La scelta

Possiamo scegliere di fare scelte con la testa perché ci rassicura non metterci in gioco…ma è tiepido…prima o poi il cuore fa sentire la sua voce…pretendendo con prepotenza il suo spazio…

Alcune volte, durante il nostro percorso di vita, ci troviamo a guardarci allo specchio e capire di avere bisogno di stabilità, di certezze, di navigare nel tranquillo mare della serenità. Questa esigenza diventa tanto più forte quanto più il nostro trascorso amoroso è stato tormentato e caratterizzato da passioni esaltanti terminate con altrettante cocenti delusioni. Certo, il terremoto emotivo che ci suscita una relazione turbolenta, fatta di litigi e di riappacificazioni, di fughe e di inseguimenti, di separazioni e di appassionati ritorni, ci fa sentire vivi e riempie la nostra vita di tutte quelle sensazioni necessarie a darci la consapevolezza che il nostro cuore è davvero innamorato.

Poi, magari dopo l’ennesimo litigio o assenza o fuga, si verifica quel particolare episodio,

quell’evento determinante che ci fa sentire l’esigenza di avere accanto una presenza costante e rassicurante, un appoggio, un porto sicuro nel quale rifugiarsi durante le forti tempeste alle quali periodicamente siamo sottoposti. E, cercando il sostegno di chi ha tanto movimentato la nostra vita sentimentale, ci rendiamo conto di trovarci invece completamente soli a dover affrontare i nostri problemi, malesseri e difficoltà, vedendo per la prima volta la realtà della situazione: quel tipo di relazione non ci da alcuna stabilità né certezza.

E’ proprio in quel momento che, mettendo sul piatto della bilancia le forti e intense sensazioni, e la necessità di sentirci sicuri, accolti e sostenuti nei momenti in cui cadiamo, scegliamo di rinunciare alla passione pur di ottenere la serenità della quale, in quella fase, abbiamo bisogno. Perciò iniziamo a prendere in considerazione persone che, in altri tempi avremmo escluso a priori, credendo, a ragione, che nelle loro braccia ci sentiremo tranquilli e protetti. Quella sensazione di stabilità può farci sentire appagati per un periodo più o meno lungo, fino al giorno in cui sentiamo che, all’interno di quel mare calmo, ci manca qualcosa, e la sensazione di incompletezza si trasforma lentamente in insoddisfazione fino ad arrivare quasi al fastidio.

E’ giusto rinunciare a ciò che ci fa sentire vivi per ottenere una serenità che con il tempo può facilmente trasformarsi in noia?

Perché dobbiamo scegliere una tipologia di persona diversa da quella che ci piace davvero per avere una stabilità e una presenza costante nella nostra vita?

Forse perché nel momento in cui compiamo quella scelta, il bisogno di sederci e rilassarci accanto a qualcuno che ci tiene per mano, è più forte del ricordo che in passato siamo riusciti ad ottenere la presenza nella nostra vita di qualcuno che ci emozionava e ci faceva sentire incredibilmente vivi ma al tempo stesso c’era quando avevamo bisogno, e forse perché l’impazienza di ottenere una stabilità, ci ha fatto mettere in secondo piano la nostra esigenza emotiva che prima o poi, inevitabilmente, torna a galla, prepotente, facendoci decidere di allontanarci da quelle calme acque che, nostro malgrado, hanno appiattito la nostra esistenza. Le conseguenze della scelta fatta sono dolorose, soprattutto per la parte che subisce il nostro cambio di rotta, ma anche per noi, che ci sentiamo terribilmente in colpa per aver provocato la sofferenza di chi ci ha dato tanto.

Ma il percorso seguito è stato necessario per farci comprendere che, se avessimo trovato in noi stessi la forza di affrontare la difficoltà, senza doverci appoggiare a qualcuno per superarla, e ci fossimo dati il tempo di tenere a bada l’impazienza e attendere ciò che desideravamo davvero, non ci saremmo sentiti costretti, dalla nostra debolezza, a compiere quella scelta.

E’ stato necessario per farci decidere che, in fondo, abbiamo il diritto e il dovere verso noi stessi, di cercare e aspettare, se è il caso, tutto ciò che desideriamo…e che, in fondo, non vogliamo scegliere…

 
Marta Lock