso modo potremmo imbatterci in qualcuno che si è inaridito al punto da essere quasi diventato incapace di lasciarsi andare ma, solitamente quanto fortunatamente, questo tipo di persone non ha problemi a dire le cose come stanno, scegliendo la schiettezza e la sincerità che evita ogni tipo di equivoco e preferendola a chiusure o fughe che potrebbero in qualche modo indurre in inganno l’altro. Certo, subendo questo tipo di comportamento ci può ferire oltre a sembrarci cinico ma sicuramente è talmente trasparente da non lasciarci in un angolo a tentare di attribuire a una cosa significati che da soli non riusciremo mai a indovinare, dunque, sconcertati ma sicuri di ciò che inequivocabilmente ci è stato espresso, giriamo i tacchi e ci allontaniamo a gambe levate prima che l’assurda psicologia del contrario ci porti ad attaccarci proprio a un personaggio che a lungo andare ci condurrà alla sofferenza. E, solo in qualche caso, l’altro potrebbe restare lì pentito per averci spaventati al punto di non dargli alcuna possibilità di scoprire che la sua aridità si avrebbe potuto trovare lentamente nuova linfa.

E poi c’è chi ha innalzato barriere talmente tanto alte a protezione della propria sensibilità, a volte a causa di un ruolo lavorativo che lo porta a dovere assumere posizioni rigide e ipercontrollate senza potersi permettere di lasciar trasparire la minima emozione che lo porterebbe a perdere quell’autorevolezza fondamentale per svolgere al meglio i suoi compiti quotidiani, a volte a causa di un passato doloroso che lo ha trafitto nel punto più tenero proprio nel momento in cui aveva abbassato le difese e aveva accolto ciò che normalmente teneva lontano. In quest’ultimo caso potremmo trovarci davanti a qualcuno che ha un’interiorità talmente ricca e profonda da aver reso necessario proteggerla sotto strati di apparente distacco che però, con la costanza e l’affidabilità, con la presenza e la manifestazione della volontà di rimanere nonostante tutto, lentamente si scioglierà come neve al sole, strato dopo strato senza che possa riuscire a resistere.

Quando ci troviamo davanti a questo tipo di persona, quando riusciamo, grazie a un intuito e a un’intesa particolarmente forti, a vedere la sua ricchezza interiore nonostante gli strati sotto i quali l’ha nascosta, restiamo lì e non ci facciamo scoraggiare. Solo in quel momento capiremo che il loro silenzio di fronte a un’emozione che non sanno gestire è come un lungo respiro necessario ad accogliere e lasciarsi investire lentamente da essa… e lo capiremo perché ha continuato a rimanere lì, fermo, davanti a noi e a quel primo lungo tempo di un respiro ne sono seguiti altri e altri…

 

 
Marta Lock