Indomiti guerrieri

Essere resilienti

La nostra capacità di superare gli imprevisti… diventa tanto più rapida… quanto più frequenti sono stati quelli che abbiamo dovuto fronteggiare…

In un mondo ideale, quello che sogniamo da sempre e che costituisce l’obiettivo che ci siamo imposti di raggiungere, tutte le scelte e le decisioni vengono facilmente concretizzate attraverso l’impegno, la determinazione e la nostra incrollabile certezza che quella sia la strada migliore per noi; in un mondo ideale non esistono ostacoli, impedimenti, contrattempi e il sentiero che percorriamo è liscio e diritto così da permetterci di raggiungere più velocemente la nostra meta. Poi però esiste la realtà che giunge a ricordarci che non viviamo in un mondo ideale e che molto più spesso di quanto vorremmo siamo costretti dalle circostanze a compiere rocamboleschi equilibrismi, a camminare sul filo delle nostre possibilità o ad ammettere che qualcosa è troppo complicata per poterla raggiungere. Malgrado la nostra attitudine a controllare ogni dettaglio affinché il verificarsi di un imprevisto provochi meno danni possibili all’obiettivo verso cui stiamo andando, in alcuni casi non possiamo fare a meno di cadere, a volte anche in modo piuttosto rumoroso, dovendo fare i conti con il senso di fallimento che accompagna la consapevolezza di dover rinunciare, di essere costretti a gettare la spugna.

In quella fase cominciamo a riflettere sul senso della vita, sulle difficoltà che si sono verificate e dopo aver preso atto che forse per noi il cammino è più arduo rispetto a quello di altri, ci rassegniamo a dover affrontare periodicamente alcuni impedimenti oggettivi che sembrano capitare proprio nel momento in cui stavamo pensando che forse per una volta non avremmo incontrato ostacoli. Dopo qualche tempo però, superata la disillusione e oltrepassato il momento di destabilizzazione, decidiamo che un evento non può definirci, che non siamo ciò che è accaduto e che dipende da noi rialzarci e riprendere in mano la nostra vita preparandoci a un altro ostacolo ma senza permettergli di vincere ancora una volta sulla nostra vita. Dunque ricominciamo a lottare per qualcosa in cui crediamo, qualcosa che desideriamo davvero, convinti che questa volta non ci lasceremo abbattere dalle circostanze, questa volta pianificheremo meglio ogni cosa in modo da non incontrare sorprese; e nonostante ciò ci troviamo di nuovo davanti a un ostacolo insormontabile, un problema troppo grande per essere risolto e, ancora una volta, ci troviamo in terra a dover fare i conti con la rassegnazione della sconfitta.

Perché il destino sembra essersi accanito contro di noi?

Come mai non riusciamo a realizzare ciò che sogniamo a causa di impedimenti che ogni volta giungono a rompere le uova nel paniere?

E per quale motivo agli altri intorno a noi le cose vanno sempre meglio?

Nella realtà dei fatti non abbiamo idea di quanto possa essere stato difficoltoso il cammino degli altri o di quanto potrà esserlo in futuro, molto dipende dalla capacità di ciascuno di prendere gli eventi per quello che sono, una palestra fondamentale a formare il nostro carattere, a permetterci di comprendere quanto teniamo a qualcosa e quanto a volte sia necessario provare ancora e ancora, prima di ottenere i risultati che ci eravamo prefissati. Ma soprattutto decidiamo di non voler essere spettatori delle vite degli altri, vogliamo vivere la nostra con tutti gli ostacoli che potremmo incontrare perché, e questo lo abbiamo notato dopo l’ultima caduta confrontandola con la precedente, siamo diventati più rapidi nel rialzarci, abbiamo schivato la più recente difficoltà con maggiore abilità e comunque ci siamo ripresi dalla delusione più velocemente dunque ci sentiamo molto più forti e pronti ad affrontare la prossima sfida del destino. E così proseguiamo, caduta dopo caduta, ostacolo dopo ostacolo, diventando più resistenti, più pronti a risollevarci con determinazione e anche più positivi rispetto a quegli impedimenti che prima avevamo associato alla sconfitta, mentre ora sappiamo che sono stati una vittoria perché ci hanno forgiati preparandoci alle successive mete.

E forse proprio in quella fase in cui abbiamo allenato e consolidato la nostra persistenza alle difficoltà e agli ostacoli, potremmo incontrare qualcuna delle persone che credevamo avessero la fortuna di avere la strada più spianata che ci chiederà un aiuto, o che ci confesserà di aver sempre ammirato la nostra capacità di rialzarci e dunque sta domandando proprio a noi, ora che anche lei è di fronte a un grande ostacolo, come poter trovare la forza per affrontarlo. A quel punto noi, consapevoli della destabilizzazione che sta provando, le tenderemo la nostra mano.

 

Marta Lock