Inganni del cuore

Molte volte la realtà è davanti ai nostri occhi… ma non possiamo e soprattutto non vogliamo… ammettere con noi stessi di averla notata…

Esistono delle situazioni particolari, dei momenti in cui ci sentiamo molto predisposti alla fiducia, in cui incrociamo delle persone capaci di indurci a credere ciecamente in loro, nella loro onestà, nella loro integrità così tanto da metterci nella posizione, che mai prima di quel momento avevamo assunto, di passare sopra a molte cose, molti impedimenti, molte stonature su cui normalmente non avremmo soprasseduto. Forse perché usciamo da periodi in cui la diffidenza, il sospetto o atteggiamenti particolarmente ambigui avevano segnato i precedenti rapporti al punto di farci desiderare di chiuderli sia a causa del malessere che sentivamo dentro di noi sia per l’incrinarsi di qualcosa che non fosse basato sulle solide fondamenta della fiducia.

Nel momento in cui ci troviamo di fronte qualcuno con un atteggiamento apparentemente serio, solido e coerente, abbassiamo le difese e ci sentiamo spontaneamente portati a credere alle sue parole perché supportate da quel comportamento che tanto ci piace, mai sfuggente e sempre corretto con noi e in mezzo agli altri; non solo, siamo decisamente orientati a comprendere e rimanerle accanto anche in momenti delicati, pronti a scusare le assenze attribuite a motivazioni lavorative, a giustificare alcuni immotivati silenzi dovuti a impedimenti tecnologici o professionali, ad attendere pazientemente i suoi tempi perché in fondo siamo certi che quella persona, la nostra persona, non possa fare a meno di noi tanto quanto noi non possiamo fare a meno di lei. E così aspettiamo, pazienti, che la situazione cambi e finalmente la relazione decolli come, ne siamo certi, entrambi desideriamo.

Un giorno all’improvviso però i nostri occhi si aprono e inizia a sembrarci inverosimile che se davvero qualcuno tiene a noi non riesca a trovare o a ritagliare il tempo per vederci, per dedicarci e vivere con noi dei momenti importanti alla crescita di un rapporto, così cominciamo a mettere in dubbio la sua onestà e le parole dette e sentiamo risuonare come una crescente eco tutto il non detto e il non domandato nel quale l’altro, grazie alla nostra fiducia, si era adagiato.

E’ possibile che una persona che tiene davvero al rapporto, come vuole farci credere, non riesca a trovare il tempo per noi?

Come si può credere a qualcuno che dice di volerci vedere ma di non riuscire a organizzarsi per questioni di tempo, lavoro, impedimenti e chissà cos’altro?

Non sarà stata la nostra fantasia ad aver attribuito alle sue assenze un significato più alto e nobile rispetto a quello che semplicemente erano cioè un non desiderio di essere presente?

Quando abbiamo smesso di guardare le cose da un punto di vista obiettivo, che sarebbe perfettamente evidente se osservassimo la cosa dall’esterno, e abbiamo iniziato a bere ogni goccia che ci veniva centellinata come se fosse fondamentale alla nostra sopravvivenza emotiva?

Alcune persone giocano molto sul lasciar intendere senza dire, sul far sì che si creda senza chiarirlo, sull’atteggiarsi a integerrime senza di fatto comportarsi di conseguenza, proprio per generare quella risposta di fiducia dalla quale potranno prima o poi difendersi sostenendo l’innegabile verità di non aver affermato nulla e dunque di non essere colpevoli di nulla; questo stato di confusione accresce negli altri un’incapacità di vedere le cose per come realmente sono e riesce a tenerli legati a loro perché in fondo a loro fa comodo avere qualcuno di adorante che beve le ambiguità come acqua fresca, è bello pensare di avere un posto sicuro in cui approdare solo e unicamente quando va bene a loro…

Ma quando la nostra cecità sentimentale improvvisamente cede il passo alla lucidità perduta, quando ci rendiamo conto di essere stati vittime di un gioco in cui l’altro muoveva tutte le pedine, quando realizziamo di avergli concesso di fare il bello e il cattivo tempo dimenticandoci completamente di noi, a quel punto tutto crolla: le parole non dette, i silenzi ad arte per non rivelare, i tempi utilizzati per fare altro anziché condividere momenti con noi, si trasformano in un allontanamento netto, disilluso e deluso.

Quando realizziamo di essere stati vittime degli inganni del nostro stesso cuore, ce lo riprendiamo e, consapevoli di aver comunque dato il meglio di noi, attendiamo fiduciosi che l’altro realizzi a sua volta di aver perduto per sempre ciò che poteva essere il meglio per sé.

 
Marta Lock