Irresistibile follia

Follia

Il giorno in cui tenteremo di spiegare o capire un’emozione… sarà lo stesso in cui scopriremo che l’unica cosa che è possibile fare… è lasciarci avvolgere…

Nell’età adulta ci siamo abituati a razionalizzare, dare un senso logico, a tutto ciò che ci succede; questo perché è rassicurante far rientrare ogni cosa dentro una spiegazione, dentro uno schema che ci fa sentire protetti dall’incognita, e anche perché in fondo è così che bisogna essere da adulti, equilibrati, solidi, disillusi ma stabili. Questa convinzione genera in molti di noi chiusure, blocchi, barriere nei confronti di tutto ciò che potrebbe mettere in discussione quell’equilibrio faticosamente raggiunto, freni emotivi nel lasciarci andare all’imprevisto, a ciò che non è stato prestabilito, a tutte quelle occasioni che ci si presentano inaspettate e che ci danno un forte scossone vissuto come una minaccia.

Certo, spesso la reazione è un baluardo a protezione di un’emotività che porta con sé le cicatrici del passato, quelle zavorre di eventi, di episodi che abbiamo vissuto e che la memoria non riesce a cancellare, diventando di fatto un ostacolo al presente che invece di volta in volta è diverso in quanto diverse sono le persone che incontriamo. Credere che ciò che è stato vissuto si ripeta uguale in ogni occasione in cui abbiamo a che fare con caratteristiche simili, essere convinti che le persone possano rientrare dentro delle precise e specifiche categorie comuni, individuare un comportamento e farlo diventare immediatamente un clone di quel qualcuno precedente che ha contribuito a tracciare uno dei solchi della nostra anima, sono gli errori più grandi che possiamo commettere nel frenare un adesso che ha tutto il diritto di essere vissuto nella sua interezza. Proteggere l’interiorità diventa un imperativo, nasconderci nella rassicurante diffidenza un punto fermo, raccontarci che è meglio non lasciarsi andare per non rischiare di perderci un obbligo verso noi stessi.

Tuttavia guardandoci intorno succede che il nostro sguardo si soffermi su quelle persone che vanno in giro sorridenti, che si guardano con quella particolare luce negli occhi alla quale noi, disillusi, avevamo ormai rinunciato, e non conta quale sia la loro età, sono comunque avvolte da quella nuvola emotiva che non può fare a meno di colpirci e di farci sentire quella lieve malinconia per qualcosa a cui stiamo volutamente rinunciando. Ma la razionalità acquisita e stratificata nel corso degli anni, e a seguito di vicende vissute, ci spinge a considerarle folli, a credere che non sia realistico il loro atteggiamento e che prima o poi, ed ecco apparire lo schermo scuro del passato, arriverà il momento in cui tutto cambierà.

È davvero così?

È lecito credere che tutto ciò che è accaduto in passato si ripeterà, ancora e ancora, uguale a se stesso, dimenticando che tutto, compresi noi, siamo in costante evoluzione e trasformazione?

Chi è dunque il vero folle, colui il quale si lascia andare e vive intensamente le proprie emozioni senza i freni di ciò che è stato, oppure chi sceglie razionalmente di nuotare nel tranquillo mare delle non emozioni decretando di fatto una chiusura alla vita più vera?

Perché abbiamo eretto tante barriere a difesa di un’emotività che ha invece tutto il diritto di respirare, di travolgerci, di spingerci a una folle irrazionalità che è la base e il fulcro di un’intensità dimenticata?

Proprio nel momento in cui stiamo facendo queste importanti considerazioni, e nello stesso istante in cui stiamo trasformando la negazione in possibilismo, può capitarci di incrociare, così per caso, quello sguardo che ci sconvolge, che ci sembra di riconoscere pur non avendolo mai incontrato prima, che ci racconta qualcosa di sé pur non parlando. Quello sguardo genera in noi una tempesta emotiva che non credevamo esistesse, il parlarsi innesca quell’alchimia crescente che ci fa ritrovare a lasciarci spontaneamente andare dopo una sola ora, e il raccontarsi dà vita a un’irresistibile follia emotiva densa, avvolgente, inspiegabile, irrazionale ma proprio per questo incredibilmente unica.

E così, a dispetto di tutte le resistenze, al di là di tutto l’equilibrio, oltre tutto il castello difensivo della razionalità, ci lasciamo andare, lasciamo respirare e vivere quell’emozione che era stata tenuta a bada troppo a lungo e che ora sappiamo che era solo in attesa della giusta magia per chiedere prepotentemente il suo spazio.

 

 

Marta Lock