Immobile

Autolimitazioni

Molto spesso sono più forti i nostri ostacoli mentali… che ci immobilizzano o negativizzano impedendoci persino di tentare… piuttosto che gli effettivi o potenziali impedimenti esterni…

Quante volte ci siamo sentiti bloccati nel prendere una decisione perché avevamo il bisogno di portare alla luce tutti i motivi per non farlo, o che ci convincessero che il progetto avrebbe potuto rivelarsi un buco nell’acqua?

E in quante occasioni abbiamo razionalizzato ogni minima circostanza negativa per trovare un appiglio che facesse propendere per la rinuncia piuttosto che per il rischio di fare un tentativo?

Perché ci sentiamo tanto protetti nella nostra zona sicura al punto di preferire vedere il peggio anche laddove potrebbe invece celarsi il meglio?

A volte ci sembra quasi impossibile che alcune opportunità, alcune belle novità, capitino proprio a noi, quasi come se all’interno di noi si fosse radicata la convinzione di non essere abbastanza, di non meritare quei doni della vita, che sia essa professionale o personale, che vediamo continuamente accadere agli altri. Sì perché se abbiamo vissuto sempre osservando gli altri, e guardando a ciò che abbiamo dal punto di vista di ciò che ci manca, non ci aspettiamo niente di più di ciò che abbiamo ricevuto fino a quel momento; la realtà tuttavia è ben diversa, sia perché cambiando punto di osservazione, guardandoci dal di fuori, potremmo scorgere molta più positività, molte più soddisfazioni di quanto riusciamo a vedere rientrando nel nostro sguardo unilaterale, sia perché se anche la nostra analisi sul cammino precedente fosse realistica, in ogni caso non è affatto detto che tutto non possa cambiare da un momento all’altro, che ciò che avevamo visto succedere agli altri capiti invece anche a noi.

In virtù di una possibile inversione di tendenza, noi anziché accogliere con gioia e apertura il nuovo che giunge, cominciamo a guardarlo con sospetto, a fare letteralmente le pulci a tutto ciò con cui abbiamo a che fare, negativizzandoci e tendendo a vedere il peggio della situazione sotto i nostri occhi, prefigurandoci gli ostacoli che certamente sopraggiungeranno costringendoci a dover gestire una disillusione in cui forse preferiamo non cadere. Siamo talmente impegnati nel rimuginare su tutti gli impedimenti che incontreremo da non renderci conto che, allo stato attuale, sono solo e unicamente frutto delle nostre paure, proiezioni di un approccio pessimista anche laddove tutto sembra invece essere positivo; così, pensiero dopo pensiero, timore dopo timore, riflessione dopo riflessione, restiamo fermi, immobili, continuando a cercare di avere le certezze necessarie per procedere oppure al contrario per non farlo. Ma in quel frangente di immobilità potremmo lasciar sfuggire l’occasione, la possibilità di cogliere il cambiamento, di afferrare quell’opportunità che ci era capitata e che a causa di quella paralisi dentro la quale abbiamo preferito metterci, è volata via, inesorabilmente sfuggita da un nostro possibile presente.

Dopo la circostanza abbiamo di fronte due strade divergenti. La prima è quella di crogiolarci nella nostra visione negativa pensando che alla fine di tutto avevamo ragione perché che se la realtà che potevamo avere ci è sfuggita così facilmente dalle mani probabilmente non era la cosa migliore per noi e prima o poi avremmo dovuto fare i conti con ostacoli che ci avrebbero fatti pentire di averla presa; la seconda è invece quella in cui diventiamo consapevoli di essere stati i primi sabotatori di noi stessi, che avremmo potuto impiegare il tempo dei dubbi, delle perplessità, delle obiezioni all’opportunità che si stava prefigurando, per aprirci al possibile, per inseguire quel positivo che era piombato nella nostra vita all’improvviso come una cometa che chiedeva di essere afferrata subito, senza esitazioni e con fiducia per correre verso un futuro migliore, quello che avevamo sempre sognato.

E altrettanto bivalente può essere l’atteggiamento che dagli accadimenti può scaturire, da un lato la scelta di rientrare nel nostro guscio protettivo che non ci fa correre rischi ma non ci permette neanche di progredire, dall’altro l’insegnamento che a volte le cose positive giungono e si manifestano esattamente come le avevamo sempre sognate e che non serve arrestare il loro flusso positivo con le nostre paure e i nostri autolimiti. Questo farà la differenza per il nostro futuro e per le scelte che saremo in grado di compiere alla luce di questa nuova consapevolezza.

 

 

Marta Lock